Arturo Moni , “il filosofo di Bagni di Lucca”
- corrispondenza con l’amico Mario Marchi -
Arturo Moni nacque a Bagni di Lucca nel 1867 da
famiglia agiata. Il padre, avvocato Olinto, fu per diverso tempo Sindaco della
cittadina termale, mentre il figlio condusse una vita estremamente ritirata. Frequentò la
Facoltà di Giurisprudenza a Pisa, quella di Matematica a Bologna, studiò infine
lingue orientali antiche (sanscrito, ebraico, aramaico e persiano) alla Sorbona.
Fu in rapporto epistolare con i filosofi Croce e Gentile e si legò d'amicizia
con Ernesto Codignola. Al Moni si devono studi sull’opera di Hegel ed in
particolare la traduzione della Scienza
della Logica del filosofo tedesco.
La morte sopraggiunse nel 1936.
Le missive riportate, peraltro assai generiche, sono
indirizzate all’ingegnere Mario Marchi (Lucca 1890 – 1924), che è chiamato dal
Moni “amico”, pur essendovi una differenza d’età di ben 23 anni. L’amicizia nasceva
certamente dai rapporti fra le due famiglie, che entrambe annoveravano un
sindaco della cittadina termale: l’avv. Olinto, come sopra riportato e il padre di Mario Giuseppe, che succederà al Moni nell’incarico di primo cittadino.
La corrispondenza raccolta parte dal 1918, quando non
era stata ancora raggiunta la vittoria nella grande guerra e Mario Marchi era
militare, al 1922, anno della marcia fascista su Roma.
“Pare che le cose della guerra volgano
sempre al meglio…..”
Al Sig. Tenente Mario Marchi – Commissione Visita Bocche da
Fuoco – 4a. Armata
Carissimo Mario, chi sa che cosa avrà pensato di me che non
ho ancora risposto alla prima graditissima cartolina che ricevetti a Lucca. Da
principio non sapevo come mettere il Suo indirizzo e attendevo per procurarmelo.
Quando poi seppi dalla Sig.ra Delia che l’indirizzo come stava sulla
cartolina era sufficiente, era il giorno della nostra partenza, e da poi che
siamo qui son sempre stato così assorbito in ceri lavori che avevo da fare in
casa, che soltanto ieri l’altro passai il cancello per andare a un’adunanza alla Villa, né in tutta
questa settimana ho mai presa la penna in mano. Ora ricevo la tua cartolina del
18., e approfitto subito per risponderle. Non creda che qui si stia tanto bene.
Son cinque o sei giorni che, anche a star riparati in casa, il caldo si fa
sentire. Non si parla poi di andare fuori. Per andare l’altra sera alla Villa
feci un bagno, e tornai bianco di polvere. Se non piove, alcuni raccolti
andranno perduti. Cominciano già a soffrire. Per buona fortuna per i nostri
compaesani e per tutti noi, par che i castagni promettano molto bene qui e
nella nostra montagna. Vino invece si prevede che ce ne sarà molto poco, per
via della pioggia del giugno. Pare che le cose della guerra volgano sempre al
meglio anche in Francia, e si comincia ad avere l’impressione che lo sviluppo
della forza tedesca debba cominciare a scemare. E questa volta sarà certo in
maniera definitiva, giacché non si vede quali altri aiuti, o fortune (come
quella della Russia) possano capitare ai tedeschi d’ora innanzi. Auguriamoci bene
e aspettiamo con calma fiduciosa il momento di prender noi decisamente il
sopravvento. Mia moglie ti contraccambia affettuosamente i saluti. Da me si abbia
un abbraccio di cuore. Bagni di Lucca . 21 . lu. 1918.
Suo
Arturo Moni
“Non
son tempi da viaggiare.”
Al Signor Tenente
Mario Marchi - Commissione Visita Bocche da Fuoco – Armata del Grappa
Carissimo amico, mi è giunta grata la Sua cartolina, alla
quale rispondo subito. Anche a noi è dispiaciuto di non poterli rivedere qui in
Bagni, tanto più in quanto si era presentata mi occasione favorevole per
alloggiarli, come mia moglie vi scrisse alla Sig.ra Emma Sua madre.
Ed ora, ci rivedremo prestissimo a Lucca? Io ho già da un pezzo fatto domanda
di ritornarvi, collo stesso incarico dell’anno passato. Ma non so se sarà
possibile. Ad ogni modo il Ministero fino ad ora non ha stabilito nulla. Quel
che è certo è che se mi fosse proposto di andare lontano, rimarrei piuttosto a
casa. Non son tempi da viaggiare.
