Notizie sulla fonte di “Reuli” - Pieve di Controne,
frazione di Bagni di Lucca.
documenti dall’Archivio della famiglia Marchi
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Nel paese di
Pieve di Controne sgorga una sorgente naturale detta di “Reuli”, mentre una
seconda, denominata “Fontana”, si trova a circa mezzo chilometro dall’abitato lungo
la mulattiera, che porta alla frazione di S. Gemignano.
Fonte di Reuli
Fonte di Reuli
Fonte " La Fontana"
Prima degli anni ’50, quando il paese non era servito dall’acquedotto comunale, gli abitanti attingevano l’acqua potabile dalle due sorgenti e in particolare dalla “Fontana”, anche se fuori dal perimetro della frazione. Questa sorgente era assai più frequentata perché inserita in una vecchia struttura con copertura a volta e servita da un ampio lavatoio. Inoltre la fonte è caratterizzata da una abbondante portata idrica, tanto da servire la popolazione anche nei periodi di siccità. “Reuli” invece sgorga direttamente da un muro a secco, non presenta infrastrutture a corredo, diviene spesso “scecca” [priva d’acqua] e, pur trovandosi nell’abitato, è posizionata in “Castello”, località eccentrica rispetto al centro del paese, che è formato da nuclei separati e posti a diverse quote. È da ritenersi inoltre che la consuetudine di andare alla “Fontana”, oggi non più praticata per l’esistenza come detto dell’acquedotto comunale, fosse radicata nei “Pievini”, perché questa sorgente era pubblica da tempo immemorabile, mentre “Reuli” lo era divenuta solo nella prima metà del XIX sec., in precedenza facendo parte del podere “la Vignola” della famiglia Marchi.
Luca Marchi, per poter ampliare
la lavorazione della seta di cui era produttore, aveva bisogno di
approvvigionarsi abbondantemente d’acqua e per questo, nel luglio del 1838,
chiede al “Gonfaloniere del Bagno” di “intraprendere i lavori diretti ad
incassare quelle acque [fonte di Reuli], ed a condurle alle proprie caldaie, a
casa prossima alla sorgente”. Nella domanda alle autorità Luca Marchi “offre di
cedere a profitto del piccolo villaggio di Castello composto di N 5 famiglie
(alle quali soltanto può far comodo) la metà della acqua di quella sorgente
alla condizione per altro, e non altrimenti che a spesa della Sezione si
allaccino le acque stesse (che ora in parte si disperdono) ed a buona regola di
arte si dividano per metà, in modo che l’una serva a vantaggio pubblico, e
l’altra possa essere dall’Esponente condotta a proprie spese alla sua casa, e
caldaie, in tutto con piccolissimo dispendio, e con utilità manifesta del d:
villaggio”.
Luca Marchi si era fatto fare il
progetto e la stima di spesa occorrente per l’intervento dal cognato Pietro
Giambastiani “Perito Pubblico”, e si deve ritenere che ne avesse allegato copia
alla domanda.
La risposta del Gonfaloniere tuttavia
tarda, per cui nel febbraio del 1839 si trova in archivio la copia di un
sollecito per iniziare i lavori, fatto per conto di Luca Marchi e indirizzato
al Gonfaloniere. È ipotizzabile che il ritardo sia stato causato da malevoli
voci di paese, se nel sollecito ampio spazio è rivolto ad assicurare l’autorità
circa il pieno possesso della fonte da parte della famiglia Marchi: “…. quella
fonte è esclusivamente sua poiché nata sopra un fondo di suo dominio, e perché
niuno può giustamente vantare di avere né con titolo, né colla prescrizione
acquistato il diritto di goderne ….. né mai in antico né di recente vi ha
lavorato la Comune, o la Sezione; che quella non è la fonte pubblica della
Pieve, ma sibbene l’altra detta la Fontana ….”.
L’8 Aprile dello stesso anno arriva la desiderata autorizzazione del
Gonfaloniere, essendo stata ottenuta l’autorizzazione dal Ministero
dell’Interno del Ducato di Lucca con dispaccio N° 764.
Il 10 maggio 1839 Luca Marchi, nella veste di Presidente della Sezione
di Pieve di Controne, dichiara che l’opera è stata eseguita e riporta la distinta
delle voci di lavoro e dei materiali impiegati con la relativa spesa. [Nota:
Oggi meraviglia che un lavoro pubblico, preventivato con un valore di spesa (Lire
109,14)
venga realizzato con un importo addirittura minore (F 106,6)].
