lunedì 12 giugno 2017

I GESSI DI OPERE CLASSICHE - Vincenzo Barsotti da Tereglio (LU), lettera del 1779






I GESSI DI OPERE CLASSICHE – Vincenzo Barsotti da Tereglio, lettera del 1779.


I gessi che rappresentavano un “precedente” della fotografia, conservando tra l’altro la tridimensionalità della statua, erano richiesti sollecitatamene per poter possedere un esemplare delle opere antiche in sostituzione del marmo originale”.
[da “La fortuna della copia in gesso. Teoria e prassi tra Sette e Ottocento” – Dott.ssa Valeria Rotili, Università degli Studi Roma Tre]

Di seguito è riportata una lettera di Vincenzo Barsotti, indirizzata da Firenze a don Bernardino Duccini, specie di maestro di casa del Mengs, perché riferisca al pittore boemo [Anton Raphael Mengs] che molti dei modelli richiesti sono stati incassati per essere spediti, tra cui le porte del Battistero, eseguite da Ghiberti, i bassorilievi presenti nel Duomo, Amore e Psiche, l’Apollino, il Fauno con le nacchere, il Laocconte.
Per soddisfare a pieno le richieste del pittore, Vincenzo Barsotti si avvale dell’aiuto dell’incisore Santi Pacini il quale operando a Firenze si impegna attivamente nel procurare i permessi per trarre le copie e imballare i gessi, lavorando “come un disperato, che non si da un momento di riposo”.

Lettera n° 422 [Archivio Pellegrini – Biblioteca comunale di Borgo a Mozzano]

Firenze a di Giugno 1779/
Sento da una delle sue lettere a nome del Sig: / Cavaglieri(e) come mi incarica di osservare [?] le / forme che avessero perso la prima delicatezza e / se ve ne sono mandi in sieme con le medesime / forme anche un getto di prima gettatura onde/ di questo la prego di partecipare il sig. Cavalieri(e) che / sarà servito sinceramente, ma che ancora non / mi è capitata nessuna di queste forme che / siano stracche e che non siano inesatte  di / farli onore: in quanto alla agevolezza e al modo / di mettere in eseguzione quanto il sig. Cav(aliere) mi impose / non (h)o trovato una minima di(f)ficoltà / ma …. (?) che se ne trovassi é mio dovere di / avvisarlo: quale pure su(g)gerire al sig. Cav(aliere) che in / quanto a incassare si fa con gran calore che ci è / il Sig. Santi [Sante Pacini (1735 - circa 1790) incisore e copista fiorentino] che lavora come un disperato che / non si piglia un momento di riposo e lo fa propriamente / con amore e poi li è stata troppo risibile (?) lof(f)er / ta che li fece il sig. Cav(aliere) del Apollo e del / Laoc(o)onte il quale poc(h)i giorni passa che non me li / ram(m)enti e di già (h)a destinato il loco dove collocarli / che per Laoc(o)onte già ha disegnato di farci un arco /


che veramente lo merita:  perché per mancanza di palglia / che qui non se ne trova per qua(t)trini (h)a sfatto tutte le / stoglie [stoie] di paglia che copriva tutti li suoi legumi (?) che / ci fanno un gran montaggio (?). / Li dirà anche al Sig. Cav. che abbiamo incassato già / tutta la porta di San Gio(vanni) e tutte le forme de bassorilievi del d(u)omo / l’ Appollino e il gran Fauno dalle gna(cche)re e adesso si incassa / lamore e sichè [l’amore e psiche]. / Sento nella sua lettera con mio gran dispiacere come il / sig. cav(aliere) stia in una strana debolezza e che si siano / soprag(g)iunte un corso (?) di morrodiè [emorroidi]. ma Dio mio come mai / questo povero Sig. é così tribolato che veramente mi fa / compas(s)ione che se potessi con il mio sangue rimediarlo alme / no in una qualche maniera certamente lo farei ma, io / però non sconfido in Dio e preg(h)erò tanto che spero di sentire / qualche meglioramento per chè avendo lasciato il lavorare/ spero che si rimetta. / La prego caro Sig. Don Bernardino di leggere questa lettera / al sig. Cav. e con  riverirmelo tante caramente e che / mi comandi che sono pronto a servirlo in qualunque / cosa che possi. Lei poi lo supplico a compatirmi / e lo prego perdonarmi di tanto incomodo che li do che vera / mente ci sono tenuto onde la prego a comandarmi che / farò il possibile servirlo. lo prego a restituirmi  li saluti a / tutti e baciandole unite le mani mi confermo/ Ami(co) e de(voto) servo / Vincenzo Barsotti.

ALCUNE OPERE CITATE NELLA LETTERA:
PORTA DEL BATTISTERO (A. Pisano)
PORTA del Ghiberti
APOLLINO o Medici Apollo

FAUNO CON NACCHERE
LAOOCONTE

L'AMORE E PSICHE ( la copia di cui parla il Barsotti non può essere quella di Canova, essendo stata iniziata nel 1787)





Nessun commento:

Posta un commento