giovedì 10 dicembre 2020

I CONTRASSEGNI DELLE CINQUE LISTE FIORENTINE NELLE ELEZIONI DEL 1919


I contrassegni delle cinque liste fiorentine nelle elezioni del 1919

Il 16 novembre 1919 per la prima volta in Italia si votava con il sistema proporzionale, per cui i deputati venivano eletti in proporzione ai voti ricevuti dalle varie liste. La proporzionale permetteva così che le forze dei singoli partiti fossero presenti in parlamento, nella stessa proporzione in cui si trovavano nella società.

Il giornale “La Nazione” del 29 ottobre 1919 riporta in prima pagina i contrassegni delle cinque liste che si erano presentate a Firenze.

 

Il primo contrassegno appartiene al “Partito Liberale”, fondato sull'impostazione liberista e laica dello Stato, che rappresentava idealmente la tradizione moderata del Risorgimento.  I suoi simboli elettorali consistevano solitamente in una torcia, oppure uno scudo con aquila, o altro, come in questo caso realizzato con il giglio simbolo della città di Firenze.


Il secondo contrassegno appartiene ai “Costituzionali indipendenti”, gruppo vicino a Partito Liberale ma sensibile al mondo del lavoro, con rappresentato nel logo un agricoltore che stringe la mano a un operario e la scritta “pace e lavoro”.

 

Il terzo contrassegno è dei “Combattenti”. Questo movimento nacque a Milano nel marzo del 1919 per unire gli ex combattenti della grande guerra. Ha come simbolo l’aratro (del tempo).

 

Il quarto contrassegno è del P.I., con disegnato lo scudo crociato e riportata la parola Libertas. Questo emblema sarà fatto proprio dalla Democrazia Cristiana, fondata nel 1943 e scioltasi nel 1994.

 


 

Il quinto contrassegno è del partito socialista ed era contrassegnato dalla falce e martello, dentro una corona di spighe. Nel 1919 fu adottato questo simbolo, che ripeteva quello ufficiale della neonata Unione Sovietica. 

 


 

lunedì 16 novembre 2020

LA GRAMMATICA ITALIANA SPIEGATA DA UN FANCIULLO .....1867

LA GRAMMATICA ITALIANA SPIEGATA DA UN FANCIULLO ……. (1867)

L’autore è Alfonso Cristofanini vissuto nel XIX sec. ed appartente ad una eminente famiglia di Borgo  a Mozzano (Lucca – Toscana). 

 

Stemma famiglia Cristofanini


Le pagine sotto riportate sono tratte dal libriccino “ una prima idea al bambino della grammatica italiana per Alfonso Cristofanini



L’editore nella prefazione sottolinea che il libriccino è stato scritto dal Cristofanini giovinetto, e vuole mettere alla prova la veridicità del detto: “E’ cosa ammirevole molto il come i ragazzi intendosi fra loro ........”.


Lezione 1

 


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Del Ripieno

 

domenica 14 giugno 2020

LETTERA DI UN CARCERATO NEL PENITENZIARIO DELLE MURATE DI FIRENZE - 1882


Lettera di un carcerato del 1882 nello stabilimento penale delle Murate a Firenze.

La lettera è scritta da un carcerato alle Murate di Firenze al padre residente a Vico Pancellorum, un piccolo paese della val di Lima in comune di Bagni di Lucca.



 

stabilimento penale delle murate                            Firenze. a di 27 Mro [Marzo] 1882
              in Firenze
           _______________
           N 819
   I detenuti condannati a carcere non possono scrivere
E spedir lettere se non dopo la detenzione di un mese, ed
in seguito una volta ogni mese.
     Le  lettere  non  francate  della  giusta
tassa postale saranno respinte.
  Eccetto il  caso  di circostanze  straordinarie i detenuti
 non   sono  ammessi a  ricever  visite  se non  dope  tre
 mesi di detenzione penale, ed in seguito una volta ogni
 due mesi.

Caro Padre
Io godo buona salute e così spero di voi e di  tutta la
  famiglia. Vi prego salutare la Mamma e i fratelli e tutti di casa.
             Sappiatemi dire se avete fatto l’ istanza per ottenermi la grazia
             di 6 mesi.
     Salutate tutti i parenti e chi domanda di me.
              Mandatemi a dire se avete ricevuto lettere da mio fratello.
    Augurandovi a tutti la buona Pasqua mi confermo

Vos.[tro] Aff.[ezionato] Figlio
Saluta la Cognata G. Antonio  L======

lunedì 25 maggio 2020

REGOLO CALCOLATORE PER CEMENTO ARMATO - 1944


regolo calcolatore per cemento armato (1944)
I regoli calcolatori erano una tipologia di calcolatore meccanico analogico manuale, utilizzato tra il XVII e il XX sec., prima dell'avvento dell'elettronica, ed il loro funzionamento si basava sulle corrispondenze tra scale graduate. Generalmente presentavano una forma lineare, ma per ottenere una graduazione delle scale più lunga era utile disporle su una circonferenza.
L’esemplare sotto riportato è un regolo Circolare Logaritmico per il calcolo di strutture in cemento armato (pilastri, sezioni rettangolari, sezioni a T).




