Storie di “caporetto” –
Lettera del ten. Mario Marchi, ing. di Lucca ad un amico - 9 dicembre 1917
Carissimo Vag..[?]..oni
,
Grazie infinite
della tua lettera e delle notizie che mi dai. Io purtroppo son pieno di
tristezza in questo momento. Non per la nostra guerra perché la fede che ho è
tanto grande che non vedo altro che la futura vittoria. Ma perché la mia
batteria ha avuto sorte immeritata.
Eravamo in
posizione difficili fra le difficili a 2000 metri da quel maledetto Fovame che
è stato la tomba di tanti nostri eroi. E lassù la batteria si era fatta larga
fama sino tra gli Austriaci per i tiri sapienti eseguiti. Il Capitano che la
comandava prima di me si levava il gusto di far saltare le vedette nemiche con
una salve di sezione. In altra occasione il comandante delle forze nemiche di
tutto il Iovame, un manigoldo che da due anni si scervellava per farci il
peggior danno, è stato decapitato dalla
prima granata mentre si baloccava a
guardare le nostre linee da una feritoia. Tu puoi da questo immaginare con
quale spirito i miei ufficiali e i miei soldati sono scesi qui incontro al
nemico. E’ stato prima un calvario per monti pieni di neve a trascinare i
pezzi. Ho tirato per due giorni le funi come un pazzo. Ho avuto l’onore di
essere l’ultimo col mio Maggiore a scendere da un passo molto noto. Dietro a
noi erano le prime pattuglie austriache. Così ci siamo ritirati portando con
noi quanto i nostri capi ci avevano affidato. Giunto qui in pianura e presa
posizione la mia batteria fu la prima ad essere in efficienza. E quando
l’ultimo ponte saltò noi eravamo da giorni pronti ad entrare in azione.
Il mio guaio
intanto fu questo: che il maggiore Maresca che comandava il mio gruppo fu
chiamato altrove ed il comando del nuovo gruppo formatosi fu assunto da un
capitano.
Mentre io
miglioravo le posizioni asssegnatemi mi giunge l’ordine di consegnare i miei
quattro cannoni ad un gruppo, che non solo non aveva saputo salvare i suoi ma
che si era dimenticato di prendere anche i binocoli dal momento che richiedeva
i miei.
Sono stato 15
giorni senza pezzi ad aspettare e a contare le granate che mi hanno gravemente
ferito due soldati ed è arrivato l’ordine di scioglimento della batteria. Così
si ricompensano i miei uomini delle fatiche eroiche sopportate. Io sono stato
chiamato presso il gruppo,
ma piuttosto che rimanervi farò domanda per i
reparti d’assalto. Quello che ho sofferto a veder disperdere i miei bravi
soldati non so dirti. E in un momento in cui lo spirito di corpo sarebbe così
necessario!
Spero di poter
avere in u modo o in un altro il comando di un’altra batteria. Sarebbe l’unico
mio desiderio. Degli amici di Lucca scarse notizie. Ti auguro di cuore che tu
ne riceva da tuo fratello e presto.
Tidarò presto
notizie mie e dei miei cambiamenti perché se no ne otterrò sono deciso afar domanda di passare in qualsiasi
arma.
Salutami gli
amici
Tuo affezionato
Marchi
9 Dec. 1917
Nessun commento:
Posta un commento