domenica 24 novembre 2013

MORTE IN TERRA DI GERMANIA DI PIETRO MARCHI, FIGURINAIO DELLA PIEVE DI CONTRONE


Morte in terra di Germania di Pietro Marchi, figurinaio della Pieve di Controne

A metà ’800 nei paesi della Controneria (Comune di Bagni di Lucca) non vi era famiglia che non avesse componenti all’estero per vendere statuine di gesso.
Anche i fratelli Arcangelo e Pietro Marchi nel 1879 erano emigrati in Germania e avevano iniziato a fabbricare e vendere le statuine di gesso, quando una malattia improvvisa provocava la morte di Pietro
PIETRO MARCHI
ARCANGELO MARCHI
La famiglia, deceduto il padre Luca nel 1876, era composta dalla madre Agnese Giambastiani, da sette figlie e da tre figli, come riportato nella “Situazione di Famiglia” del 1872.



A) Le vicende dei due fratelli in terra di Germania, fino alla morte di Pietro, è riassunta nella lettera inviata da Arcangelo al Console generale italiano ad Amburgo [la calligrafia molto ordinata ed elegante e la correttezza della lettera non è sicuramente per mano del mittente]:
“Signor Cristoforo Robecchi
Console generale italiano
Amburgo.-
Dietro Sua richiesta, Le invio la presente, per darLe quelle informazioni riguardo agli affari di comune interesse fra noi due fratelli Arcangelo e Pietro Marchi.
Partito io sottoscritto il 22 Aprile dall’Italia; arrivavo in Amburgo il I° Maggio e per 6 giorni negoziai da per me in alabastro.
Il 5 Maggio affittavo un locale destinandolo alla lavorazione delle figure in gesso.
Addi 7 stesso mese arrivava da Brema il defunto fratello Pietro ed unitosi a me; si seguitarono i lavori da me gia cominciati; lavori, le spese dei quali, dovetti io sborsare, essendo il suddetto sprovvisto affatto di denari; e Lei ben conosce, che allorché s’incomincia qualsiasi affare molte sono le spese e pochi o nulla gli incassi. Non molto tempo dopo il Pietro si ammalò per 8 giorni, e quindi nuovo versamento di denari, per le non indifferenti spese del dottore, medicinali etc.
Guarito ricominciò ad aiutarmi, dico aiutarmi, non essendo egli troppo pratico nelle lavorazione di dette figure.
 L’11 del Giugno riammalò e conosciuto la gravità della malattia, dietro suggerimento del dottore curante, lo feci trasportare all’ giorni di malattia spirava.
Eccole i poche parole spiegato lo stato delle cose. Certo di aver soddisfatto al giusto Suo desiderio; passo a segnarmi con tutta stima
sempre ai di Lei commandi obedientissimo
Arcangelo Marchi
Amburgo li 5 luglio 1879” [N° 30/Arc – archivio Marchi]


Il documento appare burocratica nella forma e nel contenuto ed ben diverso dalle missive inviate da Arcangelo ai familiari durante la malattia e dopo la morte del fratello Pietro.
B) Arcangelo annuncia la grave malattia di Pietro al fratello maggiore Giuseppe. Oltre alla stato di salute di Pietro sono trattati gli affari che non vanno bene. La lettera è sconclusionata e piena di errori.
Leggela da per te che non ti veda nessuno
Caro fratello
Amburgo 18 giugno 1879
Sarà già del tempo che aspetti la risposta, e denari, e potevamo aver mandato tutto, ora senti il motivo, abbiamo avuto disgrazia ma poi non cie nulla di nuovo, ma cosa che imbrogliato tutti gli affari. Da poi che sono ritornato io, e che io e Pietro siamo insieme, Pietro e stato quasi sempre malatello, ora poi si è ammalato un pochino grave! Ma stai pure tranquillo che presto sarà guarito, questo è stato tutto l’imbroglio che io non ho potuto attendere agli affari,  e credi bene che per ora non si può mandare denari, farai tu l’impossibile di rimediare tutto, e la cambiale di Volterra, non ci sarà altro il mezzo che, tu l’avvalli, e la scriverò anco io che abbiamo avuto questa disgrazia se no era già pagata.
Ricevemmo un dispaccio da Monaco, e tue lettere, e come si era combinato, andò Pietro a Gemeinden , e la trovò i ragazzi, e li portò qui, e sono bravi ragazzi e ubbidienti, lo dirai ai Padri suoi che stiano pure tranquilli che si penza tutto noi.
Erano troppo contenti e il mestiere andava bene che non l’avrei neppure creduto. Caro frateloo!!! Ci vuole coraggio e non te la prendere sarà quello che Iddio vuole ma pare che per nostro fratello Pietro non giovi nulla io faccio quello che posso e più ma i Dottori me l’hanno fatto spedito !!! Da tanto che lo desidero spero ancora bene, la sua malatia e grave. Se tu ci avessi da fare qualche cosa per gli affari di casa io rti ho avvisato apposta, che è in pericolo, fai come credi io non ho potuto fare nulla perché li prese una febbre, e sorti di sentimento e non cie più tornato.
Torniamo agli interessi come ti dico non ti posso aiutare farai un debito che anco io bisogna che lo faccia qua.
Non fare sapere nulla a nessuno di queste cose, specialmente a Mamma m ancora a nessuno mi farai pronta risposta io pure ti riscrivo presto specialmente de migliorasse ti scrivo subito.
Ricevi tanti saluti e fanne parte alla famiglia, e tutti chi domanda di me dandoti una stretta di mano segno tuo Aff.mo fratello
Arcangelo Marchi
P: S: e assistito daun prete che parla Italiano
Bramerei sapere se le casse di Volterra l’anno spedite se no per ora si potrebbe fermare
[N° 29/Arc – archivio Marchi]



