Le Figlie di Maria della Pieve di Controne e le chiavi di
S. Pietro gettate in faccia.
L’associazione
delle Figlie di Maria nasce in Francia nella prima metà dell’800 e nella
seconda metà si costituisce anche in Italia. L’associazione ha con lo scopo di «Proteggere l'innocenza delle giovanette, difendere la
loro tenera età dal pestifero contagio del secolo, e avviarle per via di
consigli e pratiche di religione all'esatto adempimento dei doveri che hanno
verso Dio, verso il prossimo e verso se stesse; non che al conseguimento di una
soda virtù cristiana sotto la custodia fedelissima dell'Immacolata Regina del
Cielo e dietro i luminosi esempi della tredicenne verginella sant'Agnese».
Anche
a Pieve di Controne, paese montano del comune di Bagni di Lucca, molte donne
aderiscono all’associazione con fervore e ne è testimonianza la lettera, sotto
riportata, scritta nel 1871 da Carolina Marchi all’amica Angelica Marchi in cui
invita la destinataria a chiedere in maniera risoluta (… fai l[‘]accattona
picchia e domanda …) un contributo alle paesane che sono a
servizio in Livorno, per pagare una statua a S. Agnese.
Nella
lettera vi è la minaccia per chi non dia il contributo per la statua che “ … [il]
Pievano
le leva da catalogo delle figlie di Maria e la Vergine S. Agnese quando
arrivate alle porte del Paradiso pregherà S Pietro che vi getti le chiavi in
faccia…”.
Trascrizione della lettera:
Viva Maria Amica carissima
Pieve di [C]controne novembre 1871
Quando tu fosti a casa
mi dimenticai di raccomandarti una cosa di tanto pregio, e quantunque ne avessi
data l’incombenza a [P]peppa mia sorella di portarne a Livorno non è
riuscito nessun effetto. Credo che sarà a tua cognizione che le figlie di Maria
si sono messe all’impresa di fare la statua di S.Agnese nostra protettrice ma
siccome la spesa ascende a lire cento sono restate un po agitate e sgomente e
percio che si raccomandano anche a queste sorelle di Livorno se volessero anche
loro contribuire di qualche cosa per fare fronte a questa spesa giache detta
statua ormai e ordinata al monache di S Domenico a Lucca, torna male a didirla [disdirla] tu dunque fai l[‘]accattona
picchia e domanda perché se non ti danno nulla il S[ig.]
Pievano le leva da catalogo delle figlie di Maria e la Vergine S[anta] [S]agnese
quando arrivate alle porte del Paradiso preghera[à]
S[an] Pietro che vi getti
le chiavi in faccia. [M]mi farai il piacere di salutarmi tanto le tue
Signore Padrone e dille che confido nel[le] loro orazioni, e le mie sorelle Marianna Sofia
e Davina da parte ancora della Direttrice e del Sorelle della Pia unione
salutandoti caramente credimi per sempre la tua
Aff. amica
Carolina Marchi
Figlia benche[é] in degnissima di M[aria]