sabato 29 aprile 2017

Elezioni a suffragio universale del 1913 nel collegio di Borgo a Mozzano (LU) - Augusto Mancini



elezioni a suffragio universale del 1913 nel collegio di Borgo a Mozzano (LU)
- Augusto Mancini -






TOMBISTI sicuri! - corrotti
TOMBISTA evoluto! ( legge il giornale rovesciato)
  


































































































martedì 25 aprile 2017

LISTA DI COCKTAIL - 1923


 

LISTA DI COCKTAIL scritta il 23 Luglio 1923 a Borgo a Mozzano (LU)

- Casa Pellegrini -





















domenica 16 aprile 2017

VITA DI PAPA SISTO V, TRASCRITTA DA MANOSCRITTI DELLA BIBLIOTECA DI MONTECASSINO


vita di papa sisto v, trascritta da manoscritti della biblioteca di Montecassino.

Il “formatore” Vincenzo Barsotti da Tereglio (ved. post: Vincenzo Barsotti (1747-1798): da semplice figurinaio a “formatore di sua maestà cristianissima”) copiò di sua mano la vita di Sisto V tratta da manoscritti conservati nella biblioteca di Montecassino, come riportato nella prima pagina del manoscritto.

PAPA SISTO V
VINCENZO BARSOTTI








COPERTINA fine XVIII sec.
PRIMA PAGINA MANOSCRITTO












Il libro indica all’indice, oltre alle origini del pontefice e ai suoi atti relativi alla funzio-
ne di capo della Chiesa cattolica, atti prettamente legati alle vicende della città di Roma.
Di seguito si riportano le “Sentenze di Papa Sisto V Peretti, dette in molte occasioni”, da pg. 1262 a pg. 1265

1262
Sentenze di Papa Sisto V Peretti
dette in molte occasioni ~
1. Il fingere è un vizio comune a tutti gli uomini, ma il gran fingere è virtù particolare, quale non sta bene se non nelli più saggi, e prudenti.
2. Il mondo si regolarebbe da se medesimo, se gli uomini fossero capaci di regolare se stessi, il che giunge di rado.  
3. Non bisogna mai disgustare quella Persona, che ti puol far male, ne incensar troppo chi non puol farsi bene.
4. Un uomo non si puol dir felice, se non quello, che si contenta del suo proprio stato, il che di rado succede.
5. Chi aspira ad’esser maggiore di quello che è, è un pretendere quello, che non conviene.
6. Colui, che muore senza aver provato calamità, si può dire, che muore più animale che uomo.
7. Non bisogna credere ai lamenti di colui, che si ritrova nelle calamità, perche queste levano la maggior parte del cervello.
8 . Per fare una buona amicizia fa di mestiere fare gran diligenza, per conoscere l’umore di quello, che si desidera per amico.  
9. Le prosperità accecano gli uomini, che si servono della fortuna pei loro soli interessi, e non a prò del ben pubblico. 


1263
10. Il fare tutto il male, che si puole, è un offizio da Demonio, e il fare tutto il bene che si deve, è un’uffizio da Belva.
11. Per bene assicurare il presente, conviene avere volta la mente alle disgrazie, che potrebbero accadergli nel futuro.
12. Per disprezzare la ricchezza, o bisogna essere una Bestia per conoscerne, o Angelo per non averne bisogno.
13. Un Principe, che non sa castigare il Popolo, non puole aspettare, se non vedersi dal medesimo ingiuriato, e disprezzato.
14. Non vi e pasto maggiore in uno Stato, che la Temenza di un Giudice, perché accresce il male quale dovrebbe distruggere, e così distrugge il bene quale dovrebbe accrescere.
15. Chi vuol fare Giustizia, e non la fa, o che manca di cuore, o di buona coscienza, si rende indegno del titolo di Giudice.
16. La Fortuna và scapigliata, e rassembra facile il pigliarla, e fermarla per i capelli, ma ciò si puol fare con destrezza, e prudenza.
17. Il Povero divenuto Riccho si rende inesorabile nell’atto di sua felicità, se però non hà virtù, che gli serva di briglia. 

