LA STATUA SCANDALOSA in
Piazza Napoleone a Lucca - 1843 - "UN ABORRITO DRUDO" -
Piazza Napoleone a Lucca - 1843 - "UN ABORRITO DRUDO" -
Monumento a Maria Luisa di Borbone, duchessa di Lucca, con il suo genio. |
Fra le carte di casa Giambastiani di S.Gennaro, oggi
in Comune di Capannori, vi è una lettera inviata da “Gli onesti padri di Famiglia
[e] le
donne oneste scandalizzate ed offese da tale obbrobrio” al “Molto
Rev.do”, non meglio specificato, ma identificabile nel padre
agostiniano Francesco Luigi Giambastiani, “Sacerdote della Diocesi di Lucca, lettore in
Filosofia e S. Teologia, Cappellano Capitano del primo Battaglione della
Guardia Civica di Lucca e della Colonna Mobile Lucchese, e delle altre Truppe
Toscane”, come è riportato in un documento arcivescovile del 1848.
Nella missiva il destinatario è appellato “Voi che fino a qui siete stato il Capo del popolo” e tale frase ben si adatta a un personaggio singolare e volitivo come padre Francesco, che viene severamente redarguito dai superiori per la irrequietezza del carattere, che partecipa attivamente al V° Congresso degli Scienziati italiani tenuto a Lucca nel 1843, che intrattiene uno scambio epistolare con Matteo Trenta il monaco-guerriero, che partecipa alla prima guerra d’indipendenza distinguendosi e a cui Cleobulina Cotenna, patriota lucchese, dedicò versi risorgimentali.
Un appellativo simile a quello sopra riportato si trova in una lettera del 1847, indirizzata al Padre Agostiniano, nella quale Tommaso Ward, ex ministro del duca di Lucca Carlo Ludovico, da Firenze scrive “…. mi dirigo all’amico del popolo, all’amico della patria, all’amico che ho sempre conosciuto leale e franco …”, riprendendo (esagerando) nel primo epiteto il titolo del giornale rivoluzionario di J. P. Marat.
Padre Agostiniano Francesco Luigi Giambastiani. |
Il periodare non sempre lineare e la calligrafia di
difficile lettura non permettono una trascrizione compiuta della lettera che,
come sopra detto, un “comitato” cittadino indirizza al Giambastiani.
La richiesta formulata è “…voi dovete per i principi di
vivere di Cristianità, di Religione, risolvervi una volta a togliere o far
togliere quello scandalo …” perché “ … solo nei tempi gentili e barbari
si ammisero sotto gli occhi del pubblico oscenità tali; ma che nei suoli
civilizzati e religiosi giammai si
ammisero, né si tollerarono …” . L’oscenità è costituita da una “ …
statua
tanto scandalosa … ” per cui “ … una buona parte delle oneste
famiglie, … si sono proibite di mandare o venire a passeggiare in piazza,
poiché la parola dell’evangelo della religione parla alle loro coscienze…”.
Ricordato al sacerdote di essere stato guida al
popolo nelle funzioni religiose, la lettera insiste nella richiesta di un suo
intervento: “[non] … potete permettere, quest’oltraggio al decoro
all’onestà, ai buoni costumi, alla Religione, scoprendone un’ abborrito Drudo,
maliziosamente fatto da un’ iniquo artefice posto accanto ad una donna ben
conosciuta nella fu Sua Condotta…”, ed ancora “…vi vorrete prestare lo speriamo a
far togliere la detta statua o a coprirla perpetuamente , salvando così
l’innocenza oltraggiata…”.
Nel caso in cui non si giunga a quanto richiesto, il
“comitato” minaccia “ … sono già pronti un numero infinito di
stampe da spargersi al popolo di Lucca, e di campagna onde secondando il loro
desiderio, si prestino in tumulto alla detta distruzione….”.
La statua dello scandalo, pur non essendo esplicitamente
indicata nella lettera, può essere individuata attraverso i particolari
descritti. La statua si trova in una piazza e rappresenta un giovane accanto a
una “donna”, che in vita ha tenuto una condotta specchiata. Questi elementi
portano al monumento eretto nel 1843 in piazza Napoleone nel centro storico di
Lucca, opera dello scultore Lorenzo Bartolini. La “donna” di specchiata
condotta è la duchessa Maria Luisa di Borbone, deceduta nel 1824 ed il giovane,
“un’abborrito
drudo”, rappresenta il suo genio, nelle forme di un giovane nudo.
