Due fratelli sul campo di battaglia di
Curtatone e Montanara
[29 maggio 1848 – prima guerra d’indipendenza]
Il 29 maggio 1848 il
maresciallo J. Radetzky, spostando le truppe da Verona a Mantova per portarsi
alle spalle dei Piemontesi, a Curtatone e a Montanara si scontrò con formazioni
di volontari toscani. Questi permisero a Carlo Alberto di prepararsi per
l’urto imprevisto, prima di essere sopraffatti e ritirarsi verso Goito, dove,
mancata la sorpresa strategica, i Piemontesi conquistarono la vittoria.
I fratelli Pietro e
Francesco Giambastiani di Pescia (terra che fino al 1847 faceva parte del
Ducato di Lucca), il primo ingegnere e il secondo frate agostiniano, fecero
parte del corpo dei volontari toscani.
La presenza di Pietro Giambastiani sui campi di
battaglia di Curtatone e Montanara è ricordata dal rapporto del capitano Pelosi
del Battaglione lucchese:
“Sig. Generale, in assenza dei capitani
Giorgetti e Allegrini, ecco quanto fin qui ho potuto raccogliere di meritevole d' attenzione circa ai
fatti del 29, per quello che riguarda
il battaglione lucchese. Molte testimonianze, tra le quali quelle dell'aiutante
Pieri della Linea, m' assicurano che il ten. Michele Lucchesi, della 3°
compagnia, incoraggiò e diresse costantemente i suoi soldati colla voce e
coll'esempio, mantenendosi ritto e scoperto al parapetto; che negli ultimi momenti, vedendo che tutti
retrocedevano, gridò ai suoi: "Fratelli, mostriamo a questi barbari che gl' Italiani sanno morire.
Chi vuol uscire meco dal parapetto?„ Una quindicina di volontari lucchesi corsero a lui, e uscirono risolutamente
pe' campi in avanti. Pietro
Giambastiani, comune, combatté con straordinario accanimento: mise fuori di servizio 6 fucili, e consumò
12 pacchi di cartucce. Dopo di che
cadde svenuto, e fu necessario trasportarlo via. Merita lode il cap. Allegrini,
che incoraggiò sempre la sua truppa, e per due volte si recò a prender
munizioni sulla strada, ove maggiore era il pericolo. Sono, col più profondo
rispetto Dell' E. V. Montechiaro,
giugno 1848. Dev.mo Servo Eugenio Pelosi.”
L’Accademia dei Rozzi di
Siena ricorda Francesco Giambastiani, nel ruolo di cappellano militare dei
volontari lucchesi con queste parole (anno XVIII, n° 34):
“Il primo scontro avvenne
vicino a Le Grazie, nella strada per Goito, il 13 maggio del’ 48, quando
rimasero uccisi lo studente di farmacia Enrico
Lazzeretti e il maggiore Ferdinando Landucci. Il parroco del paese, “partitante
per gli austriaci”, non voleva far entrare le salme di quei caduti nel cimitero
e allora il cappellano militare dei volontari – un certo Giambastiani di Lucca
- lo convinse a cedere “con una buona dose di cazzotti [...], protestandogli
che tra loro preti non aveva forza il quicumque clericum percusserit, suadente
diabulo, anathema sit del Concilio Tridentino”.
Documenti:
A) Il padre Giovanni, alla notizia che
il figlio Pietro ha deciso di partire come volontario nella guerra contro
l’Austria, così scrive:
“Cari/ mo Figlio
Come Padre vi dò la mia benedizione
unita a vostra Madre, come Padre vi avverto che non andate à fare una gita di
divertimento, ma che si tratta di dovervi sporre tutti i momenti in faccia alla
morte, benché la morte corporea è una dissertazione momentanea, alla quale in
breve senza andare alla guerra sarò soggetto per cagione della [illeggibile] che già si avanza sopra di me, e perciò se Voi vi
tratterrete molto non ci rivedremo più e così di Voi [per] un intoppo di una
palla fatale sarò privo di non vedervi più.