Si: le cose vanno bene e speriamo che se non presto, almeno
non troppo tardi si possa arrivare alla vittoria degli alleati. Quel che mi è
dispiaciuto, è stata la polemica del Corriere della Sera. Sonnino vede
probabilmente più lontano di tutti cotesti chiacchieroni.
Da mia moglie e da me saluti affettuosi. Bagni di Lucca . 7
. sett. 1918.
il
Suo Arturo Moni
“… Ma
se si domanda loro se si senton capaci di fare il legislatore, rispondersi
tutti si….”
Al Preg.mo Sig. Ing.
Mario Marchi – Officine Elettromeccaniche Rivarolo Ligure Genova
Carissimo Mario, ti sono tanto più grato della tua lettera
affettuosa, in quanto colle tue occupazioni che hai intendo benissimo che in
capo alla giornata non ti deve avanzare tempo. Mi fa piacere poi di sapere che,
pur nel Suo campo speciale, si occupa di varie cose, collaudo delle macchine,
spoglio della letteratura tecnica, calcoli commerciali, sorveglianza
dell’officina. Questa complessità di lavoro svilupperà sempre meglio le Sue
molte ed eccellenti attitudini, e Le farà acquistare tutte quelle conoscenze
pratiche che Le occorreranno per quando si troverà a capo di una azienda, il
che ho ferma fiducia che farà
presto. E non dubito che farà onore a sé d alla patria, che non bisogna
abbandonare, ora soprattutto, che è necessario darle la spinta per farla andare
di pari passo colle altre nazioni. Mi fa piacere che abbia sperimentato col
fatto, che il servirsi di una lingua straniera leggendo semplicemente i libri
di cui si ha bisogno, con l’aiuto soltanto di una breve preparazione
grammaticale (e Lei aveva dell’inglese già una conoscenza più che sufficiente
per qualunque info), è il miglior modo per finirla poi d’imparare, almeno
relativamente all’intento di che uno si propone. E già è così in tutto: per
imparare a nuotare, dopo che uno si è fatto dire quali movimenti bisogna fare,
non c’è miglior modo di tuffarsi nell’acqua. Si: anche qui è fiorita una
discreta quantità di candidati. Se si domandasse a molta gente se si
sentirebbero capaci di fare un paio di scarpe, non c’è dubbio che la maggior
parte risponderebbero di no. Ma se si domanda loro se si senton capaci di fare
il legislatore, rispondersi tutti si. Vero è che le scarpe tutti son buoni a
vedere se uno le ha fatte o non le ha fatte; mentre per leggi, si può sempre
far credere a molti di avervi
lavorato, mentre nel fatto, e nel miglior dei casi, uno si è semplicemente
limitato a scaldare le famose panche, o banchi che siano, di Montecitorio.
Presto spero di rivederla. Tutti e due la salutiamo cordialmente. Sia abbia un
abbraccio dal Suo
Bagni di Lucca . 6 . nov. 1919. Arturo Moni
“….Ad ogni modo la dimostrazione si sciolse senza incidenti,
o per…”
Carissimo Mario,
No so davvero che cosa avrà pensato di me, che ho tardato
tanto a rispondere alla Sua graditissima lettera graditissima lettera e a
contraccambiarli, come ora faccio, gli auguri per questo nuovo anno, non meno sinceri
e affettuosi, lo creda, per il fatto che sono un po’ tardivo. Potrei portarle
molte ragioni di questo mio lungo silenzio, ma me ne astengo, perché non voglio
annoiarla. E mi affido senz’altro, per essere perdonato, alla Sua bontà e
amicizia.
Siamo qui da parecchi giorni presso a poco come bloccati. È
soppresso il treno che viene da Lucca la mattina e tornava a Lucca la sera.
L’altro treno parte su per giù regolarmente la mattina, ma la sera arriva qui
verso le dieci e mezzo o le undici. I giornali vengono con un automobile, o non
vengono affatto. La posta parte e avviva quando Dio vuole. Ci ho quasi un certo
gusto per un certo pubblico incontentabile che ho conosciuto anni addietro, il
quale, quando qui, i questo piccolo paese, avevamo tre regolarissimi arrivi e
tre regolarissime partenze postali al giorno, trovava ancora il modo di potersi
lamentare. Del resto il paese è perfettamente quieto, e non sono mai mancate le
derrate, cosa che si poteva ragionevolmente temere.
