martedì 27 maggio 2014

DOMANDA PER LEGGERE I "LIBRI PROIBITI"


Domanda per leggere i LIBRI PROIBITI dalla Chiesa cattolica.

Nel 1558 il Sant’Uffizio, sotto il papato di Paolo IV, fu stilato l’Indice dei libri proibiti, che è stato soppresso solo nel 1966. Lo scopo era quello di ostacolare la divulgazione degli scritti ritenuti non corretti dal punto di vista teologico, o contrari alla morale cattolica.
L’elenco comprendeva opere di scienziati, filosofi, economisti, poeti etc., quali Dante, Ugo Foscolo, Leopardi, Bacone,  Cartesio,  Kant,  Rousseau,  Voltaire,  Marx …….
Di seguito sono riprodotte due domande per poter leggere libri compresi nell’elenco delle opere proibite.
La prima per Pietro Giambasiani, che per la professione che esercita di architetto e agronomo, può imbattersi in opere “di vietata lettura”. 
B.mo Padre
Pietro Giambastiani della Diocesi di Lucca di professione Architetto ed Agronomo trovandosi spesso fra i libri, e potendo imbattere in quelli di vietata lettura per quiete di sua coscienza umilmente implora dalla S. V. la facoltà di leggere quelli Autori che in materia di Belle Lettere, filosofia, e diritto non scrissero ex professo contro la S. Cattolica Religione e contro i buoni costumi
Feria Sexta die 17 Novembris 1837
Auctoritate SSmi D. N. Gregorii PP. XVI nobis commissa liceat oratori cui ….. [segue la formula con cui veniva autorizzata la lettura “Libros proibitos” delle materie richieste]

 
La seconda domanda è per il frate agostiniano, Alipio Giambastiani fratello di Pietro, che desidera allargare le sue conoscenze “onde essere più utile alla Religione
B.mo Padre
Fr. Alippio Giambastiani Lettore in Sagra Teologia dell’Ordine agostiniano per puro desiderio di profittare nell’acquisto delle cognizioni, onde essere più utile alla Religione si prostra ai piedi della S. V. per implorare l’indulto di poter leggere i libbri proibiti. Che della grazia E
Feria Sexta die 5 Augusti 1836
Auctoritate SSmi D. N. Gregorii PP. XVI nobis commissa liceat oratori cui ….. [segue la formula con cui veniva autorizzata la lettura “Libros proibitos” delle materie richieste]

venerdì 23 maggio 2014

LE TASSE SULLE FINESTRE NELLA VICARIA DI BORGO A MOZZANO - LUGLIO 1799


La tassa sulle finestre
nella vicaria di borgo a mozzano – luglio 1799

La tassa sulle finestre fu applicata in vari paesi europei quali l’Inghilterra, la Francia, la Spagna e i Paesi Bassi. L’imposta gravava sugli immobili ed era commisurata al numero e alle dimensioni delle aperture.
 
La tassa sulle finestre fu introdotta a Lucca nel 1799, sotto la prima Repubblica Democratica Lucchese, nata il 4 febbraio per volere del generale Serrurier, comandante delle truppe francesi, che avevano preso il controllo del territorio del vecchio Stato oligarchico.
Il dottor Giacomo Vincenzo Pellegrini di Borgo a Mozzano, uno dei cinque Direttori del Direttorio eletto il 4 febbraio 1799, dimissionario da tale carica per motivi di salute, aveva ricevuto in data 11 Luglio l’incarico di “verificare il credito concepito dalla Comunità, e Vicaria [del Borgo a Mozzano] per i generi somministrati alle truppe [in prevalenza francesi], e ad esigere dai Parrochi il denaro retratto dalla contribuzione delle finestre …”.



Lettera del 11 Luglio 1799 del Direttorio.
Libertà Eguaglianza
Rep. Lucchese 11 Luglio 1799
Il Direttorio Esecutivo
al
Cittadino Giacomo Vincenzo Pellegrini
Cittadino
Dal decreto, che si compiega, vedrete, Cittadino essere rimessa alla considerazione di direttorio esecutivo la determinazione da prendersi sulla petizione, che tempo fa fù fatta dalla Vicaria di Borgo.
Per coerenza di questa autorizzazione ha il direttorio esecutivo eletto la vostra Persona a verificare il credito concepito dalla Comunità, e Vicaria per i generi somministrati alle truppe, e ad esigere dai Parrochi il denaro retratto dalla contribuzione delle finestre, acciò fatta detta verificazione, sia la Comunità, e Vicaria rimborsata di quello, che sarà di ragione.
Questa lettera servirà a caratterizzare per autentiche le ricevute, che voi farete ai medesimi Parrochi.
Salute, fratellanza
Dom.co Ant.o Bertagna Presidente
Bombacari Sec.o Se.”

Dopo appena sei giorni dalla lettera sopra riportata, il 17 Luglio la Repubblica Democratica Lucchese cadde e subentrò la reggenza austriaca. Le lettere indirizzate al dottor Pellegrini dai parroci delle varie frazioni della Vicaria, incaricati della raccolta della tassa sulle finestre, riflettono questo particolare momento di disorientamento delle popolazioni dei paesi, popolazioni rurali che peraltro avevano sempre dimostrato una certa avversione verso il governo democratico.

Lettera del 18 Luglio 1799 del Pievano di Chifenti.
Sig. Mio [?]. mo
Non è mancanza di respetto verso VS. il non venire alla di lei inviatami, di mandare cioè il richiesto denaro delle Finestre, ma per evitare il tumulto di questi miei Parrocchiani dè quali la maggior parte sono venuti in questa mattina a farmi sapere, che non vogliono assolutamente , che sborsi la mentovata somma richiesta, come potrà vs. sentire da uno di questi governatori, che porta il presente Giudicherei però per d:o motivo di sospendere ed intanto attendere qualche riscontro.
Sono con tutto il rispetto
Vs. Um. Ser.o                                    Chifenti 18 Lug.o 1799
In fretta                                                                                                 Dev:o aff:mo Servitore
Pio: Ant:o Finucci

Lettera del 18 Luglio 1799 dai Governatori dei Monti di Villa.
A di 18 Luglio 99

Pervenutaci dalle mani del Cittadino Parroco, una lettera scritta da Voi Cittadino, sul proposito del pagamento da farsi della contribuzione delle fi

Leonardo Lena nestre; si è su questo proposito radunata la Nostra Comunità per ricevere i sentimenti della medes:ma sopra questo particolare, dove si è dato il Partito [?], ed è stato perduto perche ha creduto di non altrimenti mandare quella contribuzione, adducendo per ragione, che ognuno vole ciò che a messo fuori.

Noi Governatori siamo incaricati dalla Nostra Comunità, di farle sapere la sua risoluzione, ed augurandole ogni felicità

Salute, e Considerazione

Leonardo Lena Canc: ro

D’ordine dè governatori


Lettera del 19 Luglio 1799 del Rettore di Cune.
Sig.e Dottore Ecc.mo

Stante la variazione del Governo non pochi dei miei Parrocchiani, anzi quasi tutti mi fanno istanza perché ritenga in mia mano il denaro retratto dall’imposizione sopra le finestre. Favorirà pertanto darmi qualche chiarimento per mia regola; ed intanto col dovuto rispetto mi segno

Di Vs: Cune 19 Lug.o 1799

Divot.mo Servitore

Biagio Dinelli Rett.


Lettera del 19 Luglio 1799 del Pievano di Pieve di Monti di Villa.
Pieve de Monti di Villa 19 Luglio 1799

Cittadino

Nel giorno di ieri non vi mandai il denaro delle finestre perché i governatori a nome della comunità me li hanno fermati nelle mani, e a tale effetto in questa mattina hanno ristrinto il commune, e perciò senza altro ordine li tengo a disposizione di chi dovrà averli

Salute e Fratellanza

Gio. Francesco Torre P.[ievano]

Lettera del 22 Luglio 1799 del parroco di Gioviano.

Ill.mo Sig.re Sig.re P.ne Col.mo

Appena ricevuto il di Lei foglio riguardante la contribuzione sopra le finestre che consegnai ai Governatori di questa Comunità, acciò lo leggessero in publico comune e deliberassero cosa volevano risolvere, ebbi per risposta che essendo cessato il governo non volevano mandare cosa alcuna, e intanto vollero che lo restituissi a contribuenti. Ecco di quanto devo avvisarla: e con tale occasione pieno di stima, ed onore sono a dedicarmi

Dv Ill.mo

Gioviano questo di 22 Luglio 1799

Umiliss.mo e Dev.o Se.o

Paolo Valentini

mercoledì 14 maggio 2014

PERMESSO DI CACCIA SENZA ARMI DA FUOCO


permesso di caccia senza armi da fuoco
………. con panie vaganti ……….

Il documento sotto riprodotto è un permesso di caccia per l’uccellagione, attività venatoria atta a catturare vivi gli uccelli selvatici, che veniva esercitata con trappole, reti, lacci e panie. In particolare la licenza prevedeva l’uccellagione con l’impiego di panie “vaganti”, cioè spostabili da luogo a luogo.
La pania, denominata anche vischio, è una bacchetta di legno, cosparsa con sostanza collosa difficile a seccarsi ottenuta dalle bacche di vischio, o con un'altra sostanza adesiva, bacchetta che viene impiegata per catturare piccoli uccelli. Le panie vengono disposte presso punti in cui la selvaggina si abbevera, oppure in appostamenti fissi con l'impiego dei richiami.
Oggi in Italia l’uccellagione è vietata.
Il documento è rilasciato al minore Cesare Marchi, residente a Bagni di Lucca, dal Questore di Lucca il 6 ottobre 1919. 

martedì 13 maggio 2014

BANDIERE ED ARMI DI LUCCA


bandiere ed armi di lucca
sotto le sue varie dominazioni

La bandiera è un drappo di varia forma e dimensioni simbolo di una nazione, di un’associazione, di un partito, di contingenti armati o di persone raccolte per svolgere un’azione comune.
Questa voce sembra abbia avuto origine dalla parola teutonica “Band” (striscia), con cui si distinguevano le milizie di uno stato dall’altro, prima che venissero adottate le divise. 
L’origine storica della bandiera è antichissima: la Bibbia menziona le diverse insegne delle dodici tribù, i Greci portarono bandiere all’assedio di Troia e presso i Romani la fanteria impiegava il “signum militare” e la cavalleria il “vexillum”.
Lucca, per la sua singolare storia di città – stato, presenta una interessante sequenza di bandiere che nel tempo la rappresentarono.
Di seguito sono riportate le bandiere acquerellate su un piccolo album della seconda metà del XIX sec. 
 
N° 1) Bandiera del Comune di Lucca [1119]
N° 2) Bandiera di Pisa al tempo della Signoria Pisana e di Uguccione in Lucca 1313 – Sercambi Cron. MSS. Orig. In Arch. Di Stato C.te  44 e 92 [1314 – 1316]
N° 3) Signoria Pisana in Lucca sotto Gherardo o Gaddo della Gherardesca [1316 – 1317]
N° 4) Bandiera di Castruccio Castracani degli Antelminelli signore di Lucca [1317 – 1328]
N° 5) Bandiera di Marco Visconti signore di Lucca [1329]
N° 6) Signoria di Gherardo Spinola [1329 – 1330]
N° 7) Signoria del Re Giovanni e Carlo suo Figlio [1330 – 1333]
N° 8) Bandiera dei Rossi signori di Lucca [1333 – 1335]
N° 9) Bandiera di Mastino della Scala [1335 – 1341]
N° 10) Bandiera del Comune di Firenze signore di Lucca [1341 – 1342]
N° 11) Signoria di Pisa [1342 – 1364]
N° 12) Bandiera di Giovanni dell’Agnello signore di Lucca [1364 – 1369]
N° 13) Bandiera di Carlo IV Imperatore [1369]
N° 14) Bandiera del Cardinale Guidone vicario dell’Impero [1369 – 1370]
N° 15) Bandiera della Repubblica di Lucca. A. [1370 – 1400]
N° 16) Bandiera della Repubblica di Lucca. B.
N° 17) Bandiera della Repubblica di Lucca. C.
N° 18) Bandiera dei Guinigi [1400 – 1430]
N° 19) Bandiera di Paolo Guinigi.
N° 20) Bandiera di mare stabilita dalla Repubblica democratica 20 maggio 1803 [1799 – 1805]
N° 21) Bandiera Lucchese sotto i principi Baciocchi Decreto 8 Agosto 1805 [1805 – 1814]
N° 22) Bandiera di Lucca sotto il Governo della Toscana [non disegnata]
N° 23) “Bandiera Nazionale Italiana sotto la Casa di Savoia felicemente regnante [1861]
















giovedì 8 maggio 2014

COSA PUO' ESSERE ?


Metà dello stilo(e) per l'Inverno dalli 23 Settembre alli 20 Marzo

Stilo(e) per l'Estate dal 21 Marzo al 22 Sett.e


Chiedo aiuto per individuare l’oggetto sopra rappresentato, costituito da un cilindro di pianta di canna (L= 9,5 cm; D= 3,3 cm) fasciato da uno spesso strato di carta disegnata sulla superficie laterale.
 La fasciatura del cilindro è divisa in due settori, ciascuno reticolato da una maglia rettangolare, che supporta una serie di linee curve con inizio e termine individuati da un valore numerico.
Su di un settore è scritto: “Metà dello stilo(e) per l’Inverno dal 23 Settembre al 20 Marzo” e sull’altro “ Stilo(e) per l’Estate dal 21 Marzo alli 22 Sett.e”. In entrambe le parti poi vi sono dei riquadrature colorate in rosso con inserita l’indicazione dei mesi invernali o estivi, la scritta MERIDIANA e Polo.




domenica 4 maggio 2014

BROGLI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 1913 NEL COLLEGIO DI BORGO A MOZZANO (Lucca)


Brogli alle elezioni politiche del 1913 nel collegio di Borgo a Mozzano.