Altra notizia in archivio sulla
fonte si ha nell’anno 1861. Luca Marchi scrive al Gonfaloniere per denunciare
un atto di vandalismo o forse un furto di materiale: “…è stata portata via la
finestra che serviva di serratura al bottaccio, quale stava serrata con chiave,
ed era coperta con lamiera di ferro e rotto il condotto che con due tubi uno
conduceva l’acqua in mia casa, e l’altro nel Bottaccio …”. La missiva termina
con la richiesta di poter riparare il danno arrecato alla fontana divenuta
pubblica.
A breve viene trasmesso l’assenso
da parte dell’ Autorità del “Comunità di Bagno a Corsena”.
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Documenti d’archivio:
1) Computo metrico estimativo
dell’intervento da eseguire alla sorgente.
Stimatissimo Sig: re Presidente
Nel giorno 20 del caduto mese come incaricato fui da Lei, mi portai a
fare la stima della costruzione d’una sorgente che esiste sopra d’un fondo di
Sua proprietà nella Villa della Pieve luogo detto a Reuli; incaricato ancora
dell’acqua riguardo alla divisione per metà in Suo comodo e per metà in
servizio della Villa, dopo fatte le mie osservazioni le rimetto la presente
relazione.
Relativamente alla divisione dell’acqua l’adopererei nella
allacciatura mettendo ad uno stesso piano due eguali cannelle, l’una delle
quali conduca la metà dell’acqua ove più rende a Lei comodo, e l’altra farsi
gettare nel bottaccio per comodo della Villa.
Riguardo alla spesa della costruzione del bottaccio, allacciatura e
prospetto, le ho minutamente descritte come etc.
Per N° 8, cannelle Lire 2 “ 8 “ ~
Per N° 600 mattoni in (?) Lire 24 “ ~ “ ~
Per N° 1500 calcina Lire 15 “ ~ “
~
Per N° 100 pozzolana Lire 5 “ ~ “ ~
Per some 8 rena Lire 4 “ 16 “
~
Per un grillo e dado di pietra Lire 15 “ ~ “ ~
Per N° 8 ore di muratore Lire 20 “ ~ “ ~
Per N° 8 ore al manovale Lire 12 “ ~ “ ~
Per N° 4 B:ra pietra per la finestra Lire 4 “ ~ “
~
Per la serratura della d:a finestra Lire 3 “ ~ “
~
Più per i ferramenti della med:a
Finestra Lire 4 “10 “ ~
Totale Lire 109 “14 “ ~
Questo e quanto
Lucca 13 Luglio 1838
P. Giambastiani
Publ: Perito
2) Sollecito al Gonfaloniere del
Bagno per l’autorizzazione ai lavori.
Eccellenza
Luca Marchi della Pieve di Controne inoltrò nel Luglio passato
un’istanza all’Ill:mo Sig: Gonfaloniere del Bagno facendo al medesimo una
proposta in ordine alla sorgente di acqua situata in detta Sezione ove dicesi
Reuli, o in Castello; ma non ha molto è stato a lui partecipato che l’istanza
med:a non è secondata. Siccome il rispettoso esponente abbisogna di acqua per
la stazione della seta, e siccome quella fonte è esclusivamente sua poiché nata
sopra un fondo di suo dominio, e perché niuno può giustamente vantare di avere
né con titolo, né colla prescrizione acquistato il diritto di goderne, così
prima di intraprendere i lavori diretti ad incassare quelle acque, ed a
condurle alle proprie caldaie, a casa prossima alla sorgente, prega la E: V: a
prendere in esame la sua offerta, e ravvisandola, come si lusinga, giustissima,
a farla accogliere allo comune del bagno come assai più vantaggiosa alla
Sezione che al Ricorrente.
Per ravvisare a colpo d’occhio la giustizia del Suo progetto conviene
che l’E[mutilo] sia persuasa che la Fonte di reuli scaturisca sulla proprietà
dell’esponente: che sempre esso o i suoi autori han fatto le riparazioni del
muro a secco dal quale nasce, né mai in antico né di recente vi ha lavorato la
Comune, o la Sezione; che quella non è la fonte pubblica della Pieve, ma
sibbene l’altra detta la Fontana; e che perciò esso è assistito dal più buon diritto
di convertire a esclusivo vantaggio tutta quell’acqua senza che abbia a temere
le giuste pretese di altri.
Non ostante ciò il Marchi offre di cedere a profitto del piccolo
villaggio di Castello composto di N 5 famiglie (alle quali soltanto può far comodo)
la metà della acqua di quella sorgente alla condizione per altro, e non
altrimenti che a spesa della Sezione si allaccino le acque stesse (che ora in
parte si disperdono) ed a buona regola di arte si dividano per metà, in modo
che l’una serva a vantaggio pubblico, e l’altra possa essere dall’Esponente
condotta a proprie spese alla sua casa, e caldaie, in tutto con piccolissimo
dispendio, e con utilità manifesta del d: villaggio, e del Ricorrente, il quale
si pregia di dichiararsi
Dall’ E: V:
Pieve di controne 9 Febb: 1839
Devotiss: Obe:mo Ser[vo]
3) Resoconto del lavoro eseguito.