Avrà saputo forse, a quest’ora, che l’amministrazione
comunale è dimissionaria, e che ora abbiamo qui un commissario prefettizio. Vi
doveva essere una gran dimostrazione l’altro giorno, con un comizio per il
quale l’oratore era stato fatto venire, si figuri da dove?- da Camaiore; per
ora quindi un estraneo per ciò che riguarda le nostre faccende comunali. Mi
dicono però (io non vi andai) che fu assai temperato. Ad ogni modo la
dimostrazione si sciolse senza incidenti, o per dir meglio, non ebbe luogo
secondo le intenzioni dei promotori. E per questo dicevo vi doveva essere.
L’amministrazione passata aveva certamente avuto qualche difetto, ma tutto
sommato a me pareva che non valesse la pena di far tanto chiasso per mutarla,
ricorrendo a mezzi straordinarii di dimostrazioni, comizi etc. A questo modo si
rendono inutili le rappresentanze popolari come in generale gli ordinamenti
liberi, il cui pregio sta appunto in ciò, che hanno in sé il principio del mutamento, e non si richiede
quindi mutarli alcuna violenza
esterna. Circa il Teatro non mi ricordo se Le ho mai comunicato ciò che è stato
fatto dall’ultima volta che ci vedemmo in poi. Un buon numero di palchisti
essendo rimasto sordo all’appello che l’Accademia aveva loro rivolto perché contribuissero ai lavori, ed essendo scaduto il termine che era
stato loro fissato, l’Accademia ha chiuso il Teatro, ed ha reso noto questo
provvedimento, insieme col suo motivo, per mezzo di un manifesto al pubblico,
manifesto che fu poi anche riportato da un giornale di Lucca. I palchisti son
così messi intanto nell’alternativa, o risolversi un giorno o l’altro a pagare,
oppure di lasciare infruttifero il capitale rappresentato dai loro palchi. Per
ora il provvedimento non poteva
produrre un grande effetto, giacché il teatro, d’inverno, è generalmente
chiuso. Ma quando verrà l’estate, vedremo. E il Suo studio dell’inglese? Lo
continua sempre? Guardi però di non affaticarsi troppo, col lavoro che ha già
in officina. E soprattutto non tolga troppo tempo al sonno, che è necessario
quanto e orse più del cibo, per stare bene.
Quando di tanto in tanto mi vorrà dare , mi farà sempre
piacere. E anch’io cercherò, un'altra volta, di essere più puntuale a
risponderle.
Intanto, con
saluti affettuosi e gli auguri di noi due, mi creda
Bagni di Lucca . 29 .
gen . 1920. Suo Arturo Moni
“ ….
le cose della nostra Italia, ridotta come un cavallo sfinito che corre
all’impazzata qua e la per i campi…”
Al Preg.mo Sig. Ing.
Mario Marchi – Officine Elettromeccaniche Rivarolo Ligure Genova
Carissimo Mario, So che presto La rivedremo qua, e mi
lusingo al pensiero che potrò passare qualche piacevole ora in Sua compagnia.
Dopo tanto tempo che non ci siamo veduti, avremo molte cose da dirci. Non
saranno purtroppo belle considerazioni che potremo farci sul modo come vanno le
cose della nostra Italia, ridotta come un cavallo sfinito che corre
all’impazzata qua e la per i campi, senza sapere quel che cerca e ignorando a
quali pericoli va in contro e quali insidie gli tendono i vicini. Ma, a parte
questi argomenti tristi, ne avremo altri non meno interessanti per noi. E da
Lei desidero aver qualche particolare sull’opera Sua costa e sulle Sue vedute e
progetti per l’avvenire. Cesare mi afferma di essere ancora perplesso; ma
sempre più mi pare che inclini a battere la medesima via del fratello. E certo,
a far così lo posson consigliare molte buone ragioni. Per il momento però non
so davvero se dentro di sé li stia ponderando, o se piuttosto non mediti, in
anticipazioni, i sapienti voli che farà la civetta, fra una quindicina di
giorni, in Pomonte o al Colle a Serra.