 
1264
18. Chi ha il mezzo di beneficare gli altri, non deve trascurare di includere fra questi i Parenti sui, e d’Amici, altrimenti farebbe, e contro la legge di Dio, si anche contro la Natura.
19. Il Popolo, che dal Principe non gli vien cavato sangue, si da manifesta, e pronta occasione di fare continui imperi, e rumori, di molti scandali, e d’impegni. 
20. Un’ingiuri fatta dal Principe, si sopporta dal sud.o per zelante che sia, molto più volentieri, che quella, che vien fatta da altri.
21. Non deve mai un buon Principe mettere un Governatore per signoreggiare i suoi Popoli, se non’è più, che quasi sicuro, che questi tali si siano prima fatti signoreggiare da altri.
22. Per poter rimediare ad’ un gran disordine di rado non si farà da chi non’ a cuore di arrischiarsi p. commetterne un’ altro.
23. Le ingiurie le quali non si possano vendicare, si devono con ogni studio dissimulare, altrimenti sarebbe un’incitar l’Inimico a farne delle altre.



1265
24 . Non vi è cosa più dificile, che il sapersi mantenere nella Grazia di un Principe, perché se la Servitù, che gli prestate vi obliga molto, se la gradisce restare schiavo, e se non vi rimunera, o vi si cambia, gli diventate Nemico. 
25. Un uomo benché molto Saggio, e Prudente non potrà mai pervenire alla cognizione della vera amicizia, se prima non sarà passato per il sentiero delle disgrazie, nelle quali abbia conosciuto la forza, ad’effetto della amicizia, onde è necessità per potere a ciò arrivare provvedersi di amici di buon’ora e per provarli nelle sue calamità.
26. La maggior consolazione de Meschini, e Popolari, è quella d’avere amici per confidarli le sue afflizzioni.
27. Con’i Frati è bene aver rispetto assai più da lungi, che dimestichezza da vicino, e di loro non servirsene, se non le più urgenti necessità.

domenica 9 aprile 2017

QUADRI DEL PITTORE ANGELO MARIO CREPET: scorci di Borgo a Mozzano e di Lucca.



Quadri del pittore Angelo Mario Crepet:
scorci del paese di Borgo a Mozzano  (LU).

Angelo Mario Crepet nacque a Mestre nel 1885, frequentò l’Accademia delle Belle Arti di Venezia, sotto la guida di Ettore Tito e fu compagno di Modigliani. Nel 1906, giovanissimo presentò due opere alla Mostra internazionale di Milano e da allora i suoi quadri furono presenti in mostre nazionali ed internazionali. Dal 1914 al 1924 insegnò all’Istituto di Belle Arti di Lucca e trascorse vari periodi estivi a Borgo a Mozzano. Nel 1925 fu chiamato all’Accademia di Belle Arti di Firenze, città dove visse fino alla sua morte sopraggiunta nel 1974. Numerosi furono i premi e i riconoscimenti, l’ultimo dei quali la medaglia d’oro dei benemeriti della Cultura e dell’Arte, conferito dal Presidente della Repubblica. 

[I quadri sotto riprodotti sono ricavati da fotografie poco professionali]

Il monumento emblema del paere è il "PONTE DEL DIAVOLO"  



 Il CONVENTO DI S. FRANCESCO (1523), che domina l'abitato:

Il "bosco dei frati"

Angolo del "bosco dei frati"

Ingresso alla Chiesa e al Convento



Angolo di Paese:


Giardino del CIRCOLO:




Ponticello sul RIO:




Via degli ORTI:

La via degli orti




Il FIUME SERCHIO:


Il "puntone" sul fiume Serchio

Il fiume Serchio presso la chiesina di "Mao"



La terrazza di Pal. PELLEGRINI:


UFFICIALE DELLA GRANDE GUERRA CON MASCHERA ANTIGAS - 1917



Ufficiale della Grande Guerra con maschera antigas – 1917
Il tenente d’artiglieria Mario Marchi è ritratto nella prima fotografia in formato tessera con sopra di sua mano la scritta “22 giugno 1917 alla vigilia di partire per il Sabotino Ten. Ing. Mario Marchi”, mentre nella seconda è in posa con fucile e maschera antigas all’interno della propria abitazione in Bagni di Lucca durante una licenza.
La maschera indossata dal Ten. Mario Marchi è del tipo “Polivalente Z.”, in dotazione all’esercito italiano dal gennaio 1917, formata da un facciale in tela cerata con fori per gli occhi con lenti e sotto un tampone di 32 strati di garze imbevuti di soda.   





domenica 2 aprile 2017

POSTAZIONI MILITARI della GRANDE GUERRA



Fotografia scattata dal ten. Mario Marchi, ufficiale d’artiglieria della 4° Armata nella Grande Guerra.