Pensiamo oh Figlio, io per la vecchiaia
e Voi per il cimento in cui siete, e perciò cosa si deve pensare, di ricore[re]
a chi ci può dare aiuto e salvezza. Vi prometto fin che non siete tornato di
raccomandarvi insieme con mia famiglia alla gran Madre di Iddio per la salvezza
vostra del corpo ma più interessante dell’anima. Vi regalo un piccolo scapolare
il quale mi avete a promettere di portarlo al collo come da i cristiani si
porta con dire la solita preghiera. Io vi lascio col quore e se il destino
porta di mancare io o voi Vi domando scusa e perdono, e se saremo degni di
mercede ci rivedremo in purgatorio. Non vi scordate di me, che io avrò sempre
ritratto davanti agli ochi miei un figlio amato. Addio e sono Vostro Padre
Gio:
Giambastiani”
B) Congedo illimitato al
volontario Sergente Pietro Giambastiani del 5° Battaglione del Quartiere
Generale Toscano – Brescia 5 Luglio 1848, il Generale Comandante la Divisione
Toscana in Lombardia – Firma. Il Capo di Stato Maggiore G. Belluomini.
D) Comando di Piazza in
Brescia - Foglio di via Brescia il 6 Luglio 1848 – Per i volontari toscani
Signori Ripari Maurizio, Tenente, Giambastiani P.ro Sergente, e Gherardo
Gherardi, Serg.e Mag, con congedo assoluto dal Comando del 5° Battg.
Toscano, che si recano in Patria per la via di Milano.
Il pres.e
foglio servirà di passaporto, per visitare qualunque per della Lombardia e del
Cantone Svizzero del Ticino.
Si invitano le Autorità a
lasciarli passare, e provvedere d’alloggio e vitto. Stazioni da percorrersi
Ghiari, [?] Treviglio con diritto alla strada ferrata fino a Milano. Il
Comandante La Piazza : Da[?] Maggiore
E) Medaglia Commemorativa
delle guerre combattute per l’indipendenza e l’unità d’Italia nel 1848, 1849,
1859, 1860-61 istituita con R. Decreto in data 4 marzo 1865 ……. La Commissione
…. Dichiara che il Signor Giambastiani Pietro ha fatto la Campagna a 1848 ……..
F) Comizio Centrale
Romano dei Veterani 1848-49 – Invito a Pietro Giambastiani per prestare il
servizio d’onore alla tomba del Re Vittorio Emanuele II a Roma [Altare della
Patria] – 7 Maggio 1887
G) Nomina “dell’ Ill.mo,
e Molto Re:do Signore Francesco Giambastiani Cappellano del Primo Battaglione
della Guardia Civica del Comune di Lucca a rango di Capitano. Lucca 3 Ottobre
1847"
H) Sonetto per la nomina
a cappellano della Guardia Civica di Cleobulina
Cotenna, letterata e patriota lucchese (1810-1879):
Sonetto
D’Italia
alfin sovviene il grande onore
E sublime
sollevasi al tuo capo
E a Cappelan
portando con valore
Reclin
sicuro per il nostro Stato
In oblio
cada ogni rio timore
E ormai
disperdasi il contrario fato
E rallegrando il palpitante cuore
Schiavo si
faccia chi di noi fù ingrato.
E tracciando
così in maniere accorte,
Le nostre
mani prendi, e le prepara
Unite in
dolce modo, ma ben forte
E coi
ribelli noi faremo a gara
Pugnando
contro essi dando morte
Esempio sia
a chi la legge sfora
I) Comando Superiore
della Guardia Civica Lucchese. Il Sott.o certifica che il Sacerdote Sev. Do
Francesco Giambastiani è partito con il corpo della Guardia Civica mobile per ivi
servire in qualità di Cappellano, ed in tutto ciò esser riguardo al sacro suo
ministero – Lucca 23 Marzo 1848 – Il Colonn. Llo [ firma] ………
Salve può scrivermi a logre78@hotmail.com ? Sono un appassionato della battaglia di Curtatone e vorrei approfondire la conoscenza del materiale in suo possesso. Grazie auguri. Lorenzo Gremigni - Pisa
RispondiEliminaSplendido articolo. Come riesco a contattarLa? Saluti da Buenos Aires
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