A presto, caro Mario,. Tante cose affettuose da noi due, e
un abbraccio di cuore dal Suo
Bagni. 6 . ago. 1920. Suo Arturo
Moni
“ …Auguriamoci che tutto quanto non sia che
temporaneo …”
All’ Egregio Signor Sig. Ing. Mario Marchi – Officine Elettromeccaniche Rivarolo
Ligure Genova
Caro Mario, Ebbi
l’altro giorno il Suo telegramma, e mi affrettai a portarlo ai Suoi, dai quali so
che ricevette poi subito le assicurazioni che desiderava, e che anch’io del resto
le posso pienamente o confermare. Ho saputo anche da loro delle molte
occupazioni e preoccupazioni che ha avuto in questi ultimi tempi. Auguriamoci
che tutto quanto non sia che temporaneo. Spero poi che presto La [?] venir qua a riposarsi per un po’ di
tempo. E allora potremo anche stare un po’ insieme e discorrere di tante cose.
In questa attesa Le stringo affettuosamente la mano
Bagni di Lucca . 1° . sett.
1920. il Suo Arturo Moni
“ …non
si ottiene mai quello che si desidera, perché si desidera sempre quello che non
si può ottenere ..”
Al Preg.mo Signor Sig.
Ing. Mario Marchi – Officine Elettromeccaniche Rivarolo Ligure (Genova)
Bagni di Lucca . 29 .
dic. 1920.
Carissimo Mario, Grazie degli auguri, che li ricambio di
cuore, anche da parte di mia moglie. Intendo quanto Li deve esser dispiaciuto
di non poter avere qualche giorno libero per venire a Lucca. Non bisogna però
esser pronti a generalizzare, dicendo, come dice Lei alla fine della lettera,
che non si ottiene mai quello che si desidera, perché si desidera sempre quello
che non si può ottenere.Lei è giovane, ma son sicuro che Li basterà di gettare
anche un semplice sguardo sul passato della Sua vita, per vedere quanto vi sia
di falso in cotesta affermazione. Permetta a un amico questa osservazione, a un
amico che non vuole che si annidi nella Sua mente una convinzione, che è senza
dubbio nociva a quell’equilibrio dello spirito, in cui consiste la felicità.
Tanto più in quanto siamo in tempo di auguri! Le Sue nuove occupazioni le
devono certamente dare molto da fare. Mi fa piacere però di vedere la fiducia
che viene riposta in Lei.
E son sicuro che anche il Suo nuovo compito sarà da Lei
brillantemente assolto.
Ancora auguri: e un abbraccio dal Suo
Arturo Moni
“ Qui il tempo si è rimesso all’umido: ma
per la campagna ci voleva …”
All Ill Egregio Signor Sig. Ing. Mario Marchi – Via S.
Andrea. 74. Viareggio.
Carissimo Mario, mi rincresce di sentire che non è ancora
del tutto ristabilito. Conosco purtroppo anch’io i reumatismi, ai quali sono
stato soggetto fin da giovane. Si abbia riguardo e non si muova altro che
quando si sentirà completamente guarito. Ora anche la stagione, cogli inevitabili
sbilanci di temperatura che presenta, è pericolosa. Qui il tempo si è rimesso
all’umido: ma per la campagna ci voleva, dopo tutto l’asciuttore che abbiamo
avuto. Ricambio di cuore gli auguri, anche a nome di mia moglie, e ti stringo
forte la mano.
Suo
Arturo Moni
Bagni di Lucca . 28 . mar. 1921.
“ Io son convinto che ormai il peggio della crisi economica,
ma soprattutto della crisi politica, sia passato…”
All Illmo Sig. Ing. Mario Marchi – Certosa (Via Umberto I.
59/II (Genova)
Bagni di Lucca . 25 . dic. 1922.
Carissimo Mario, grazie degli auguri, che Le ricambio di
nuovo a nome anche di mia moglie. Mi rallegro poi della Sua nomina a direttore d’officina,
soprattutto avendola ottenuta in così breve tempo, Le sarà un utilissimo titolo
ad avanzare rapidamente nella
carriera, o qui o altrove; ma spero piuttosto che sia qui. Son lieto anche di
sapere che costì tutto è tornato in pace e che il lavoro procede regolarmente.
Io son convinto che ormai il peggio della crisi economica, ma soprattutto della
crisi politica, sia passato. L’Italia si è ripresa mentre stava per cadere
nell’abisso, e ormai non vi cadrà più. Di nuovo tanti auguri e una stretta di
mano affettuosa dal Suo
Suo
Arturo Moni
P. S. Se viene qui, non dimentichi di venirci a
trovare.
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