sabato 14 febbraio 2015

La grande Guerra. Dal diario del Ten. Marchi: “Oggi i nostri hanno passato il Piave. Viva l’Italia.”


La Grande Guerra. Dal diario del Ten. Marchi:
 “Oggi i nostri hanno passato il Piave. Viva l’Italia.”

Il Ten. Mario Marchi è un ingegnere industriale-meccanico laureatosi al Politecnico di Torino e durante la prima guerra mondiale, a cui partecipa con lo spirito risorgimentale proprio della famiglia, viene impiegato secondo le competenze tecniche possedute.
Fino a Caporetto il Ten. Marchi fa parte della 776 Batteria, con  il compito di osservatore le linee nemiche e di compiere rilevamenti tecnici per il tiro dei cannoni, essendo in alta montagna necessaria la massima precisione.
La rotta di Caporetto travolge anche la 776 Batteria e il Ten. Marchi con grande dolore, ma con orgoglio, racconta nella corrispondenza con la famiglia:
“E’ stato prima un calvario per monti pieni di neve a trascinare i pezzi. Ho tirato per due giorni le funi come un pazzo. Ho avuto l’onore di essere l’ultimo col mio Maggiore a scendere da un passo molto noto. Dietro a noi erano le prime pattuglie austriache. Così ci siamo ritirati portando con noi quanto i nostri capi ci avevano affidato. Giunto qui in pianura fu la prima ad essere in efficienza. E quando l’ultimo ponte [sul Piave] saltò noi eravamo da giorni pronti ad entrare in azione. [vedere blog “Ricordi della Grande Guerra di una famiglia lucchese”.]
Dopo Caporetto, fino alla prima decade di aprile del 1918, al Ten. Marchi viene affidato la costruzione di strade di montagna per movimentare i pezzi d’artiglieria e la formazione di piazzole per posizionare i cannoni che devono battere le linee nemiche. Successivamente riceve l’incarico di revisionare le bocche da fuoco dell’artiglieria. Questa mansione in effetti lo rattrista: “Non vorrei avere questa benedetta laurea che mi toglie ora e in un momento decisivo l’onore grandissimo del combattimento” [lett. alla madre del 15-4-1918].
Il nuovo incarico gli permette tuttavia di avere una visione d’insieme di ciò che sta maturando nelle retrovie e sulla linea del fronte. Tra il 24 e il 27 ottobre si svolse la III battaglia del Piave: al termine di due giorni di aspri combattimenti, resi difficili dalle continue piogge, che avevano contribuito ad ingrossare le acque del fiume, i soldati italiani, dopo un primo momento di difficoltà, furono in grado di attraversare il Piave e di avere la meglio sulla vigorosa resistenza nemica.
Dal diario del Ten. Marchi si legge:
15 ottobre – Domenica partii con un cielo burrascoso per Asolo; ma quando fui giunto là si aprirono già dei vasti lembi di sereno e si vedeva qualche sprazzo di sole. ……… Trovai alla batteria il capitano Pierani che avevo conosciuto al corso di  Fornovo e che mi colmò di gentilezza. Discesi alle 11 a Passagno e via verso Cittadella sotto un meraviglioso cielo  bianco e blu in mezzo a una campagna verdissima ……. A Riese uniformi azzurre di francesi. Da per tutto camion inglesi e americani. I soldati acclamano e gridano al Piave al Piave.
Lunedì sono salito al Monte Gusella sotto una pioggia maledetta ed ho dovuto da fare lassù fino a mezzogiorno nel mezzo alla bufera. Il nemico sparava su Bassano. Il colpi passavano rombando sulla nostra testa e si vedevano dopo grandi colonne di fumo intorno alla stazione…

“20 Ottobre 1918
Gand sta per cadere! Ecco la notizia di stasera che mette la febbre. La manovra d’ala degli alleati quali conseguenze potrà avere per il nemico?
È un incalzarsi di notizie, di previsioni che sconvolge.
Non so più che pensare. La Germania abbassa la testa; discuterà anche la ultima nota di Wilson!
Anche vili! Erano tracotanti quando aggredivano i deboli ora che soccombono hanno paura di perdere.
Ecco il grande animo di questi tedeschi!
Non avemmo paura noi l’anno scorso sul Grappa e sul Piave. Mi ribalena nella memoria quando Marghieri dalla linea dei pezzi telefonò a me all’osservatorio che le altre batterie mettevano gli attacchi meccanici e si preparavano alla partenza. Sta bene risposi, abbiamo l’onore di rimanere di copertura e di sacrificio.
Ora arrivano le ore che precedono la vittoria. Passano le truppe a torrenti. Arrivano i Francesi. Da qui al Piave è un solo accampamento.”



Marghieri che oggi è venuto qui di corsa sembra pazzo. Ci abbracciamo senza sapere perché. Mamma, se qualche cosa dovesse accadermi, Marghieri può essere un utile appoggio per procurare un posto a Delia e Cesare!
Ma via i brutti pensieri. Oggi è il giorno che precede la vittoria. Passano i reggimenti di cavalleria.
Stasera quando sono andato per vedere se era stato ordinato il mio camion per domani ho saputo che da domani in poi ogni trasporto è sospeso eccetto quello delle munizioni.
È fissato per domani solo il camion che trasporterà a Crespano un affusto per le esequie  del Conte di Salemi morto oggi. Non si sa ancora se di malattia [febbre spagnola] o di ferite.

Domani il pericolo della mia gita mi sembra quasi il pericolo del combattente e ne sono gioioso.
Stasera abbiamo parlato a lungo alla mensa. Si è molto discusso la dichiarazione di Rika [?] “Abbiamo perduto la guerra!”. Chi sa il morale delle truppe nemiche in questi giorni!
E, lo dico ancora una volta, è il morale che vince.



Così vincereo! Il Colonnello Zardo che è informatissimo e iperattivissimo si è lasciato scappare non arriveremo in una sola tappa a Belluno.

Non so che scrivo tanto sono eccitato.Internamente da qualche giorno sono così sereno perché le condizioni della famiglia si sono accomodate colla vendita terreni che troppa felicità mi fa paura.

Mamma, Delia, Cesare, beato chi muore nella vittoria!

“27 ottobre
Non ho tempo di scrivere perché domattina alle 6 partirò per Fietta. Dal 21 al 23 sono stato in linea ed ho visto la preparazione della grande battaglia.
Dal 24 ad oggi il Grappa è in fiamme e la battaglia è furibonda. Oggi i nostri hanno passato il Piave. Viva l’Italia.”








1 commento:

  1. La trascrizione corretta è CRESPANO, all'epoca Crespano Veneto dove morì il 19 ottobre 1918 il conte di Salemi (Umberto di Savoia-Aosta)

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