Il quadrante formato da otto corsoi ad anello, rappresentanti ognuno una variabile delle formule di calcolo, e da un anello esterno fisso, riportante una scala di valori di peso espressi in chilogrammi; su ogni corsoio sono segnati gli indici dei possibili valori della variabile. La manovella manovra i corsoi attraverso otto bottoni posti lungo il braccio. Sollevando un bottone, l'anello corrispondente rimane fermo. Sul lato anteriore è presente una finestrella scorrevole in vetro per la lettura dei risultati; a destra del binario sul quale scorre la finestrella è collocata una tabella di riferimento per i risultati. Sul fondo della regolo è posto un sostegno mobile per inclinare l'apparecchio








sabato 23 maggio 2020

IL FIASCO DELLA PRIMA DELL'OPERA "MADAMA BUTTERFLY" E LA REAZIONE DEI LUCCHESI.


Il fiasco della prima dell’opera Madama Butterfly e la reazione dei lucchesi.
Il 17 febbraio 1904 alla Scala di Milano, l’opera “Madama Butterfly” del maestro Giacomo Puccini fu un clamoroso fiasco, anche sottolineato dai titolo dei giornali del tempo: «Puccini fischiato», «Fiasco alla Scala» o ancora «Butterfly, opera diabetica, risultato di un incidente».
Il 21 febbraio dello stesso anno L’Esare, giornale di Lucca, pubblica un trafiletto che annuncia un’ iniziativa a favore del concittadino Puccini.

TESTATA DEL GIORNALE "L'ESERE" (domenica 1 Febbraio 1904)


Pagina interna

Articolo

venerdì 22 maggio 2020

LA GRANDE GUERRA: " BOMBA A GAS INVENTATA IN AMERICA".


La grande guerra: bomba a gas inventata in america”.
Durante la grande guerra furono usati gas tossici quali il fosgene, impiegato nel 1915 dapprima dai Francesi, poi anche dai tedeschi, e l'yprite, usata dai tedeschi nel 1917. Un articolo del 21 maggio 1915 sul giornale L’ ESARE riporta la notizia di una “bomba a gas inventata in america”.

 Testata del giornale con la rappresentazione del "Ponte del Diavolo", sul fiume Sechio a Borgo a Mozzano (LU)

Pagina interna

 Articolo


mercoledì 15 aprile 2020

CENNI STORICI DEL VOLTO SANTO DI LUCCA - Lucca Tip. Arciv. S. Paolino 1896


cenni storici del volto santo di lucca.
Lucca,  Tip. Arciv. S.Paolino
1896


2 pg.

“ …. La Storia del Volto Santo pel Can.co Almerigo Guerra. Da questo bel libro  … abbiamo tolto in 8° di pag. 576 ….”
*======*
…. pei miracoli che qui si narrano non si domanda altra fede che istorica ed umana, non avendo su di essi la S. Chiesa pronunciato giudizio alcuno.”


3 pg.

I.
Il Simulacro del Volto Santo Simulacro scolpito in Ramla, tra Ioppe e Gerusalemme da S.Nicodemo ……… meno la testa ….. fatta da mano angelica”.  Invece secondo “l’antichissimo scrittore Lebonio … S. Nicodemo scolpì il Volto Santo non con L’arte propria, ma con arte divina… 


4 pg.

Dinanzi a questo Simulacro narra un autorevole storico … aver pregato anche Maia Santissima …”
II.
Il vescovo Gualfredo nel 782 ebbe la visione di un angelo che gli mostrò il Simulacro. Il Vescovo, in pellegrinaggio in Palestina, riuscì ad avere la statua dietro il pagamento di una “cospicua somma”.


5 pg.

Il vescovo Gualfredo, per timore degli iconoclasti (distruttori di immagini sacre, seguaci di un movimento di carattere religioso sviluppatosi nell'impero bizantino intorno alla prima metà del secolo VIII. La base dottrinale di questo movimento fu l'affermazione che la venerazione delle icone spesso sfociasse in idolatria), che infestavano il Mediterraneo mise “il Volto Santo sopra una nave senza vele e senza nocchiero”.
III.
La nave abbandonata a se stessa….. giunse a Luni … Un angelo apparve al Vescovo di Lucca” e gli ordinò di andare a prendere il Simulacro.


