Lettere di Matteo
Trenta, il “monaco-guerriero” della val di Lima, all’amico Francesco
Giambastiani
Le
note biografiche di Matteo Trenta sotto riportate sono tratte dalla guida “Borgo a Mozzano e Pescaglia nella storia e nell’arte” (Edizione Giusti 1925), di
Francesco M. Pellegrini.
Francesco
Giambastiani era un frate agostiniano di S. Romano in Lucca, che nel 1848
partecipò assieme al fratello Pietro alla prima guerra d’indipendenza sui campi
di Curtanone e Montanara, come l'amico Matteo Trenta. [vedere post: “Due
fratelli sui campi di battaglia di Curtatone e montanara (1848) – enricogiuseppelucamarchi.blogspot.com]
Caro Giambastiani
LETTERE:
.... Questo cielo puro, quest’aria
salubre, questa campestre libertà .....
Caro Giambastiani
Nella supposizione che forse non sarà [illeggibile]
né a voi né a quei di casa l’aver notizie di me vi mando due rghe per darvi
certezza del mio felice arrivo quassù e del mio attuale ottimo stato di salute.
Questo cielo puro, quest’aria salubre, questa campestre libertà sono fermamente
ottimo farmaco ad ogni male.
Benché fra pochi giorni io venga a Lucca contuttociò mi
farete sempre un favore se mi parteciperete le nuove di cotesta famiglia
principiando da voi, e se mi narrerete le notizie principali di Lucca; come
pure se vi ha qualcosa che mi riguardi gradirò d’esserne per voi ragguagliato.
Vi prego dei miei cordiali saluti al Sig. Antonio e alla
signora Caterina. Gradisco che l’ottima famiglia Ricci siami per voi salutata e
specialmente con particolare affezione l’egregio mio Casali. Conservatemi il
vostro affetto come io vi confermo interamente il mio e dandovi un abbraccio
affettuoso sono il vostro aff.mo
M.Trenta
Monti di Villa 19 Agosto 1842
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..... Vi prego a darvi premura pel mio ombrello ....
Caro Giambastiani
Lusingandomi che non vi saranno dispare le mie nuove vi
faccio sapere le mie nuove vi faccio sapere il mio buon stato di salute e il
mio felice viaggio. Vi prego a darvi premura pel mio ombrello che io credo per
certo che troverete alla spezieria Puccetti. Salutatemi tanto tanto il medo.
Per un di più vi rammento l’affare di cui vi parlai; dissi
per un di più perché son troppo [illeggibile]
dell’attività del Giambastiani e delle sue premure per me, sicché già dispongo
le mie cose [illeggibile] sopra.
Perdonate [illeggibile] che vi do e
credetemi con tutto il cuore affmo Vostro
M.Trenta
Monti di Villa 29 Agosto 1842
P.S. Vi prego ad occuparvi delle lettere che mando allegate.
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.....e più ad andare a mio nome alla stamperia Baroni a .....
Amabilissimo Sig. Giambastiani
Questo garbatissimo Sig. Pievano non vuole a nessun patto
lasciarmi venire a Lucca e vuol che resti ancora a Collodi. Io ho a Lucca
alcuni impicci che mi vi richiamerebbero e non potendo venire mi conviene incomodare
gli amici. Eccomi però ad incomodar voi pregandovi a comodo di spedirmi
l’acclusa, e più ad andare a mio nome alla stamperia Baroni a farvi dare le
prove di stampa del mio articolo bibliografico sul discorso di Fornaciari unitamente
a quello del mio discorso sulla morte dell’ab. Grassi e queste consegnare a
David che passerà a prenderle perché io possa averle e rivederle. Vi prego di
ciò con la più gran premura offrendovi anch’io per mia parte la mia debole
servitù.
Mille saluti in casa, al caro Prof. e a tutta la famiglia
Simi e a chi vi chiede di me. Io sto bene; spero altrettanto di voi; vi
partecipo i saluti del pievano e mi segno con piacere vostro affmo
M.Trenta
Collodi 8 Sett 1843
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....volermi inviare la Filosofia della Statistica del Gioia.... unitamente al piccolo Atlante Geografico dell’Willemin
che è sul mio tavolino ....
Caro Giambastiani
La preziosa conoscenza fattami fare da voi del cho
Dotte Parola mi ha reso più penoso il sacrificio di dover lasciar
Lucca in questi giorni e molto più che non poter avere neppure il piacere di
rivederlo prima di partire. Cercherò peraltro di poterlo ricombinare a Lucca
prima ch’ei parta e intanto prego voi a fargli conoscere che io mi son dovuto
assentare di costà per impreveduta e urgente causa e a presentarli i miei
ossequi più rispettosi
Vi pregherei anche, se le faccende di questi giorni ve ne
lasciano lo spazio a volermi inviare la Filosofia della Statistica del Gioia
che avete presso di voi, unitamente al piccolo Atlante Geografico dell’Willemin
che è sul mio tavolino. Basta gli prepariate
e ci sarà persona che verrà a prenderli il giorno stesso che avrete questa.
Godetevi Lucca, divertitevi anche per me, salutate il Prof.
Casali, la famiglia Simi e gli amici ( credo che avrete a incomodarvi poco) e
io intanto mi starò godendo bell’aria fino al 30 Sett.
Carissimo Giambastiani addio amate il vostro
Trenta
M. di Villa 16 Sett 1843
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....qui mi diverto anch’io e più ora in compagnia
del mio Gioia.....
Carissimo Giambastiani
Quanto vi sia grato della vostra prontezza e premura che
dimostrate per me io non posso esprimervelo quanto vorrei. Solo vi dico che mi
vi protesto eternamente obbligatissimo. La lettera per Montefegatesi fu spedita
subito per persona fidatissima. Restituite mille affettuosi saluti all’Egregio
Dott. Parola rendendo a Lui infinite infiniti grazie del gentil desiderio.
Lasciai incombenza al Ridolfi che nel caso fosse venuto a
Lucca il bravo mio Giusti gli avesse esibito la mia cameruccia. Non so per
altro né se sia venuto né se abbia profittato.
Son persuaso che vi divertite molto; io non ve lo invidio ma
si ne godo moltissimo; d’altronde qui mi diverto anch’io e più ora in compagnia
del mio Gioia. Tanti saluti al prof. Casali e a tutti di casa Ricci. Amatemi e
credetemi vostro affetuo
M.Trenta
M. di Villa 20 Sett 1843
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