Brogli alle
elezioni politiche del 1913 nel collegio di Borgo a Mozzano.
Premessa.
In Italia le elezioni politiche del 1913 furono
le prime a suffragio universale maschile. L’elettorato attivo fu esteso a tutti
i cittadini maschi di età superiore ai 30 anni senza alcun requisito di censo,
né di istruzione, restando ferme per i maggiorenni di età inferiore ai 30 anni
le condizioni di censo o di prestazione del servizio militare o il possesso di
titoli di studio già richiesti per le precedenti consultazioni. Il corpo
elettorale passò da 3.300.000 a 8.443.205, di cui 2.500.000 analfabeti, pari al
23,2% della popolazione. L’elezione avvenne utilizzando il metodo maggioritario
con la vittoria di un solo candidato per collegio uninominale.
Il collegio a cui si riferiscono
i documenti sotto riportati è quello di Borgo a Mozzano, che comprendeva diversi
comuni fra cui Bagni di Lucca, e dove erano candidati il prof. Augusto Mancini
per il Blocco Repubblicano e Domenico Tomba per i cattolici.
Oggetto.
Lettere scambiate fra il Cav.
Giuseppe Marchi, ex sindaco di Bagni di Lucca, e il figlio Mario, studente
d’ingegneria presso il Politecnico di Torino.
21 ottobre 1913 – (cinque giorni prima della consultazione)
Lettera di Mario Marchi da
Torino al padre in cui esprime preoccupazione per i possibili voti comprati dal
candidato?. Tomba, operazione ritenuta tuttavia di non facile attuazione per le
modalità di votazione, e si augura che “se
non si riesce [da parte del candidato Tomba] stabilire un controllo per gli elettori che si fanno pagare, la
candidatura del povero Tomba si risolverà in un gran fiasco.” La missiva
termina con l’appello in favore del Mancini: “Elettori votate compatti per il prof. Augusto Mancini !!!”
26 ottobre 1913 – (giorno della consultazione)
Lettera di Giuseppe Marchi
al figlio. È giorno di votazione e vi è la speranza di un risultato favorevole
al Mancini. “ In questo momento la gran
lotta è più acuta che mai. I tombisti sono assai scossi e non si sentono che
grida di viva Mancini. È una cosa non mai veduta fra queste popolazioni. Gli
animi sono eccitatissimi, e le coscenze in parte si sono ribellate alla corruzione.”
27 ottobre 1913 – (il giorno successivo alla consultazione)
La lettera del padre
esprime tutta l’amarezza per la sconfitta della sua parte: “I partiti del Bottini e dei preti hanno
vinto su tutta la linea … in
questo Collegio il Tomba con circa 1000. Voti di maggioranza. …….. anche in questi Comuni di Val di Serchio e Val di Lima la
corruzione è stata fortissima. Le canoniche erano ridotte vere e proprie agenzia per la compera dei voti ….”
Inoltre dà notizie di una situazione di profondo turbamento della popolazione
che può sfociare, come in qualche caso è già avvenuto, in scontri anche
violenti: “In questo momento il1/2
Squadrone di Cavalleggeri che erano qui, sono partiti per Lucca, poiché stamane
si temono dei disordini …..”
3
novembre 1913 – (una settimana dopo il risultato della consultazione)
Dopo la prima amarezza Giuseppe Marchi si
consola nel sottolineare che nel Collegio di Borgo a Mozzano, anche se se la
lotta politica si svolta “malamente”,
“non ci furono né colpi di rivoltella né
baruffe”. Rafforza invece la denuncia contro il mondo clericale: “Vi fu una corruzione su vasta scala e i
preti tutti avevano messo nelle rispettive canoniche agenzia di compra di
voti…… Il Comitato raccoglie le prove della corruzione ….”. Dopo alcune notizie
sui collegi di Lucca e di Capannori, non senza una certa soddisfazione informa
il figlio Mario che: “Qui (Borgo a
Mozzano) e ai Bagni i tombisti
appariscono mortificati. Il Tomba non darà un soldo e non entrerà nella Società
delle Terme …”.
Conclusione.
Le elezioni del 26 ottobre
1913 videro vincitore al primo turno il clericale Domenico Tomba, ma la
consultazione nel Collegio di Borgo a Mozzano, come in altri, fu
ripetuta nel 1915, dopo l’annullamento per brogli, e stavolta il prof. Mancini
riuscì, col sostegno della sinistra, ad entrare in
Parlamento.
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