Un disertore romano della I° guerra d’indipendenza nascosto
in Controneria
(Bagni di Lucca)
All’inizio della prima
guerra d’indipendenza, scoppiata il 23 Marzo 1848, il Regno di Sardegna fu
appoggiato dallo Stato Pontificio e dal Regno delle due Sicilie, che tuttavia ritirarono
le loro truppe quasi subito senza combattere, anche se volontari dei due
eserciti si unirono agli altri volontari italiani e combatterono contro l’Austria.
Di seguito è riportato
il brogliaccio di un rapporto di Luca Marchi “Capitano
della Compagnia della Pieve e S. Gemignano di Controne” indirizzato al “Maggiore Comandante della Guardia Civica della
Comunità di Bagni di Lucca”, in cui è segnalata la presenza di un militare
romano, che si nasconde.
"Guardia Civica Pieve di Controne il di 28 aprile 1848
Il Capitano della Compagnia della
Pieve e S. Gemignano di Controne
All’Ill:mo Sig: Maggiore Comandante
della Guardia Civica della Comunità di Bagni di Lucca
Ill.mo Sig. Comandante
Nel giorno di ieri 27 corrente
circa le 2 pomerid:[iane] passando presso la bottega di Battista Taliani
calzolaio sentii che discorreva con persone che sono in sua bottega che nella
mattina stessa ritrovandosi a Longoio, villa di S. Gemignano, aveva sentito
alcune donne, che il giorno avanti, cioè il 26 Antonia moglie di Giuseppe
Pierotti [ ? ] essendo stata
a procacciarsi legna nelle coste di Longoio, luogo distante dal paese circa due
miglia dopo aver preparato il fascio sentì chiamarsi e vide un uomo, quel non
volle aspettare.
Chiamai presso di me il
sunnominato Taliani, e esaminato il fatto mi riferì che aveva saputo che ∫ [richiamo allo scritto : Antonia ….] [h]a
lasciato il fascio delle legna fuggì. Saputo ciò dal Taliani, e saputo ancora
che altre donne, erano in vicinanza della detta Pierotti a procacciarsi legna, io
mi son fatto un dovere di portarmi a Longoio per esaminare il fatto, e non
avendo trovato la Pierotti ho esaminata la [ ? ] e sua
figlia, ma intimorite non poco come è solito delle donne solo mi ha detto che
sentendosi chiamare in lontananza dalla Pierotti vide un uomo con calzoni, per
quanto li parve con striscia rossa, e che la Pierotti venne presso di se
spaventata. Manon avendo potuto vedere la Pierotti mi ha detto di più la
madre e figlia che in una tal capanna, piena di foglie di castagno vicine al
luogo hanno veduto, come esse dicono, un covo dove prova abbia dormito l’uomo.
Io non potendo parlare con la Pierotti ho incombensato il Sig. Sergente Gregori
affinché appena essa tornasse a casa la esaminasse in proposito, e circa le 24
di sera mi spedì l’accluso biglietto.
Avendo poi inteso che Valerio di Domenico
Silvestri aveva veduto l’uomo suindicato andai subito a cercarlo, e mi
asserisce che lo vide, in lontananza, e chiamando [ ? ] a seco personal’uomo
fuggì precipitosamente.
La (?) moglie di Gemignano
Persiani dice, che il giorno 15 corrente, ritrovandosi in vicinanza del
Romitorio di Foce Colonia si trovò in vicinanza un uomo con soprabito turchino,
e con sciabola, il quale li disse che aveva fame, e perché non avesse paura
tirò in terra la sciabola, e li domandò se vi fosse stato mezzo di cambiare
vestito, giacché era un disertore Romano e finché poteva non si curava di
tornare a casa per non farsi prendere, e dubitava, andando per i paesi, che la
guardia civica l’arrestasse.
Spedito il 28 aprile 1848"
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