C ) Arcangelo descrive la morte di Pietro al fratello Giuseppe e riferisce sulle spese sostenute per il funerale.
Caro Fratello
Amburgo 26 Luglio 1879
Riguardo alla tua cara del 10 corrente mese, la quale mi dava il dispiacere nel sentire che tanto tu come Mamma e sorelle, vi consolate assai il sentire la buona morte che fece il nostro Pietro: e così mi dicono tutti gli amici di qui, che è cosa proprio da consolare e non da piangere, io pure mi consolo assai perche ho avuto la [illeggibile] di poterlo curare, ed assisterlo per bene nella sua malattia, e fino che non è stato interrato, ed ora pure come ti scrissi che gli ho comprato il terreno distinto, dove gli farò fare un monumento per avere sempre memoria del nostro caro Pietro. Mi consola molto il sentire che gli avete fatto un bellissimo funerale e che gli sono state dette tante messe; io pure procurai di farli fare funzione di Chiesa accompagnamento al cimitero insomma tutto in ordine e non prezzavo lo spendere, come vedrai dal certificato del Console, che annuncierà anco le spese, ma soltanto le grosse, e la somma passerà £ 200 non contando le piccole spese., ma se ne avessi spese ancora di più sarei ancora più contento, che sono per nostro caro fratello che lo meritava la sua bontà. Sento che brami avere un ricordo, ti prego avvisarmi che ti sarebbe più caro che io ho conservato tutto. Il ritratto non l’aveva ma deve avere uno costà, se lo trovi lo conserverai che quando torno almeno anco io potrò vederlo, e darli un bacio.
Ricevi i miei cari saluti dei quali ne farai parte a Mamma e sorelle, e dandoti una forte stretta di mano il tuo
Aff.mo fratello A. Marchi” [N° 31/Arc – archivio Marchi]







D) Arcangelo cerca di consolare la madre (lettera incompleta).
“…. ghava, e diceva che si trovava bene servito , e che stava bene la notte del 19 dopo aver ricevuto tutti i sacramenti dormi fino alla mattina del 20 e quando si svegliò aveva riperduto il sentimento, e sempre più lo perdeva, io persi tutte le speranze come pure il Sacerdote e il Dottore dissero che non poteva più guarire. Stetti con lui il 21 fino alle 9 [d]i sera, e poi l’abbandonai g[mutilo] …  [d]issi addio, ma non mi conosceva più, e lo lasciai al Sacerdote che l’assti fino a l’ultimo minuto che fu il 22 alle ore 8! Di mattino
Cara Madre! Di una perdita tale piangerebbero anco i sassi, ma poi bisogna rimettersi alla volontà d’Iddio e vedete che gli voleva proprio bene e l’ha voluto con lui, e gli ha dato un giorno di sentimento per ricevere i Santi Sacramenti e poi dopo due giorni lo ha preso, certamente perdere un fratello o figlio il dolore e grande ma morire bisogna e bisogna rimettersi, e ringraziare Dio che lo ha assistito fino gli ultimi momenti, e gli ha fatto fare una morte santa, senza soffrire, e dopo avere ricevuti tutti i Santi Sacramenti, dunque vi prego a non persarci più e così farò io e bisogna dire Dio ha voluto così e così sia.
Il Sacerdote che lò ha assistito prega a scrivervi che non ci pensiate, e dice, che sarebbe contento di fare una morte uguale, e dice che perché era tanto buono Dio lo ha voluto con se.
Il medesimo Sacerdote gli ha fatto tutte le funzioni, lo ha accompagnato al campo santo in somma tutto in regola. Vi saluto con tutta la famiglia chiedendovi la materna benedizione mi segno vostro aff.mo figlio Arcangelo Marchi.
Vi prego rispondete presto.” [N° 31bis/Arc – archivio Marchi]