Ill:mo Signore
Autorizzato a fare eseguire il restauro della Fonte detta di Reuli
mediante perseguiato(?) Dispaccio Ministeriale di N° 7641 a me partecipato con
piegodi N° 180, ho fatto eseguire detto restauro, dove è occorsa la qui
descritta spesa.
Dettaglio specificato.
Per (?) 1800 calcina da
Bartolomeo Magnani compra, e porta F 18: –
Rena dal detto some 12, più da Domenico Barsotti some 3; in tutto F 11: 5 :
–
Rottami di mattoni some 2; il tutto preso dal sudd:o Bartolomeo
Magnani F 2: –
Cannelle N°: 3 Mattoni N°: 250 presi da Domenico Silvestri compra e
porto F 13: –
Puzzolana 200 comprata da
Pietro Dinelli con il porto F 7 : 10 : –
Un grillo d’ottone comprato dal Sig: Giuseppe Andreoni F 7 : 10
: –
Opre 2 allo Scalpellino Domenico Martini per fare un dado,
e
una finestra di pietra F 5 : –
Opre di Muratore 3 ½ a Giovanni Lucchesi: altre
3 ½ a Bartolomeo Silvestri F 17: 10 : –
Opre a fare lo sterro di manovale 4 a Pietro
Barsanti: altre 4 a Paolino Rossi;
altre 4 a
Antonio Brunicardi – in tutto N°: 12 F
18: –
Libre 3 piombo per impiombare il grillo F –: 15
Una serratura fatta di tavole di castagno fatta
da andrea Barsi, toppa,
gangari,
bendelle, e chiodi F 5: 10 : –
F 106 : –
Per tre giorni e mezzo la mia assistenza F 6 : 6 : –
Totale
F 106 : 6 : –
Questo è quanto ho l’onore di rimettere alla S: V: Ill.ma, mentre con
il più profondo rispetto mi segno
Umilì:mo Servo
Pieve di
Controne 10 Maggio 1839
Il Presidente
L: M:
4) Denuncia del danno arrecato
alla fonte.
[minuta]
Ill.mo Sig: re Gonfaloniere
Esiste nella villa della Pieve una Fonte detta di Reuli la quale nasce
in un luogo seminativo di mia o Sig: Gonfalo:e proprietà. In vista della
necessità che ha la villa di detta fonte inoltrai nel 1839 un’istanza
all’Ill:mo Gonfal:e che (?) in quei tempi facendoli conoscere che sebbene la
fonte era esclusivamente di mia proprietà con alcune condizioni ero pronto a cedere
una parte di acqua per comodo della villa, e in data dell’8 Aprile anno sudd:o
il Sig: Gonfaloniere mi partecipò che S:a E:a il Ministro dell’Interno con
ossequiato dispacci odi N: 764 aveva accordata la mia Istanza, e perciò feci
eseguire il lavoro come mi veniva imposto. Ora è stata portata via la finestra
che serviva di serratura al bottaccio, quale stava serrata con chiave, ed era
coperta con lamiera di ferro e rotto il condotto che con due tubi uno conduceva
l’acqua in mia casa, e l’altro nel Bottaccio dimodoche non più mesca nel mio
condotto, è stata levata la chiave, o così detto grillo, ed è smosso non poco
il dado di detta chiave. Abbisogna dunque rimettere una nuova serratura, i due
tubi fatti o di piombo, o giudicherei più stabili di rame che potranno essere
della lunghezza di circa due terzi di B:a, rimurare il dado con chiave fermato
con una spranga di ferro.
Prego intanto la S:a E:a Ill:ma a
prendere in considerazione questo piccolo lavoro di tenue spesa mentre
lusingandomi che sarà secondata la mia Istanza, protestandoli la mia stima
distinta ho l’onore di segnarmi
Di V:a S:a Ill:ma
Devot:mo Servo
Pieve di Cont:e 5 Giugno 1861
L: M:
5) Autorizzazione alla
riparazione dei danni denunciati.
Signore,
L’autorizzo a far restaurare la Fonte Comunale di REuli nel Popolo
della Pieve di Controne; lavoro consistente nell’applicazione di un
reepartitore in rame e nella costruzione dell’uscettino del serbatoio.
Raccomandandoli la massima economia, attenderò poi la perizia della
spesa occorsa per l’opportuno rimborso.
Frattanto mi dico con stima
Li V.
Li 8 Luglio 1861
Dev:mo Servitore
(firma)
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