I GESSI DI OPERE CLASSICHE – Vincenzo Barsotti da Tereglio, lettera del 1779.
“I
gessi che rappresentavano un “precedente” della fotografia, conservando tra
l’altro la tridimensionalità della statua, erano richiesti sollecitatamene per
poter possedere un esemplare delle opere antiche in sostituzione del marmo
originale”.
[da “La fortuna della copia in gesso. Teoria e prassi
tra Sette e Ottocento” – Dott.ssa Valeria Rotili, Università degli Studi Roma Tre]
Di seguito è riportata una lettera di Vincenzo Barsotti, indirizzata da
Firenze a don Bernardino Duccini, specie di maestro di casa del Mengs,
perché riferisca al pittore boemo [Anton Raphael Mengs] che molti dei modelli
richiesti sono stati incassati per essere spediti, tra cui le porte del
Battistero, eseguite da Ghiberti, i bassorilievi presenti nel Duomo, Amore e
Psiche, l’Apollino, il Fauno con le nacchere, il Laocconte.
Per soddisfare a pieno le richieste del pittore,
Vincenzo Barsotti si avvale dell’aiuto dell’incisore Santi Pacini il quale
operando a Firenze si impegna attivamente nel procurare i permessi per trarre
le copie e imballare i gessi, lavorando “come
un disperato, che non si da un momento di riposo”.
Lettera n° 422 [Archivio Pellegrini – Biblioteca comunale di Borgo a
Mozzano]
Firenze a di Giugno 1779/
Sento da una delle sue lettere a nome del Sig: / Cavaglieri(e) come mi
incarica di osservare [?] le / forme che avessero perso la
prima delicatezza e / se ve ne sono mandi in sieme con le medesime / forme
anche un getto di prima gettatura onde/ di questo la prego di partecipare il
sig. Cavalieri(e) che / sarà servito sinceramente, ma che ancora non / mi è
capitata nessuna di queste forme che / siano stracche e che non siano inesatte di / farli onore: in quanto alla
agevolezza e al modo / di mettere in eseguzione quanto il sig. Cav(aliere) mi
impose / non (h)o trovato una minima di(f)ficoltà / ma …. (?) che se ne
trovassi é mio dovere di / avvisarlo: quale pure su(g)gerire al sig.
Cav(aliere) che in / quanto a incassare si fa con gran calore che ci è / il Sig.
Santi [Sante Pacini (1735 - circa
1790) incisore e copista fiorentino] che lavora come un disperato che /
non si piglia un momento di riposo e lo fa propriamente / con amore e poi li è
stata troppo risibile (?) lof(f)er / ta che li fece il sig. Cav(aliere) del Apollo
e del / Laoc(o)onte il quale poc(h)i giorni passa che non me li / ram(m)enti e
di già (h)a destinato il loco dove collocarli / che per Laoc(o)onte già ha
disegnato di farci un arco /
che veramente lo merita:
perché per mancanza di palglia / che qui non se ne trova per qua(t)trini
(h)a sfatto tutte le / stoglie [stoie] di paglia che copriva tutti li
suoi legumi (?) che / ci fanno un gran montaggio (?). / Li dirà anche al Sig.
Cav. che abbiamo incassato già / tutta la porta di San Gio(vanni) e tutte le
forme de bassorilievi del d(u)omo / l’ Appollino e il gran Fauno
dalle gna(cche)re e adesso si incassa / lamore e sichè [l’amore e psiche]. /
Sento nella sua lettera con mio gran dispiacere come il / sig. cav(aliere) stia
in una strana debolezza e che si siano / soprag(g)iunte un corso (?) di
morrodiè [emorroidi]. ma Dio mio come mai / questo
povero Sig. é così tribolato che veramente mi fa / compas(s)ione che se potessi
con il mio sangue rimediarlo alme / no in una qualche maniera certamente lo
farei ma, io / però non sconfido in Dio e preg(h)erò tanto che spero di sentire
/ qualche meglioramento per chè avendo lasciato il lavorare/ spero che si
rimetta. / La prego caro Sig. Don Bernardino di leggere questa lettera / al
sig. Cav. e con riverirmelo tante
caramente e che / mi comandi che sono pronto a servirlo in qualunque / cosa che
possi. Lei poi lo supplico a compatirmi / e lo prego perdonarmi di tanto
incomodo che li do che vera / mente ci sono tenuto onde la prego a comandarmi
che / farò il possibile servirlo. lo prego a restituirmi li saluti a / tutti e baciandole unite
le mani mi confermo/ Ami(co) e de(voto) servo / Vincenzo Barsotti.
ALCUNE OPERE CITATE NELLA LETTERA:
APOLLINO o Medici Apollo |
FAUNO CON NACCHERE |
LAOOCONTE |
L'AMORE E PSICHE ( la copia di cui parla il Barsotti non può essere quella di Canova, essendo stata iniziata nel 1787) |
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