Lettera di Vincenzo Barsotti “formatore di sua maestà cristianissima il re
di Francia” al padre Frediano - 1778
Vincenzo Barsotti si trova a Roma e scrive al padre a
Tereglio (paese della valle del Serchio in prov. di Lucca) per informarlo che
al momento non può “… venire a Fiorenza a
causa di molti lavori che il Cavaliere [il pittore Anton Raphael
Mengs]… ” gli ha ordinato. In particolare deve “ …. andare a San
Pietro a formare sette putti per colonna dell’altare maggiore che sono del
Fiammingo e sono grandi 3 palmi e
mezzo l’uno ….”. Ma una commissione assai più prestigiosa e che
gli avrebbe conferito il titolo formatore di sua maestà
cristianissima, gli era stata data dal papa Pio VI. Avendo il museo del
Vaticano acquistato la statua di una Dea coronata con uva e pampini [reperto proveniente
dagli scavi di villa Adriana – Roma], il re di Francia [Luigi XVI regnò dal 1774 al 1791] aveva espresso il
desiderio di averne una copia che fosse fatta da un pensionato dell’Accademia
di Francia in Roma. La richiesta era stata esaudita da parte vaticana, purché
per la copia ci “si serva dell’opera di Vincenzo Barsotti sperimentato e abile formatore”.
La lettera riporta trascritto il memoriale vaticano
La prima parte della lettera fa riferimento a un
rimprovero ricevuto dal padre, di cui non si conosce il motivo, a cui Vincenzo
risponde: “ … in data li 4 del presente e della medesima sento alcune cose che non
vanno bene che mai io mi sono tenuto da più di chi mi a insegnato e poi siete
mio padre e mi basti accusi [così] …”,
Il pittore Anton Raphael Mengs Il baldacchino dell'altar maggiore in S. Pietro
Il papa Sisto V Il re di Francia Luigi XVI
Roma adì 21 9bre 1778 [Archivio Pellegrini – Biblioteca comunale di Borgo a Mozzano]
Roma adì 21 9bre 1778 [Archivio Pellegrini – Biblioteca comunale di Borgo a Mozzano]
Carissimo padre
salve / avendo ricevuta ora di vostra in data li 4 del presente e / della
medesima sento alcune cose che non vanno bene / che mai io mi sono tenuto da più
di chi mi a insegna / to e poi siete mio padre e mi basti accusi, in primo
luogo/ vi dico come io ora è indificile che possa venire a / Fiorenza a causa
di molti lavori che il cavaglier[e] mi / ordina e poi al zio li dispiacerebbe
assai e poi il Cavaglier[e] / mi a detto che lui non mi aveva scritto apposta per
/ che si credeva che voi eravate occupato e credeva / che voi non ci potevate andare
e per non obbligarvi / non vi aveva scritto. Onde io a lui ce lo detto e / li
ho fatto sentire la lettera e lui mi ha risposto che / io ho da fare qui a Roma
e se voi non ci poteva / te andare non cera male, onde caro Padre procu / rate
di persone bene e se non potete andare / non ci andate e non vi strapazzate
tanto la vostra / vita e se caso mai risolvessimo di andarci andate / ci con
uno che vi possa aiutare e sia capace e non/ guardate a darli qualche cosa di
più basta del tutto / datemene avviso [abrasione]
(...) [o]ra lavoro al museo
per il re di Francia che [abrasione]
(...) vi mando una copia / del memoriale così [abrasione] possiate conoscere lonore (l’onore) che / si fa un vostro figlio e vostro allievo, e mi
tocca andarci attempo avanzato e chil sa quando /
la finerò e lunedì mi tocca andare a San Pietro a/ formare sette putti per colonna dell’altare maggiore / che sono del Fiammingo e sono grandi 3 palmi e mezzo/ l’uno e questi sono per Mengs; il zio mi a detto/ che vi avisi che a [illeggibile] li 400 scudi e vi/ saluta: io della lettera ancora non ce lo detto ma ce lo/ dirò di quella che voi mi avete scritta. Caro padre io/ vi domando la vostra benedizione e il sig. Cavaliere vi saluta/ caramente e dice che questo altro anno viene a Firenze/ e che allora mi ci porterà anche a me/ salutatemi mia sorella e Lunardino / mi dichiaro il quale / vostro figlio vero / Vincenzo Barsotti.
Memoriale (del cardinale Archinto)
Bea(tissi)mo
Padre/ il direttore dell’Accademia di Francia in Roma con/ ogni dovuto ossequio
espone alla S(anti)tà vostra gualmente / avendo da S(ua) Maestà Cri(stianissi)ma
la commissione di far/ fare da un pensionante in essa accademia una copia della
testa o busto di una dea accinta d’uva e pampani poco fa/ acquistata dalla
S(ua) A(altezza) dall’eredi del conte Fede ed ora/ esistente nel museo in
Vaticano che della grezia/
A monsig(nor) Maggio(rdo)mo
che ne porli (...)/
Si è degnato la Sa(nti)tà
di No(stro) Sig(nore) nella audienza di/ questo giorno ordinarci di accordare
come in esecuzio/ ne degli ordini Sovrani accordiamo al oratore la / grazia di
potere far prendere la forma della testa/ e fusto di Dea accinta di pampani
colla condizione/ però che si debba e si serva dell’opera di Vincenzo / Barsotti
sperimentato e abile formatore, data dalle nostre /stanze della Nostra Residenza
al quirinale/ questo dì 26 ottobre 1778
S: O Arc …..(?)
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