6 pg.

La contesa fra lunesi e i lucchesi fu risolta mettendo il Simulacro su di un carro e stabilendo che sarebbe stato preso dalla città verso cui i due giovenchi l’avessero trasportato. Il Volto Santo fù preso da Lucca, ma furono lasciate a Luni una ampolla del sangue di Cristo ed altre reliuie, che erano in un “ripostiglio trovato dietro il Volto Santo nella parte vicina al collo”.
IV.
Il Volto Santo fu collocato nella chiesa di S.Frediano, “… ma la mattina seguente  fu trovata in un orticello presso la chiesa cattedrale di s. Martino”. Fu edificata nell’orticello una Chiesa dove fu posto il Simulacro.


7 pg.

Questa chiesa fu poi distrutta e il Volto Santo fu definitivamente posto in S. Matino.
 Fu inoltre rinvenuta un’altra ampolla del sangue del Cristo e posta inizialmente nella chiesa di S. Ponziano  per poi essere trasferita in S. Frediano.
V.
Il culto del Volto Santo si estese in tutto il mondo e a Lucca vi fu molta affluenza di pellegrini che trovavano conforto nei 50 ospedali del territorio (nel Medioevo col termine ospedale si indicava un luogo destinato a offrire ospitalità a chi ne avesse bisogno) e protezione dall’ordine dei cavalieri d’Altopascio, probabilmente il più antico ordine religioso cavalleresco d'Europa.
Tra i visitatori del Volto Santo si hanno i nomi di S. Simone monaco ed eremita armeno, S. Caterina da Siena …………… 


8 pg.

S. Bernardino da Siena, S. Leonardo da Porto Maurizio….. i pontefici Alessandro II, Callisto II …. Paolo III, Pio IX: i sovrani Ottone I, Ottone II, …. Federico Barbarossa, Leopoldo II di Toscana, il Re Umberto e la regina Margherita di Savoia…  
VI.
Attraverso un devoto lucchese, Stefano di Butrione, che si era recato in Terra Santa, fu trovato un ripostiglio dietro il Simulacro che conteneva alcune reliquie…………


9 pg.

…. “Nel momento del prelievo apparve una luce vivissima e si udì un grande fragore ….  In memoria di questo prodigio fu collocata pendente in mezzo alla cattedrale …. una croce d’argento…. ”
VII.
Da tempo immemorabile la festa principale di Lucca è la festa del Volto Santo con la processione a cui partecipano tutti i comuni della lucchesia.

10 pg.

Da un documento si rileva che anche musici provenienti da altre regioni partecipavano alla festa. Inoltre il Volto Santo aveva templi ed altari a Pisa, Pistoia, Firenze, Napoli …. ed era venerato in Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, ……
 VIII.
Nel XV sec. fu riedificata dallo scultore Matteo Civitali la cappella dove è posto il Simulacro.  

11 pg.

Alla veste in legno fatta da S. Nicodema “fu sovrapposta una di velluto che, partendo dalla cintura, giunge fino ai piedi ….….. Pensarono dipoi i buoni lucchesi ad adornare la cappella esternamente e fecero dei ricchissimi torceri d’argento e più di cinquanta lampade, pure d’argento; tutta roba che doveva cadere nelle mani dei vampiri francesi…” [Lucca fu invasa dalle truppe del generale napoleonico Sérurier nel febbraio del 1799, che insediò nella città una repubblica giacobina di stampo francese.] 

12 pg.

… Parecchi sommi Pontefici, ma specialmente pio VI, accordarono indulgenze e favori spirituali amplissimi ai divoti del Volto Santo. Citiamo le principali: Alessandro II accordò per la dedicazione della chiesa un’indulgenza plenaria da lucrare …. Pio VI accordò l’indulgenza plenaria nei seguenti giorni: Natale, Circoncisione, Epifania ….. Commemorazione dei Fedeli defunti, tutti i venerdì di marzo …..”

13 pg.

….. tutte queste indulgenze di Pio VI sono applicabili alle anime del Purgatorio….”
IX.
… gli ex voto e le tabelle votive, che anticamente ricoprivano le pareti della nostra cattedrale erano indizio certo dei molti miracoli e delle grazie ottenute dal Volto Santo. La già citata storia di Mons. Guerra ne riferisce alcuni …. Eccone pochi in sunto. Un giovinetto di Siena, cieco,  …… Un tal Corrado di Sassonia, affetto da paralisi …. Una fanciulla che aveva una mano arida…. Un tale Giovanni di Lorenzo, francese di Piccardia, accusato di omicidio …. Il Sacerdote Vincenzo Fabbri, moribondo …..”