domenica 17 novembre 2013

LETTERA DAGLI STATI UNITI DURANTE IL PROIBIZIONISMO - 1922


Lettera del 1922 dagli Stati Uniti durante il proibizionismo.
[Col termine proibizionismo s'intende il periodo fra il 1919 ed il 1933 in cui negli Stati Uniti venne sancito il bando sulla fabbricazione, vendita, importazione e trasporto di alcool.]

Carmo Enrico
Arlington 2. 16. 22.
Ricevvi la tua cartolina e ti ringrazio di avermi fatto così sapere che hai ricevuto la mia lettera.
Come saprai qui, negli Stati iniqui, siamo all’asciutto, (intendi non si può avere liquori vino e birra) quindi tutti se ne fanno da per se, chi in una maniera e chi nell’altra, ma a nessuno riesce ad avere un buon alcool, e molte volte, oltre che essere di sapore cattivo è melmoso e vi sono spessissimi casi anche di morti.
Dunque avrei bisogno di un libro o due, che insegnasse come averlo dall’uva o dall’orzo e zucchero e più specialmente come si può riconoscere quando è puro o se nò, come si può depurare.
Il meglio credo sia che tu scriva all’Hoepli di Milano e lui ti manderà certo il migliore.
Non scrivo io direttamente perché è un imbroglione e una volta mi fece pagare due volte il medesimo libro quindi mi raccomando a te.
Se credi, prima di ordinarlo, puoi guardare qualche catalogo dei manuali Hoepli, cosa che io ho già fatto, ma i miei cataloghi sono troppo giovani (1904 !?!).
Insomma fai come meglio credi, ma ciò che mi preme di più sarebbe di avere questi libri il più presto possibile perché adesso ci commercio e mi preme di avere della roba buona. Quindi guarda di occupartene subito.
r. 8/5/22 [risposto il …]
Noi tutti bene, il Luigi è adesso nel Canadà e presto andrà in California a S. Francesco, e facilmente fino a giugno non tornerà a casa.
Abbiamo tra noi Achille Barsi che a maggio ha finito di fare il marinaio e tornerà al Borgo [Borgo a Mozzano – Lucca] ; non so se te ne ricordi.
Spero e auguro che anche tutti voi stiate bene e mi dico
Tuo aff:mo Amico
L. Pellegrini

P.S. Denari non te ne mando o perche non so quanto spenderai.
Puoi arrivare anche a £ 50, o 100 e se ti accomoda chiedili alla zia Marianna.
 Salute






venerdì 8 novembre 2013

CONTRATTO DI DOTE FRA LUCA MARCHI E AGNESE SUA SPOSA - 1838


Nota del Contratto di Dote fra Luca Marchi
e Agnese sua Sposa [ 1838 ]
A di 30 Marzo 1838

Il Notaio S. Frediano Stefani si è rogato del Contratto di Dote di £ [lira lucchese] 200 costituita da Giovanni di Sebastiano Giambastiani alla sua figlia Agnese domiciliati a S. Gennaro e futura sposa sel Sig. Luca di Domenico Marchi domiciliato alla Pieve di Controne.
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L’istituto della dote è antichissimo ed e stato particolarmente curato nella società greca e romana, poi modificato nell’alto medioevo con l’introduzione di consuetudini germaniche. Nell’età comunale le doti furono limitate nella consistenza per evitare che matrimoni con cittadini di altri comuni sottraessero ricchezza al territorio. Nel XVIII sec. l’istituto della dote riprese vigore e applicato fino al 1975, quando il nuovo Diritto di Famiglia mise fine all'obbligo della dote da parte della futura sposa, ritenendola un istituto ormai anacronistico .
L'ammontare della dote dipendeva dalla generosità della famiglia, dal gruppo sociale di appartenenza degli sposi, e consisteva, oltre che nel corredo, in beni immobili e/o denari.