mercoledì 31 dicembre 2014

Biglietto della lotteria con in palio la “Palazzina Lazzarini ai Reali Bagni di Lucca” - anno 1838 -


Biglietto della lotteria con in palio laPalazzina Lazzarini ai Reali Bagni di Lucca
- anno 1838 -
Il biglietto riprodotto è di una lotteria indetta a Bagni di Lucca nel 1838, che metteva in palio come premio la villa riprodotta, che sorge sulle colline sovrastanti la piazza del Ponte a Serraglio. Dal nome attribuito all’immobile è ipotizzabile che fosse stata edificata dal lucchese Giovanni Lazzarini, architetto ricordato in particolare per le realizzazioni di Piazza Napoleone nel 1806, che comportò la demolizione di importanti edifici preesistenti tra cui la chiesa di S. Pietro Maggiore, e della nuova porta Elisa nella cinta muraria. Il Lazzarini intervenne anche a Bagni di Lucca, con il progetto di ampliamento delle terme "Bagni caldi", ridimensionando un vero e proprio spazio urbano.
I biglietti della lotteria, dati dai possibili ambi di 90 numeri, non potevano essere più di 4005, per cui la cifra massima ricavabile era di  scudi fiorentini 80.100 o franchi lucchesi 44.856. Il biglietto riprodotto porta il N° 3610.
Nello scritto sul biglietto è specificato che il fortunato vincitore potrà prendere possesso immediatamente della palazzina, costituita da quattordici stanze, ammobiliata e completa di biancheria, cristalleria etc. e sarà esente da qualsiasi spesa inerente il passaggio di proprietà. È inoltre specificato che “non essendosi presentato il Biglietto vincitore lo stabile cederà in proprietà di quello Stabilimento di Beneficenza che verrà determinato dal R. Governo.”
 
LOTTERIA
Della  Palazzina  Lazzarini
ai Reali Bagni di Lucca
Approvata con Sovrano Rescritto comunicato con Lettera
Della R. Finanza del 27 dicembre 1837 di N. 3272.
62 . 73
La Palazzina Lazzarini è posta nella più amena e comoda situazione delle vaghissime colline dei RR. Bagni di Lucca.
Ha numero quattordici stanze tutte ammobiliate con gusto, otto delle quali destinate per uso di camere, hanno altrettanti letti del tutto montati, ed è la casa stessa fornita interamente dell’occorrente in copia con lingeria da tavola, da letto e piatteria, cristalleria, stoviglie da cucina ec.
Il numero dei Biglietti che formano questa Lotteria corrispondono alle sole combinazioni dell’Ambo che si hanno formate dai numeri uno fino al novanta inclusivamente; il prezzo d’ogni Biglietto, è stabilito a paolo venti fiorentini, pari a fr. 11,20.
L’Estrazione avrà luogo il dì sedici agosto anno corrente sulla pubblica Piazza dei Bagni al Ponte a Serraglio, e dopo aver pubblicamente riscontrati e depositati nell’urna i 90 numeri, ne saranno estratti due ed il Biglietto contenente i numeri estratti sarà premiato.
La consegna dello Stabile come sopra, e nel manifesto descritto, sarà fatto al possessore del Biglietto, verificato conforme alla Matrice fin d’ora depositata presso le competenti Autorità dei suddetti Bagni.
Il Proprietario del Biglietto dalla sorte favorito dovrà dirigersi all’Autorità suddette dalle quali otterrà l’immediata consegna dello Stabile e suoi accessorj senza debba incontrare alcuna spesa di Dazio di Registro, per passaggio di Dominio, Volture catastali ec.
Il suddetto Stabile è libero da qualunque Ipoteca, come risulta dal Certificato del Conservatore di quell’Ufficio già depositato in mano dell’Autorità suddette.
Spirato un quinquennio dopo l’Estrazione e non essendosi presentato il Biglietto vincitore lo stabile cederà in proprietà di quello Stabilimento di Beneficenza che verrà determinato dal R. Governo.

