Due fogli di un cifrario
segreto lucchese, databile al termine del XVII o all’inizio del XVIII sec.
La datazione è dedotta dai
riferimenti alla “principessa Violante” (individuata dal numero “45”), che visse
dal 1632 al 1708 e al “principe Gia: Gastone de Medici”
(individuato dal numero “38”), divenuto granduca nel 1632.
Il primo foglio riporta il
titolo “Chiave della Cifra” e di seguito sono riportati i numeri da 10
a 99 legati alle lettere dell’alfabeto, a parole (per, onde, quando …), a
personaggi (il già citati Gastone de Medici, la principessa Violante, il Papa,
il cardinale de Medici, il Re di Spagna …) o la città (Lucca, Pisa …).
ES.
27 Rep[ubblica].
di Lucca
33 Lucca
35 z, 35 Firenze
37 Card[le] de
Medici
38 P.[principe]
Gia:[n] Gast[one de Medici]
45 Princ[ipessa]
Violante
46 Pisa
59 Papa
63 Re di Spagna
Il secondo foglio riporta
in alto una griglia con le lettere dell’ alfabeto nella prima linea e il numero
con cui indicarle nelle colonne corrispondenti. Molte lettere sono individuate
da diversi numeri come ad es. “a”: 41, 24, 65, 83. L’indicazione di una lettera
con più numeri, rendeva maggiormente difficile l’interpretazione del messaggio,
dove fosse stato intercettato dal “nemico”.
Seguono riportati numeri e
dizione corrispondenti , forse più usate e i numeri non utilizzati nel
cifrario.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Brevi Cenni
sulla Crittografia dall’origine al XVIII sec
La scrittura segreta, cioè tale da
essere letta solo da coloro che ne conoscono l’artificio usato per comporla,
può essere realizzata:
-
col sistema della scrittura invisibile attraverso inchiostri simpatici, che
diviene leggibile con particolari trattamenti;
-
col sistema della scrittura convenzionale, dove il testo trasmesso ha un
significato apparente diverso da quello effettivo;
-
col sistema della scrittura cifrata, dove il testo ha un significato logico
solo per chi sa interpretarlo.
Quest’ultima fu definita crittografia da
G. Selenus nel 1624, ma ha origini ben più antiche.
|
|
Lo storico greco Plutarco, ha descritto la Scitala spartana, ossia un bastone
costruito in due esemplari perfettamente identici su cui si poteva avvolgere un
nastro di pergamena o di papiro. Il messaggio veniva scritto nel senso della
lunghezza del bastone, quindi il nastro veniva svolto e spedito al destinatario,
che era in possesso della seconda copia del bastone. Riavvolgendo il nastro
compariva il messaggio in chiaro
Lo storico Svetonio
nella “Vite dei dodici Cesari” descrive il sistema di cifratura usato da Giulio Cesare, che sostituiva alla
prima lettera dell’alfabeto A la quarta lettera D, alla seconda la quinta e
così di seguito per tutte le altre, come sotto riportato:
A
|
B
|
C
|
D
|
E
|
F
|
G
|
H
|
I
|
L
|
M
|
N
|
O
|
P
|
Q
|
R
|
S
|
T
|
V
|
X
|
Alfabeto in chiaro
|
D
|
E
|
F
|
G
|
H
|
I
|
L
|
M
|
N
|
O
|
P
|
Q
|
R
|
S
|
T
|
V
|
X
|
A
|
B
|
C
|
Alfabeto segreto
|
Così il il crittogramma cesariano: LDQQND HXA ……
restituisce
il messaggio: GALLIA EST (Inizio del
“De Bello Gallico”)
Nel seguito la compilazione e la lettura
del crittogramma si sono arricchite di metodi sempre più raffinati e ingegnosi.
- I cifrari
a rotazione, descritti da Leon Battista Alberti (1402-1472), sono costituiti da due dischi concentrici
liberi di ruotare uno rispetto all’altro su cui sono scritte le lettere
dell’alfabeto.
La loro
chiave è costituita da una lettera, per esempio la G del disco interno come in figura, che posta in
corrispondenza alla A del disco esterno
permette di decifrare il messaggio, corrispondendo alla G del alfabeto
segreto la A dell’alfabeto in chiaro, alla H la B e così di seguito.
- I cifrari
a griglie furono ideati dallo scienziato da Girolamo Cardano (1501-1576). Le lettere
del messaggio mantengono il loro significato ma frammischiate ad altre, per cui
si deve sovrapporre allo scritto un cartoncino appositamente forato (“griglia”)
che lascia in evidenza solo le lettere del testo che vuole essere trasmesso,
mentre rimangono nascoste tutte le altre.
- Nella
seconda metà del ‘700 la passione per la meccanica automatizzò anche la
crittografia. Il primo inventore di macchina di cifra fu Thomas Jefferson (1743-1826), autore della
Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti d’America. La macchina è formato
da un cilindro montato su un asse e affettato in 36 dischi uguali che
possono ruotare liberamente attorno all’asse. Sul bordo esterno di ciascuna ruota sono scritte 26 lettere
dell’alfabeto, equispaziate l’una dall’altra.
Anche il
cilindro di Bazeries era stato ideato con caratteristiche assai simili ed
analogo era il metodo di trasmissione.
Si scriveva
il messaggio in chiaro allineato sui 20 dischi:
JE
SUIS INDECHIFRABLE
quindi si
imponeva la chiave 3, cioè tutti i dischi dovevano essere ruotati di 3
posizioni, per ottenere il crittogramma da trasmettere:
MUXRNPCRSRRNMKKUDGFC
Inversamente
il ricevente scriveva il messaggio criptato sulla stessa macchina, ruotava
tutti i dischi di 3 posizioni e leggeva la comunicazione in chiaro.
Nessun commento:
Posta un commento