giovedì 1 giugno 2017

LA GRANDE GUERRA - STORIE DI "CAPORETTO" - LETTERA DEL TEN. MARIO MARCHI, ING. DI LUCCA, AD UN AMICO - 1917




Storie di “caporetto” – Lettera del ten. Mario Marchi, ing. di Lucca ad un amico - 9 dicembre 1917


Carissimo Vag..[?]..oni ,
Grazie infinite della tua lettera e delle notizie che mi dai. Io purtroppo son pieno di tristezza in questo momento. Non per la nostra guerra perché la fede che ho è tanto grande che non vedo altro che la futura vittoria. Ma perché la mia batteria ha avuto sorte immeritata.
Eravamo in posizione difficili fra le difficili a 2000 metri da quel maledetto Fovame che è stato la tomba di tanti nostri eroi. E lassù la batteria si era fatta larga fama sino tra gli Austriaci per i tiri sapienti eseguiti. Il Capitano che la comandava prima di me si levava il gusto di far saltare le vedette nemiche con una salve di sezione. In altra occasione il comandante delle forze nemiche di tutto il Iovame, un manigoldo che da due anni si scervellava per farci il peggior danno, è stato decapitato dalla


prima granata mentre si baloccava a guardare le nostre linee da una feritoia. Tu puoi da questo immaginare con quale spirito i miei ufficiali e i miei soldati sono scesi qui incontro al nemico. E’ stato prima un calvario per monti pieni di neve a trascinare i pezzi. Ho tirato per due giorni le funi come un pazzo. Ho avuto l’onore di essere l’ultimo col mio Maggiore a scendere da un passo molto noto. Dietro a noi erano le prime pattuglie austriache. Così ci siamo ritirati portando con noi quanto i nostri capi ci avevano affidato. Giunto qui in pianura e presa posizione la mia batteria fu la prima ad essere in efficienza. E quando l’ultimo ponte saltò noi eravamo da giorni pronti ad entrare in azione.


Il mio guaio intanto fu questo: che il maggiore Maresca che comandava il mio gruppo fu chiamato altrove ed il comando del nuovo gruppo formatosi fu assunto da un capitano.
Mentre io miglioravo le posizioni asssegnatemi mi giunge l’ordine di consegnare i miei quattro cannoni ad un gruppo, che non solo non aveva saputo salvare i suoi ma che si era dimenticato di prendere anche i binocoli dal momento che richiedeva i miei.
Sono stato 15 giorni senza pezzi ad aspettare e a contare le granate che mi hanno gravemente ferito due soldati ed è arrivato l’ordine di scioglimento della batteria. Così si ricompensano i miei uomini delle fatiche eroiche sopportate. Io sono stato chiamato presso il gruppo,


 ma piuttosto che rimanervi farò domanda per i reparti d’assalto. Quello che ho sofferto a veder disperdere i miei bravi soldati non so dirti. E in un momento in cui lo spirito di corpo sarebbe così necessario!
Spero di poter avere in u modo o in un altro il comando di un’altra batteria. Sarebbe l’unico mio desiderio. Degli amici di Lucca scarse notizie. Ti auguro di cuore che tu ne riceva da tuo fratello e presto.
Tidarò presto notizie mie e dei miei cambiamenti perché se no  ne otterrò sono deciso afar domanda di passare in qualsiasi arma.
Salutami gli amici
Tuo affezionato
Marchi
9 Dec. 1917






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