Lucca 5 aprile 1838.
G: Lazzarini e C:no




giovedì 25 dicembre 2014

Mazza ferrata austriaca raccolta dal Ten. Mario Marchi durante la Grande Guerra.


Mazza ferrata austriaca raccolta dal Ten. Mario Marchi durante la Grande Guerra.

La prima guerra mondiale fu guerra di posizione, durante la quale le trincee nemiche venivano conquistate all’arma bianca. Per questo, oltre alle baionette ed ai coltelli, furono rintrodotte armi antiche come la “mazza ferrata”. In realtà nel medioevo la mazza serviva per fare breccia nell’armatura dell’avversario per poi finirlo con un’arma da taglio, mentre nel 14-18 era utilizzata per dare il colpo di grazia ai nemici feriti o investiti dai gas.
Mentre gli eserciti nemici, tedeschi e austro-ungarici, e quelli alleati, inglesi e francesi, fecero largo uso di questa arma, l’esercito italiano non la utilizzò, preferendo per l’assalto alle trincee i pugnali e le bombe a mano.  
 
Mazza ferrata con la testa in fusione unica di  lunghezza cm. 60, e peso daN (kg) 8.
 
Testa della mazza ferrata.




domenica 21 dicembre 2014

La Grande Guerra : Lettera del sottotenente Enrico Pellegrini alla moglie “Dedè” - 17 / 7 / 17


La Grande Guerra : Lettera del sottotenente Enrico Pellegrini alla moglie “Dedè”  - 17 / 7 / 17 -
 
Avv. Enrico Pellegrini
La lettera sottoriprodotta è inviata dall’avv. Enrico Pellegrini di Borgo a Mozzano (Lu) alla moglie Dedè (Haydè) il 17 luglio 1917. Il sottotenente Pellegrini si trova nella Venezia Giulia, durante le battaglie dell’Isonzo del 1917.
La missiva inizia con una descrizione che mira a tranquillizzare la moglie:
“ .. Credi che qui sto benone, sono libero, guardo i miei soldati, mi alzo anche alle 6 e vado sul lavoro dove mi posso prendere la libertà che voglio ed anche di scrivere come faccio in questo momento, seduto sopra un sasso ...... Credi che qui par d’essere uccello di bosco, faccio qualche strapazzata ai caporali, do ordini, passeggio lungo lavoro, suggerisco qualche cosa perché il tenente del Genio ne sa meno di me di certe cosette, parlo con i miei soldatini sardi, siciliani, calabresi e dell’alta Italia qualcheduno.. .”
Scherza sulla sua età e aspetto:
“….devo essere ringiovanito, perché nessuno mi faceva così vecchietto; io non ti posso dire niente perché è tanto che non mi sono guardato allo specchio … Tu mi vedessi Dedè una giacchettina scolorita, un paio di calzoni di diverso colore con delle giunte, un paio di scarponi da soldato con i chiodi…
e traccia uno schizzo della sua figura con l’impermeabile avuto da poco in dotazione:


Annuncia l’invio a casa delle maglie invernali e di un paio di scarpe sulle quali ancora scherza: 
 “…. Come correrò bene sul Bargiglio [monte di escursioni nel comune di Borgo a Mozzano] colle scarpe del Sabotino, del Vodice, del Cucco, del Thera, sono scarpe gloriose …
Ora il contenuto della lettera si fa grave: 
… I luoghi gloriosi, le terre sacre, e addirittura i sacri monti; tu li vedessi Dedè, fa orrore vedere il terreno da dove passarono i nostri, da dove furono cacciati i nemici: gli alberi stroncati, pelati, resi fusti mutilati che sembrano implorare pietà; le case, i paesi spianati a terra; il suolo sembra graffiato rabbiosamente, scorticato come la groppa di un mulo spelacchiato e coperta di piaghe….. E dire che ora queste zone desolate sono popolate di migliaia di soldati; qua e là da tende, da baracche che biancheggiano colla terga al monte che le protegge e le nasconde; sono solcate da strade grandi, belle, percorse da automobili, da carri, da file lunghissime di muli che salgono le mulattiere come capre e portano mangiare e munizioni in alto, lontano; persino l’aria è solcata da vie di ferro, le teleferiche, che trasportano materiali da un monte all’altro….”
La lettera termina con la speranza che nel popolo tedesco si faccia strada il desideri di pace e che il conflitto volga al termine:
…. Anche il popolo tedesco sembra destarsi. Era tanta la odiosità che si erano attirati attraverso il grigio grigio cammino di questi tre anni di brutalità, di nefandezze, di [incomprensibile], che quei popoli venivano rappresentati come incapaci di un sovvertimento, di uno scatto generoso, di una ribellione e invece oggi si hanno i sintomi gravi che anche quei popoli sono sulla via di scuotersi e di ribellarsi al passato truce, di cui sentono la nausea, l’orrore …….. Oggi cara Dedè è un anno preciso che sono militare, sono tre mesi che sono in zona di operazioni, e speriamo che tutt’al più vi compia il quarto. Mi contenterei….
Purtroppo tali speranze non si concretizzano. Lo scoppio della rivoluzione russa aveva fatto nascere anche in Germania scioperi organizzati, che tuttavia non ebbero conseguenze immediate. Il conflitto poi, dopo pochi mesi, divenne disastroso per il fronte italiano: il 24 ottobre avvenne lo sfondamento austro-tedesco a Caporetto e a seguito di ciò il sottotenente Pellegrini fu gravemente ferito, mentre si trovava in una trincea in prima linea a manovrare una mitragliatrice.






