lunedì 4 maggio 2015

REQUISIZIONE DI BENI PRIVATI DA PARTE DI TRUPPE COMBATTENTI DURANTE LE DUE GUERRE MONDIALI


requisizione di beni di privati da parte di truppe combattenti durante le due Guerre Mondiali.

L’istituto della requisizione nel contesto delle guerre è antichissimo e inizialmente aveva tutti i caratteri dell’abuso, mentre la corresponsione di un’apposita indennità per tutelare i diritti dei soggetti soccombenti è stata istituita in tempi non lontani.
Nel seguito vengono riportati documenti relativi a due appropriazioni di beni privati, operate da forze militari, verificatesi l’una durante la Grande Guerra e l’altra nella seconda Guerra Mondiale.

Requisizione durante la Grande Guerra.
La commissione per la revisione degli affitti della IVa Armata dell’Esercito italiano invia al Ten. Mario Marchi una richiesta d’informazioni relativa al prelevamento da parte della 776a Batteria da posizione di 211 litri di vino nella cantina di Villa Francese in loc. Pederiva nel mese di novembre del 1917, come sotto estratto


dal documento completo:


L’affidamento del comando della 776a Batteria al Ten. Marchi, riportato nel suo libricino di appunti e indicato nello stato di servizio militare, porta la data del 3 novembre 1917, in piena ritirata dopo Caporetto, che così descrive alla famiglia nelle sue lettere:
 “… Eravamo in posizione difficili fra le difficili a 2000 metri da quel maledetto Iovame che è stato la tomba di tanti nostri eroi. E lassù la batteria si era fatta larga fama sino tra gli Austriaci per i tiri sapienti eseguiti. ........ Tu puoi da questo immaginare con quale spirito i miei ufficiali e i miei soldati sono scesi qui incontro al nemico. E’ stato prima un calvario per monti pieni di neve a trascinare i pezzi. Ho tirato per due giorni le funi come un pazzo. ........ Così ci siamo ritirati portando con noi quanto i nostri capi ci avevano affidato. Giunto qui in pianura [Riferimento alla posizione assunta dalla batteria sulla destra del Piave] e presa posizione la mia batteria fu la prima ad essere in efficienza. E quando l’ultimo ponte saltò noi eravamo da giorni pronti ad entrare in azione.[vedi post: "Ricordi della Grande Guerra di una famigli luvcchese - IV° parte]
 Il comando della batteria è lasciato dall’Ufficiale nei primi giorni di dicembre, quando la 776a è sciolta per confluire in altre unità.

Sul retro della lettera della Commissione il Ten. Marchi scrive la brutta copia della risposta, confermando di aver effettuato la requisizione, ma escludendo che nel breve periodo successivo alla requisizione in cui aveva continuato il comando della batteria gli fosse stato presentato il buono per il pagamento del vino prelevato.


Trascrizione della brutta copia:

Alla Commissione -----
Non ho potuto rispondere con maggiore sollecitudine al foglio N --- di Cotesta Commissione perché in licenza straordinaria.
Quantunque privo di ogni documento col quale suffragare le mie affermazioni posso ricordare di aver prelevato, quale Comandante della 776 a B.P, il vino in questione rilasciando regolare buono; ciò secondo le disposizioni dell’autorità [illeggibile]. La 776 a Batteria di posizione fu il 17 Novembre, privata dei cannoni e poco tempo dopo gli uomini e gli ufficiali distribuiti fra le altre batterie del Gruppo, finché fu [illeggibile – a senso: ricostituita] nel Gennaio 1918 sotto il comando del Cap. Della Rocca Ing. Guido. Escludo che nel breve periodo successivo alla requisizione sia stato presentato a me il buono per il pagamento; ignoro se detto buono sia stato presentato ai successivi comandanti della batteria, da nessuno dei quali per altro mai sono state a me richieste spiegazioni.
Detto buono doveva essere pagato dalla batteria secondo il prezzo stabilito dal Comando del Gruppo Batteria di P. della Rocca oggi 91° Gu….. [?]

Requisizione durante la Seconda Guerra Mondiale.
Il documento e costiuito da una richiesta alla pretura di Borgo a Mozzano per il risarcimento di un appareccchio radio requisito dalle truppe brasiliane, che liberarono Borgo a Mozzano dai nazzi-fascisti nel settembre 1944. La domanda, presentata nel 1954  è a firma di Licia Pellegrini, figlia della proprietaria del bene requisito.


Per dare prova dell'avvenuta requisizione sono riportati i nomi di testimoni:



Viene quindi ricordato del fatto la data , 1° Novembre 1944, il militare che la ha effettuata, sergente Walter Winter, e la motivazione, per usarla nell'ospedale da campo apprestato:


Documento completo:


In data 23 maggio 1958 viene data comunicazione alla proprietaria del bene requisito dell'indennizzo pari a £ 4500 (anzichè £15000, richieste).















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