martedì 12 settembre 2017

GUERRA DEL 15-18 : LO SCAPACCIONE AL SOLDATO FRATE


guerra del 15-18: lo scapaccione al soldato frate

Il clero religioso e secolare doveva, secondo le norme in vigore agli inizi del ‘900, compiere il servizio militare in tempo di pace e pertanto fece parte della chiamata alle armi del 1915.
Il sottotenente avvocato Enrico Pellegrini, appartenente alla classe 1882 e facente parte della Milizia Territoriale, al tempo delle lettere sotto riprodotte, svolgeva la funzione di istruttore presso il campo d’addestramento di Tortona. Nel campo affluivano le nuove lreclute per essere preparate a recarsi nelle “zone di guerra”.
La lettera indirizzata dal Sottotenente alla consorte Dedè (Iadè) si apre con il succinto racconto dello scapaccione dato al soldato frate e la seconda lettera è la missiva che il religioso trasmette dopo l’incidente.  

I° lettera :

Tortona 30/8/18
Carissima Dedè. Ho ricevuto ora la tua in data 28 e sono contento delle notizie sempre buone per quanto sempre intonate al sapore di guerra. Pazienza! A proposito di pazienza leggi la letterina che ti unisco e impara se tu avessi bisogno. È il soldato frate che ho in compagnia al quale ieri detti uno scapaccione fenomenale perché lo sorpresi che faceva alla palla colla gavetta. È la prima volta che alzo le mani e sono cadute sulla collottola di un frate! ……….


II° lettera :





I.M.I.T.
Tortona 30/8/18

Illmo Signore,
Questa mia mancanza, che in questa sera ho commesso mi spinge a scriverle la presente.
Da che la commisi non ebbi quasi più pace, giunto al mi convento, ho mille pensieri, subito mi venne anzi mi venne prima, il pensiero di chiederle perdono per mezzo di una lettera.
Con questa mia lettera dunque intendo chiederle perdono; son certo ch’Ella, qual buon padre, mi perdonerà conoscendo come sia facile cadere in mancanze l’uomo.
Certamente Ella si sarà meravigliato vedendo me Cappuccino cadere in tal mancanza, ora però Le prometto che in simili mancanze mi guarderò quanto mai.
Vi sono caduto in questa mancanza proprio senza avvedermene.
Augurandole intanto ogni bene dall’Altissimo e di nuovo chiedendole perdono mi sottoscrivo
D. V. S. Illma
Devmo   
Chierico soldato
Cortesia Ilario

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