domenica 29 luglio 2018

COPIA A MANO DELLA LETTERA DI FELICE ORSINI A NAPOLEONE III° - 1858


copia a mano della lettera di felice orsini a Napoleone III -1858 
Felice Orsini, (Meldora1819 - Parigi 1858), fu un patriota che prese parte alla Repubblica romana (1849) ed organizzò il  14 gennaio 1858 l'attentato, fallito, contro Napoleone III, che gli costò la condanna a morte. Prima dell’esecuzione capitale l’Orsini scrisse una lettera al sovrano, che fu pubblicata in Italia e divenne un foglio volante di propaganda risorgimentale. La lettera manoscritta sotto riportata è stata copiata dalla pubblicazione fatta dalla Gazzetta di Genova per mano di un appartenente alla famiglia Giambastiani, ferventi patrioti che fecero parte del corpo dei volontari toscani sui campi di Curtatone e Montanara (I° guerra d’indipendenza).
FELICE ORSINI



Trascrizione
Gazzetta di Genova 2 Maggio 1858 N° 51
Lettera di Orsini all’Imperatore Luigi N =
__________
Le deposizioni da me fatte contro me stesso in questo processo politico intentato in occasione dell’attentato del 14 gennaio, sono sufficienti onde mandarmi alla morte, e la subirò senza domandare grazia; perché non mi umilierò mai innanzi a quello che ha ucciso la libertà nascente  della mia disgraziata patria, e perché, nella condizione in cui mi trovo, la morte è è per me una fortuna. Sul punto di terminare la mia carriera, voglio nulladimeno tentare un ultimo sforzo onde accorrere in aiuto all’Italia, la di cui indipendenza mi ha fatto fin qui disprezzare tutti i pericoli e sottopormi a tutti i sacrifici.   Ella fu sempre l’oggetto costante di tutte le mie affezioni, ed è quest’ultimo pensiero che voglio deporre nelle parole che indirizzo a V.[Vostra] M.[Maestà]
Onde mantenere l’equilibrio attuale dell’Europa, fa mestieri rendere l’Italia indipendente, o limitare le catene dell’Austria. Devo io domandare che il sangue  dei Francesi sia sparso per liberare l’Italia? No; non vò fin là. L’Italia domanda che la Francia non intervenga contro di essa; domanda che la Francia non permetta alla Germania di appoggiare l’Austria nella lotta che sarà forse impegnata fra poco. Ora ciò che io domando; V. M. può farlo se vuole. Da questa volontà discendono la prosperità o le sciagure della mia Patria, la vita o la morte di una nazione alla quale l’Europa deve in gran parte la sua civiltà.    Tale è la preghiera che dalla mia prigione oso fare a V. M., sperando che la mia debole voce sarà sentita … Scongiuro V. M. di rendere alla mia patria l’indipendenza che i suoi figli hanno perduta nel 1849 per colpa dei Francesi. – V. M. si ricordi, che gl’Italiani, fra i quali trovavasi mio padre, versarono con gioia il loro sangue per Napoleone il Grande, ovunque li piacque di condurli; ella non dimentichi che gli Italiani sono stati fedeli fino alla sua caduta; si ricordi pure che fintantoché l’Italia non sarà indipendente, la tranquillità dell’Europa e quella di V. M. saranno una chimera. V. M. non respinga la voce suprema d’un patriotta che sta per salire al patibolo. V. M. liberi la mia patria, e le benedizioni di 25 milioni di cittadini lo seguiranno nella prosperità.
Dalla prigione di Maras 11 Febbraio 1858
Felice Orsini

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