Piastrina di riconoscimento del Ten. Mario Marchi
I° Guerra Mondiale
I° Guerra Mondiale
Le
piastrine identificative vennero impiegate per la prima volta nella guerra civile americana del 1861-1865. L'a loro
adozione nacque dall’uso diffuso dei soldati di annotare sulla propria divisa i
dati personali ed in particolare l’indirizzo dove recapitare la salma nel caso
di morte
L’esercito
italiano adottò la piastrina identificativa a fine dell'800, costituita da una targhetta di 37x54 mm in
zinco, forata agli angoli per essere cucita all'interno della giubba della
divisa. All'atto del congedo veniva cucita all'interno della copertina del
libretto personale e questo veniva consegnato al militare intestatario, cui era
affidata la custodia.
Durante
la prima guerra mondiale fu introdotto, oltre alla piastrina precedente, un piccola
scatola di latta di misure 52x34x5 mm, formata da due guancette unite da una
cerniera ad un'estremità, mentre quella opposta formava un anello che
permetteva di essere appesa al collo con uno spago. All'interno era custodito
un cartiglio con i dati anagrafici, la matricola, il grado, il reparto, il
distretto militare, il nome dei genitori e l'indirizzo di residenza. Sul retro
erano annotate le vaccinazioni cui era stato sottoposto il soldato.
Piastrina chiusa |
Piastrina aperta - Tessera militare (fronte): annotato cognome , nome, anno di nascita, categoria di reclutamento - luogo e giorno di nascita, paternità, maternità e luogo di residenza |
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