domenica 4 novembre 2018

AFFRESCO DELL'ABSIDE DELLA CHIESA DELL'ASSUNTA A TEREGLIO (prov. di Lucca) - carta del'ing. Lorenzo Barsotti (XIX sec.)




  • AFFRESCO DELL'ABSIDE DELLA CHIESA DELL'ASSUNTA A TEREGLIO (prov. di Lucca) - carta del'ing. Lorenzo Barsotti (XIX sec.)







  •  In una carta dell'ing. Lorenzo Barsotti si legge la lode e la minuta descrizione  dell'affresco realizzato dal pittore lucchese Lorenzo Bianchi. Lo scritto, sebbene senza data, è stato certamente steso appena terminata l'opera, essendo il Barsotti ed il Bianchi contemporanei e l'ingegnere progettista dell'ampliamento della chiesa, realizzato dal 1841 al 1849.      

  •   Encomiar si debbono quelli artisti che si distinguono colla loro opera. Si dà in questa guisa giusta lode al merito; l’artista viene maggiormente incoraggiato nell’ascoltare che i suoi lavori sono universalmente applauditi; si accende in altri bella gara d’emulazione; è farsi onore alla patria col propagare il loro nome degno di trasmettersi alla posterità. Fra questi si deve annoverare il Signor Francesco Bianchi pittore che si è distinto per molti suoi lavori, e di presente ha ultimata una sua pittura nel coro semicircolare della Chiesa parrocchiale di Tereglio di recente ingrandita dove si osserva un soffitto in legno a cassettoni lavorati che si vede (a mio credere è) opera (se non anteriore) del 400. Ha il Signor Bianchi formato sei (diversi) pilastri a chiaro scuro d’ordine corinto [corinzio] che sorreggono un cornicione sopra del quale evvi (vi è) un attico con degli ornati divisi da alcune teste d’angeli sopra ciascun pilastro. Superiormente a questo havvi (vi ha) immaginato sei fusi sferici, due situati nella metà della circonferenza che comprendono il rotondo quadro dell’Assunta, il cui diametro è di braccia 4., ed altri due a destra e a sinistra del medesimo nei quali si ha effigiato altrettanti serafini che riposano sopra candelabri sotto dei quali ci sono dipinti arredi sacri. Nella parte superiore poi del semiemisfero evvi (vi è) la gloria collo Spirito S. che li osserva


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    al di sopra di un cornicione munito di bei mensoloni. L’autore non ha imitato il gusto del troppo minuto cinquecento, né quello dei secentisti soverchiamente grandioso. In tutta questa decorazione si scorge quanto sia valente il Signor Bianchi, o si riguardi la bella e giusta proporzione con cui ha diviso il lavoro, o si osservi la verità del chiaro scuro che ti sembra scolpito, o tu rimiri la forza con cui sono spinti i colori, o tu consideri la sua profonda cognizione in prospettiva che allontana gli oggetti senza che ti dispiacciano da vicino, oppure tu fermi l’occhio al suo possesso del sotto in sù dell’ultimo cornicione a meraviglia eseguito. Che dirò adesso del dipinto della Vergine? Desidererei essere della professione per rilevare i pregi tutti di cui và adorno. È vero che il soggetto dell’Assunta è stato trattato tante volte e da tanti e valenti pittori che oggi altro non resta che imitarne i più pregevoli originali.
    La medesima riposa dunque sopra due angeliche la sollevano, ed i loro volti, le loro mosse ti dicono che godono, e vanno superbi per averne il principale incarico. Due altri ti si presentano in alto, uno a destra l’altro a sinistra che ne confermano, dirò così, l’equilibrio; ed altri due maggiormente elevati ed alquanto discosti tu vedi in atto di ammirazione uno, di devozione l’altro. Tutti questi son in parte ravvolti nelle nuvole, ove colpiti da viva luce, ove immersi nell’ombre che tremando la Vergine
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    In mezzo a tutto questo apparato tu vedi la Vergine colle braccia innalzate, e aperte, col volto e gli occhi elevati in alto che sembra proprio leggermente innalzarsi. La parte superiore della medesima è fuor delle nuvole circondata da un’aureola dorata e risplendente. Il panneggiamento è scelto ed abbondante; le pieghe copiose e naturali, rese più magnifiche dall’ondeggiamento prodotto dal moto; i contorni ampi e tondeggiati; ben intesi e ragionati i riflessi; vive le mosse, e naturali le ombre. Quanto dice poi quel volto pieno d’amabilità, e modestia tutto dell’artefice! Questa confidenza si porge congiunta al dovuto rispetto! Qual brama vi scorgi di presto congiungersi al suo figlio Iddio, e qual rincrescimento per dover lasciar noi dal suo figlio stesso a Lei raccomandati! Insomma questo quadro eseguito a tempera dal Signor Bianchi, che lo credi eseguito ad olio, lo caratterizza per un degno seguace e raro della Scuola Bolognese, ed oserei dire che nel Ducato lucchese non vi è coro che lo superi. Si può dunque asserire che vi è disegno, composizione, colorito, decorazione, mosse, e tutto ciò che si richiede in uno scelto ed abile pittore. A tutto questo a maggior merito si arroga del Signor Bianchi che il suddetto anziché sacrificare, come molti praticano, il lavoro all’interesse sacrifica questo a quello.
    Barsotti Ing.re Lorenzo


  • NOTE:

  • Francesco Bianchi fu un pittore a fresco assai apprezzato al suo tempo. Nacque a Lucca il 19 maggio del 1803 nella parrocchia di San Pietro Somaldi. Nel 1821 risulta censito con la qualifica di “pittore” e all’età di vent’anni era già un affermato decoratore. Molte sue opere si trovano in palazzi nobiliari ed in chiese dell’allora ducato di Lucca; inoltre operò a Palazzo Ducale e per le Stanze ed il Casino di Ponte a Bagni di Lucca. Nel 1849, con l’istituzione dell’Accademia di Belle Arti di Lucca, il Bianchi divenne Direttore della Scuola di Disegno, di Ornato e Plastica. Morì a Lucca il 12 marzo del 1880.
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  • Piccolo ritratto del'ing. Francesco Barsotti, figlio del formatore Vincenzo.  (vedere: enricogiuseppelucamarchi.blogspot.com - blog: VINCENZO BARSOTTI (1747 - 1798): DA SEMPLICE FIGURINAIO A "FORMATORE DI SUA MAESTA' CRISTIANISSIMA"