Restano enigmatici i due riferimenti contenuti nel
documento relativi a “scoprimenti” della “ … statua tanto scandalosa … ”,
dovendo presupporre che il monumento, per la parte del giovane nudo, fosse
stato per un certo periodo coperta:
“ …scoprendone un’ abborrito Drudo…” e
“ …
sia stato riscoperto da quattro o sei iniqui…”.
Voi che fino a qui siete stato il Capo del popolo, e che
dai vostri ordini ha sempre e continuamente deferito: voi in sostanza non tanto
come vero Cristiano, ma di più come sacerdote, per conseguenza vero
amministratore del Sacrosanto Evangelo di Cristo, voi dovete per i principi di
vivere di Cristianità, di Religione, risolvervi una volta a togliere o far
togliere quello scandalo, che per causa [incomprensibile] e sfrenati giovinastri
si è prestato a danno della gioventù, e dell’innocenza, e certi [incomprensibile]
sono dipravamento. Solo nei tempi gentili e barbari si ammisero sotto gli occhi
del pubblico oscenità tali; ma che nei suoli civilizzati e religiosi
giammai si ammisero, né si
tollerarono. La santa nostra Religione, e voi ben lo sapete, non che non
tollerare, esclama anzi contro gli scandali, contro le immoralità, li
proscrive. Ora, mentre giammai fu conosciuta oscenità tale in Lucca si pretende
da questi reprobi, che a dispetto delle altrui coscienze dei buoni costumi,
della Santa nostra Religione debba restare sotto gli occhi di un pubblico già
abbastanza sdegnato, una statua tanto scandalosa? Sono queste le basi sopra cui
si vuole e s’intende fondare la Santa Causa della Libertà, della indipendenza
italiana? Si vuole così aver seguaci a tali giustissime massime, su tali
principini si aborriti e [incomprensibile]
? No! L’onestà la religione, fondamenti di ogni nazione non lo tollerano, né
possono tollerarlo, e già migliaia di Capi di famiglia aborrono tali massime ed
a quelle si rendono retrogradi, per tali principi. Voi però che guidavi il
popolo a render grazie alla immacolata vergine, che cantavi l’inno dell’ ostia immacolata,
voi non potevi, ne potete permettere, quest’oltraggio al decoro all’onestà, ai
buoni costumi, alla Religione, scoprendone un’ abborrito Drudo, maliziosamente
fatto da un’ iniquo artefice posto accanto ad una donna ben conosciuta nella fu
Sua Condotta.
E si è potuto tollerare che per ben replicate volte,
sebbene onestamente e seriamente ordinato, sia stato riscoperto da quattro o
sei iniqui, che tentano di [incomprensibile] il freno.
Voi che ben potete [incomprensibile] a qual ritrosia, con ragione, si sia ridotta
una buona parte delle oneste famiglie, che si sono proibite di mandare o venire
a passeggiare in piazza, poiché la parola dell’evangelo della religione parla
alle loro coscienze; voi come sacerdote che tutto potete [incomprensibile]
e al governo e a tali disonesti, voi vi vorrete prestare lo speriamo a far
togliere la detta statua o a coprirla perpetuamente , salvando così l’innocenza
oltraggiata.
Altrimenti, o non volendo o non potendo, vi
previnghiamo che sono già pronti un numero infinito di stampe da spargersi al
popolo di Lucca, e di campagna onde secondando il loro desiderio, si prestino
in tumulto alla detta distruzione. Così vuole Iddio stesso, e la Sua Santissima
madre, Speriamo però nella vostra conosciuta bontà e coscienza e siamo sicuri
che vorrete a ciò prostarvi quanto prima e noi pregheremo l’altissimo per la
vostra salute e per il prospero fine della Causa comune italiana. Sempre dalla
parte dei veri sentimenti morali e religiosi: ascoltate i nostri detti che sono
venuti, non da bigottismo ma da veri sentimenti Cattolici ed onesti, ai quali
fanno eco i nostri Santi Dommi, Iddio stesso.
Noi Siamo addio Gli onesti padri di Famiglia
Le donne oneste scandalizzate
ed offese da tale obbrobrio.
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