Trascrizione della lettera
Mia cara Dedè, 17 Luglio 1917
Già nelle mie precedenti ti ho spiegato la nuova condizione in cui mi trovo. Oggi torno a ripeterti che preferisco stare qui che a Cosama dove andai domenica 15 per prendere il denaro pei soldati e per altre curiosità, ma ti confesso non vedevo l’ora di tornarmene qui, c’era un caldo, un’afa, un puzzo che mi rendevano stupidito. Là non c’è acqua nemmeno da bere, capisci, e ai soldati si dà l’acqua a misura perché la portano da fuori colle botti. Qui invece si respira, c’è il fiume, e tanto basta. Anzi a proposito oggi torna indietro dal fronte, cioè dalla prima linea, il mio reggimento e pare non torni a Cosama ma vada a S. Giovanni di Mangano, proprio per la mancanza d’acqua. Io resterò qui fino a che il lavoro non sarà finito e cioè tutto al più fino al 25 corr.te, poi se mi parrà, dato che possa rimanere, rimarrò, altrimenti raggiungerò il 4° battaglione che segue il reggimento a Mangano. Credi che qui sto benone, sono libero, guardo i miei soldati, mi alzo anche alle 6 e vado sul lavoro dove mi posso prendere la libertà che voglio ed anche di scrivere come faccio in questo momento, seduto sopra un sasso. Tu sapessi che tristezza mi fece domenica quando arrivai a Cosama e trovai i soldati in riga ed il comandante diceva “uno, due, uno, due” e poi più tardi tutti disposti in quadrato a sentire la messa! Credi che qui par d’essere uccello di bosco, faccio qualche strapazzata ai caporali, do ordini, passeggio lungo lavoro, suggerisco qualche cosa perché il tenente del Genio ne sa meno di me di certe cosette, parlo con i miei soldatini sardi, siciliani, calabresi e dell’alta Italia qualcheduno. Mangio discretamente (non so quanto spenderò e per questo delle 150 lire, stipendio della prima quindicina, ho mandato soltanto £ 50 a Vera, per regolare le mie cose), dormo in baracchina di legno con altri 8 o 10 ufficiali fra i quali 3 capitani, tutti più giovani di me. Anzi a proposito devo essere ringiovanito, perché nessuno mi faceva così vecchietto; io non ti posso dire niente perché è tanto che non mi sono guardato allo specchio. Tu mi vedessi Dedè una giacchettina scolorita, un paio di calzoni di diverso colore con delle giunte, un paio di scarponi da soldato con i chiodi, un bastone in mano e via. C’è l’attendente che vorrebbe mi tenessi più in ghingheri ed io gli rispondo che questa non è la mia vita e quindi voglio seguire altre regole e prendere la via più spiccia. Qui abbiamo a disposizione i carri automobili, la bicicletta ed ora mi hanno dato l’impermeabile perché per due giorni ci eravamo bagnati come porci, scusa il termine. Eccoti il mio ritratto con coll’impermeabile. Non potendoti mandare una fotografia, perché chi ha la macchina non ha voglia e chi ha voglia non ha la macchina, ti mando uno schizzo. Se rimarrò per qualche giorno qui cercherò di andare a Udine avendo a disposizione il camion fino a Cormos, tutti i giorni; ed il mio capitano non mi nega certo di andarvi per quanto permessi di andare a giro non ne vogliono dare e chiudono più volentieri un occhio alla scappate…. Tornando indietro il battaglione, se tu vuoi, ti spedirò le maglie invernali ed anche le scarpe inutili, inutili perché di tre paia me ne bastano due, e poi forse me ne farò un altro paio, prima che il giuoco resti. Come correrò bene sul Bargiglio colle scarpe del Sabotino, del Vodice, del Cucco, del Thera, sono scarpe gloriose per aver visto …. I luoghi gloriosi, le terre sacre, e addirittura i sacri monti; tu li vedessi Dedè, fa orrore vedere il terreno da dove passarono i nostri, da dove furono cacciati i nemici: gli alberi stroncati, pelati, resi fusti mutilati che sembrano implorare pietà; le case, i paesi spianati a terra; il suolo sembra graffiato rabbiosamente, scorticato come la groppa di un mulo spelacchiato e coperta di piaghe. E dire che ora queste zone desolate sono popolate di migliaia di soldati; qua e là da tende, da baracche che biancheggiano colla terga al monte che le protegge e le nasconde; sono solcate da strade grandi, belle, percorse da automobili, da carri, da file lunghissime di muli che salgono le mulattiere come capre e portano mangiare e munizioni in alto, lontano; persino l’aria è solcata da vie di ferro, le teleferiche, che trasportano materiali da un monte all’altro. Oh, speriamo che di dove è passata la barbarie si apra il varco la civiltà. A proposito, hai sentito i giornali, e Duilio ti ha fatto i commenti sulla nuova situazione? Anche il popolo tedesco sembra destarsi. Era tanta la odiosità che si erano attirati attraverso il grigio grigio cammino di questi tre anni di brutalità, di nefandezze, di [incomprensibile], che quei popoli venivano rappresentati come incapaci di un sovvertimento, di uno scatto generoso, di una ribellione e invece oggi si hanno i sintomi gravi che anche quei popoli sono sulla via di scuotersi e di ribellarsi al passato truce, di cui sentono la nausea, l’orrore. E chi sa che da un popolo si fatto non ci si debba aspettare rivolgimenti profondi, cambiamenti radicali se è in esso la virtù tenace di volere, e di voler fortemente, ad ogni costo, fino in fondo! Vedremo! Intanto l’opinione che i Tedeschi fossero invincibili, insuperabili, inarrivabili sta per crollare: Oggi cara Dedè è un anno preciso che sono militare, sono tre mesi che sono in zona di operazioni, e speriamo che tutt’al più vi compia il quarto. Mi contenterei.
Il custode della [incomprensibile] è sicuro, sta tranquilla.
Le lettere che ti ho spedito sono in data 4,8,10,13, più il 7 il vaglia a Vera, il 9 il telegramma e così il 19 il telegramma da Cesana, oltre le cartoline in data1,2.3.5.6.7.1112.13.14.15.16 –
In questo momento assisto al cannoneggiamento  di un aeroplano austriaco che passa e va via, cerca di scoprire le opere che facciamo sul Cucco.
Se tu puoi, magari a rate, procura di restituire ad Arte le 50 lire, che ora sono invecchiate e ringraziala.
Saluta tutti cordialmente. Tante cose allo zio e zia. Saluta Clelia e quelli di casa mia e atutti dirai a rivederci a presto. Baci a te e bimbe tuo
Enrico
Argia è di buon umore? Salutala.
 [ sulle pagine della lettera compaiono scritture verticali sui bordi: I° pg. “Ti mando erbe del monte Cucco” – II° pg. “Giulio mai visto e mai ha scritto – III° pg. “Ad Amina buona villeggiatura, ad Alceste buon sciopero,  Ad Arte (Artemisia) buona voglia di lavorare. A Duilio e Micolle pazienza, ma intanto su belli!” – IV° pg. “Licia è contenta dei sandalini? Sara dunque è guarita del tutto! Ho piacere baciamela.”
***********
 