14 pg.

“…. guarì istantaneamente …… Molti altri fatti prodigiosi riferisce Mons. Guerra.”
X.
Nei tempi nostri ricordiamo con piacere che nel 1871 sorse in Lucca ….. Nel 1884 il prefetto di Lucca, col pretesto del colera vicino, proibì il triduo, solito farsi in preparazione alla festa di S. Croce…….”

15 pg.

Inno al Volto Santo

venerdì 10 aprile 2020

PROGETTO DI "COMODA SCALA DI DUE RAMPANTI .... ENTRO IL CASTELLO DI BORGO NELLA STADA DI MEZZO ..."


Progetto di “comoda scala di due rampanti ……entro il Castello di Borgo nella strada di mezzo….”

Questo piccolo foglio è inserito negli elaborati di progetto dell’ing. Giuseppe Pellegrini, vissuto fra il ‘700 e l’ ‘800.



 
= 1810  d 9. 7bre [anno 1810  giorno 9 settembre]
Dimostrasi in Pianta il Disegno di una comoda scala a due rampanti, che potrebbe fabbricarsi nella Casa del Sig.re Francesco Lotti entro il Castello del Borgo [attuale Borgo a Mozzano - Toscana] nella strada di mezzo [attuale via Umberto I°] dal Piano Terreno sino al primo piano solaiato [con  struttura piana orizzontale a travi e travicelli di legno e con pavimento in mattoni], che corrisponde in sala [accesso nella sala], con prevedere [approvvigionamento] a Pisa N° 18 scalini di macigno [*] Larghi ? [illeggibile]   Br.o [Braccio] alti 1/3 scarso. [Il braccio lucchese corrisponde a 0,5905 m]
Proposta in do [detto] giorno da F. M. Butori di Cam: ? [illeggibile]  
[*] Macigno: roccia sedimentaria arenaria di colore grigio molto diffusa nell’Appennino, usata come materiale da costruzione. Viene detto pietra forte se compatto e resistente, pietra morta se friabile, pietra serena se di colore azzurrognolo e ben lavorabile.

martedì 7 aprile 2020

RICORDI DELLA CHIESA DI S. BARTOLOMEO NEI PRESSI DELLA CUNE, IN COMUNE DI BORGO A MOZZANO.


Ricordi della chiesa di S. Bartolomeo nei pressi del paese di Cune, in comune di Borgo a Mozzano.

Il luogo dove sorge è sempre stato meta di passeggiate, anche per la sua vicinanza al monte Bargiglio, su cui sorgeva un’antica fortificazione conosciuta da secoli come “l’occhio della Repubblica di Lucca”, oggi ridotta a rudere.

Fotografia dei primi del ‘900.

 

Bozzetto dell’abside della chiesa del prof. Angelo Mario Crepet (1885 – 1974)



giovedì 19 marzo 2020

PRIMA GUERRA D'INDIPENDENZA ITALIANA, 1848 - GARIBALDI E IL "MORO".


prima guerra d’indipendenza italiana, 1848 – Garibaldi e ilMoro”.

Andrea Aguyar, soprannominato “Andrea il Moro”, era uno schiavo che, dopo la abolizione della schiavitù in Uruguay nel 1842, divenne seguace di Giuseppe Garibaldi nel paese sudamericano e quindi in Italia.  “Il Moro”, sempre al fianco di Garibaldi, partecipò alla prima guerra d’indipendenza italiana e perse la vita nella difesa della Repubblica Romana nel 1849.
 Nelle memorie di volontari internazionali che erano uniti a Garibaldi, Aguyar è menzionato come compagno di combattimento di abilità eccezionali. Il volontario Von Hofstetter così descrive Andrea Aguyar: "Un brughiera [moro] di vaste proporzioni che aveva seguito [Garibaldi] dall'America, in un mantello nero con una lancia guarnita con un gagliardetto rosso".

GARIBALDI seguito dal MORO

Di seguito è riportato l’articolo “Notizie della Legione Garibaldi”, tratto dal giornale “LA RIFORMA” del 6 settembre 1848 dove è riportato: “Il Moro visto il pericolo estremo si scagliò contro quei soldati colla lancia e collo stile, né ferì parecchi e tre morti ne stese a terra, il Garibaldi fece altrettanto e si aprirono così un passo alla fuga.




 Articolo: