La lettera delle “ciarle” –
1788 – Pieve di Controne (comune di Bagni di Lucca)
Don Giacomo
Marchi scrive al padre Luca, perché ripreso da questi e dai fratelli per le
operazioni finanziarie che conduce e che i parenti ritengono rischiose, anche
per giudizi espressi da terzi.
Don Giacomo all’inizio
della lettera esprime tutta la sua collera:
“In vista del vostro foglio in data de’ 18
stante, mi puone [pone] nella dura necessità di renderci risposta,
e questa non concetta in termini che significanti …”;
per poi ripetere che il padre dà credito alle ciarle
degli altri a cui aggiunge delle proprie, ciarle intese non semplicemente come
chiacchiera, ma come voce priva di fondamento e messa in giro con intenzione
maligna.
“ …In
vista però delle passate cose vi avviso, che non vogliate continuare a farmi
scomparire con le vostre ciarle …”
“ …
e se continuate a tener bada a tante ciarle, e comulare alle medesime delle
vostre secondo l’uso, vi accerto che si ulti [?] merà presto, e penserò a rimediarci….”
“ …. ed in avvenire prima di mettermi in ciarle
pensateci, e pensateci bene, mentre v’assicuro essere stufo del vostro modo di
procedere …”
“ …. e di prestar fede a tanti che vogliono ad
arbitrio loro inventare, e che hanno cura di mettere delle ciarle, il che tante
volte avete toccato col dito …”
“… ma quello che vi dico non far tante ciarle,
ed attendere di più a parlare …”
La lettera termina con un
invito sferzante a recarsi padre e tutta la famiglia all’eremo di S.Anna in
occasione della tradizionale festa della Santa nel giorno del 26 luglio. L’eremo
si trova vicino a Montefegatesi, paese a pochi chilometri da Pieve di Controne
dove risiede la famiglia Marchi.
Da un appunto “Debiti che gravano il patrimonio del fu
Giacomo Marchi ….” risulterebbero fondati i timori del padre e dei
fratelli.
n Trascrizione della lettera
C.mo P. [Carissimo Padre]
In vista del
vostro foglio in data de’ 18 stante, mi puone [pone] nella dura necessità di renderci risposta, e questa
non concetta in termini che significanti; vedendo il quotidiano modo che voi
tenete nel trattarmi, e far giocare solo, che belle, ed artificiose invenzioni;
ma queste non anderà molto, che sarò obbligato toglierle con risoluzione forse non
troppo gustosa, mentre non voglio esser causa, che quei di mia Casa restino
impiegati tutto giorno ad ideare belle invenzioni per agitarmi; essendo oramai
tempo d’ultimare queste bellissime cabale [raggiro], che né sono sicuramente stufo, sapendo voi benissimo
quante volte avete il coraggio farmi inquietare ingiustamente, e poi dopo poco
tempo persuaso di quello che da maledica [falsa] lingua avevate inteso, oppure capricciosamente
ideato, quali troppo prolisso sarei se volessi accennargli. In vista però delle
passate cose vi avviso, che non vogliate continuare a farmi scomparire con le
vostre ciarle da ? ?, ed
imprudentemente , perche [è] in conto alcuno non so con chi trattiate quando
scrivete di Denaro, ne di Pagatori, e se continuate a tener bada a tante
ciarle, e comulare alle medesime delle vostre secondo l’uso, vi accerto che si
ulti[?]merà presto, e penserò a
rimediarci.
Un accenno
poi soggiungere ai miei Fratelli che se sono mal contenti del mio contegno, ne
prendino subito quelle risoluzioni, che credono proprie, essendo sicuro, che
tutto quello che faranno, ridonderà in mio vantaggio grande, e così staremo in
quiete, essendo altrimenti sicuro; che sotto un Duce mal pratico del suo
ufficio, l’esercito con capriccio agirà, ed in tale circostanza, qual esito se
ne dovrà credere? Infelice. Riflettete adunque a quanto sopra, ed in avvenire
prima di mettermi in ciarle pensateci, e pensateci bene, mentre v’assicuro
essere stufo del vostro modo di procedere, e di prestar fede a tanti che
vogliono ad arbitrio loro inventare, e che hanno cura di mettere delle ciarle,
il che tante volte avete toccato col dito, e conosciuto chiaramente; ma quello
che vi dico non far tante ciarle, ed attendere di più a parlare, avendovi di
già più di una volta avvertito della vostra imprudenza; se non volete da[r]vi a lagnare di me. E
salutandovi mi dico
Aff[ezionatissi]mo Figlio
Lucca – 20 – Lu[gl]io [17]88 Giacomo Marchi
P.S: Se il giorno di S: Anna averete Giudizio
anderete secondo il solito alla Festa della Madonna, e se vi troverete in
ghingheri, il che assolutamente succederà, dopo ci penserete, onde procurate di
condurci tutti di casa, e vi saluto.
Al Serg.[gen]te Luca Marchi
Mio P[ad]re Car[issi]mo
Pieve di Controne
Nessun commento:
Posta un commento