Fotografia che ritrae il sottotenente Enrico Pellegrini alla “Mensa ufficiali del 4° Battaglione 43° Fanteria” , come scritto sul retro con riportato il riferimento al numero scritto:
1) Capitano Grillo comandante il battaglione – 2) Barba [lo stesso Pellegrini] – 3) Ten. Manganaro – 4) Dottore – 5) S.Tenente Piazza – 6) Aspirante Lisi – 7) Ufficiale zappatori – 8) Soldato capo cuoco – 9) Marmitta ecc.     Maggio 1917

mercoledì 17 dicembre 2014

"LETTERINA" al padre, militare della Grande Guerra



Letterina” al padre, militare della Grande Guerra.

Le bambine Vera, di anni 7, e Licia, di anni 3, scrivono al padre avv. Enrico Pellegrini, sottotenente nella guerra del 15-18, che ha preannunciato una breve licenza in occasione della “Befana”.

L'avv. Enrico Pellrgrini con la moglie Haidè Ricci e le figlie Vera e Licia.




Borgo a Mozzano 29.12.16
Caro papà
Ho saputo dalla mamma che per
la Befana vieni, tu sapessi caro
papà come sono contenta. E’ vero
che per noi è la più bella
festa dell’anno e così se ci sarai
tu sarà sempre più bella.
Pel nuovo anno la tua Vera
ti invia tanti tanti auguri, sii
contento caro papà e ti prometto
di essere sempre buona, obbedien=
te, studiosa, e sarò la tua conso=
lazione e baci dalla tua
Vera

Caro Papà
Anch’io voglio inviar=
ti i miei auguri pel
nuovo anno. So che
quando ricevi nostre
letterine sei molto
contento e per questo
la mamma ci dicembre
di farlo perché tu caro
papà sei tanto buono
con noi e la mamma
dice sempre che un
papà buono come te
non ce n’è altri
Tanti cari auguri
E baci dalla tua
Licia


La figlia Licia in una fotografia "patriottica"-








sabato 13 dicembre 2014

Lettera dell'Arcivescovo .... "“per rispondere a diverse deposizioni fatteci a Suo carico in tema di nostra Santa Religione”


Lettera dell’Arcivescovo di Pisa al cittadino lucchese Massagli “per rispondere a diverse deposizioni fatteci a Suo carico in tema di nostra Santa Religione
- anno 1844 -