Premessa.
In Italia le elezioni politiche del 1913 furono le prime a suffragio universale maschile. L’elettorato attivo fu esteso a tutti i cittadini maschi di età superiore ai 30 anni senza alcun requisito di censo, né di istruzione, restando ferme per i maggiorenni di età inferiore ai 30 anni le condizioni di censo o di prestazione del servizio militare o il possesso di titoli di studio già richiesti per le precedenti consultazioni. Il corpo elettorale passò da 3.300.000 a 8.443.205, di cui 2.500.000 analfabeti, pari al 23,2% della popolazione. L’elezione avvenne utilizzando il metodo maggioritario con la vittoria di un solo candidato per collegio uninominale.
Il collegio a cui si riferiscono i documenti sotto riportati è quello di Borgo a Mozzano, che comprendeva diversi comuni fra cui Bagni di Lucca, e dove erano candidati il prof. Augusto Mancini per il Blocco Repubblicano e Domenico Tomba per i cattolici.
Oggetto.
Lettere scambiate fra il Cav. Giuseppe Marchi, ex sindaco di Bagni di Lucca, e il figlio Mario, studente d’ingegneria presso il Politecnico di Torino.

21 ottobre 1913 – (cinque giorni prima della consultazione)
Lettera di Mario Marchi da Torino al padre in cui esprime preoccupazione per i possibili voti comprati dal candidato?. Tomba, operazione ritenuta tuttavia di non facile attuazione per le modalità di votazione, e si augura che “se non si riesce [da parte del candidato Tomba] stabilire un controllo per gli elettori che si fanno pagare, la candidatura del povero Tomba si risolverà in un gran fiasco.” La missiva termina con l’appello in favore del Mancini: “Elettori votate compatti per il prof. Augusto Mancini !!!




 



26 ottobre 1913 – (giorno della consultazione)
Lettera di Giuseppe Marchi al figlio. È giorno di votazione e vi è la speranza di un risultato favorevole al Mancini. “ In questo momento la gran lotta è più acuta che mai. I tombisti sono assai scossi e non si sentono che grida di viva Mancini. È una cosa non mai veduta fra queste popolazioni. Gli animi sono eccitatissimi, e le coscenze in parte si sono ribellate alla corruzione.



27 ottobre 1913 – (il giorno successivo alla consultazione)
La lettera del padre esprime tutta l’amarezza per la sconfitta della sua parte: “I partiti del Bottini e dei preti hanno vinto su tutta la linea  … in questo Collegio il Tomba con circa 1000. Voti di maggioranza.  ……..  anche in questi Comuni di Val di Serchio e Val di Lima la corruzione è stata fortissima. Le canoniche erano ridotte vere e proprie  agenzia per la compera dei voti ….” Inoltre dà notizie di una situazione di profondo turbamento della popolazione che può sfociare, come in qualche caso è già avvenuto, in scontri anche violenti: “In questo momento il1/2 Squadrone di Cavalleggeri che erano qui, sono partiti per Lucca, poiché stamane si temono dei disordini …..”

 


3 novembre 1913 – (una settimana dopo il risultato della consultazione)
Dopo la prima amarezza Giuseppe Marchi si consola nel sottolineare che nel Collegio di Borgo a Mozzano, anche se se la lotta politica si svolta “malamente”, “non ci furono né colpi di rivoltella né baruffe”. Rafforza invece la denuncia contro il mondo clericale: “Vi fu una corruzione su vasta scala e i preti tutti avevano messo nelle rispettive canoniche agenzia di compra di voti…… Il Comitato raccoglie le prove della corruzione ….”. Dopo alcune notizie sui collegi di Lucca e di Capannori, non senza una certa soddisfazione informa il figlio Mario che: “Qui (Borgo a Mozzano) e ai Bagni i tombisti appariscono mortificati. Il Tomba non darà un soldo e non entrerà nella Società delle Terme ”.

 


Conclusione.
Le elezioni del 26 ottobre 1913 videro vincitore al primo turno il clericale Domenico Tomba, ma la consultazione nel Collegio di Borgo a Mozzano, come in altri, fu ripetuta nel 1915, dopo l’annullamento per brogli, e stavolta il prof. Mancini riuscì, col sostegno della sinistra, ad entrare in Parlamento.