Signore
Col presente invito, che tien luogo di precetto, ordiniamo al Signor Lodovico Massagli dimorante in parrocchia di S. Frediano di questa nostra Città di portarsi a codesto nostro Arcivescovato et non alius nel giorno di Lunedì 16 del corrente alle ore 11 della mattina per rispondere a diverse deposizioni fatteci a Suo carico in tema di nostra Santa Religione.
Sarà sua cura di non mancare, onde non obbligarci a farli sperimentare il rigore delle ecclesiastiche discipline.
Ciò per Sua norma
Dato a Lucca da questa Mensa Arcivescovile
questo giorno 14 Dicembre 1844.
                                                                                                            B. Petrini Seg.o






giovedì 11 dicembre 2014

BAGNI DI LUCCA quando era una STAZIONE TERMALE INTERNAZIONALE (1896)


BAGNI DI LUCCA, quando era una stazione termale internazionale (1896)
dal foglio ......
"LA LIMA – Anno Primo – Bagni di Lucca, 26 Luglio 1896 –N 3"


L’articolo sotto riportato, a firma “Il Birichino”a pg. 2, racconta di Bagni di Lucca stazione termale frequentata dall’ élite nazionale ed internazionale. 
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cronaca
Molti mi seccano dicendo: Fate un articolo letto di cronaca sulla villeggiatura, fate gli elogi di questo ameno soggiorno, parlate di queste acque portentose, e cose simili. Io non farò né l’una né l’altra. La fama dei Bagni di Lucca è ormai troppo grande, per avere bisogno di certe enfatiche descrizioni che si usano per tanti altri luoghi di villeggiatura e di bagni, che appunto vanno avanti a colpi di rèclame. Io credo che qualunque elogio che si accoppiasse al nome “Bagni di Lucca” non farebbe che impiccolire la loro fama, se ciò fosse possibile. Il solo nome contiene una vera epopea, di cui le strepitose guarigioni operate da queste acque, e il soggiorno di tant’ illustri personaggi, sono gli splendidi esempi.
Non farò perciò che dire due parole. Il nostro paese comincia ora a trovarsi nel suo massimo splendore. Questo Paradiso verde, al quale, appunto sotto questo nome con cui un giorno lo aveva salutato quel grande poeta tedesco Enrico Heine, il nostro bravo maestro Valsuani dedicò una sua bella sinfonia, comincia a popolarsi di angeli bruni e biondi ….. A non stare attenti c’è da perdere la testa. E’ meglio cercare di distrarsi, altrimenti si corre pericolo di prendere delle cotte tremende, o, come dicono a Firenze, d’innamorarsi come gatti rossi.
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Lunedì sera 21 ebbe luogo il primo dei piccoli balli che riuscì importante per il numero delle eleganti signore e signorine che vi presero parte. Erano tutte belle, ma per evitare invidie, gelosie ……. o che so io il Birichino si asterrà da elogi particolari: Durante la sua carriera giornalistica, esaltato forse da qualche treccia bionda o da qualche occhio nero, essendosi fatto sfuggire qualche parola di ammirazione, lo hanno più volte creduto innamorato. Questo inconveniente desidero non si rinnuovi. Tra i presenti noterò la viscontessa Moraes de Sarmento con il figlio, la marchesa Ricci, M.rs Wheateroft, Miss Lucy Percivae, il marchese e la marchesa Scarampi colla loro famiglia, il colonnelo Beker con la sua signorina, signora Hamilton, conte e contessa Peon de Regil, madame Mitousoff e figlio, signorina Galeotti, signorina Mansi, signora e signorina Fassini Camossi, il tenente Cassini Camossi reduce da Abba Carima, signorina Moor, il marchese Malaspina colla sua signora, M.r e Madame Des Fongères, ed altri di cui non ricordo il nome.
Le danze proseguirono animate fino ad ora assai tarda.
Nel prossimo numero parlerò del Circolo dei Forestieri.
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Di seguito sono riportati i nomi dei villeggianti, come pubblicato dal foglio.