Il soldato Fabio Lena di
Bagni di Lucca, ferito al fronte nella Grande Guerra.
Un ritaglio di giornale e una lettera del 1917 ricordano il
ferimento del soldato Fabio Lena di Ponte a Serraglio, frazione del comune di
Bagni di Lucca.
Dopo Caporetto l’esercito italiano si era attestato sul
Piave ed anche la 776° batteria di cui faceva parte il Lena, aveva raggiunto la
nuova linea difensiva, come riferito nella lettera del comandante Ten. Mario
Marchi : “ …Tu puoi da questo immaginare
con quale spirito i miei ufficiali e i miei soldati sono scesi qui incontro al
nemico. E’ stato prima un calvario per monti pieni di neve a trascinare i
pezzi. Ho tirato per due giorni le funi come un pazzo. Ho avuto l’onore di
essere l’ultimo col mio Maggiore a scendere da un passo molto noto. Dietro a
noi erano le prime pattuglie austriache. Così ci siamo ritirati portando con
noi quanto i nostri capi ci avevano affidato. Giunto qui in pianura e presa
posizione la mia batteria fu la prima ad essere in efficienza. E quando l’ultimo
ponte saltò noi eravamo da giorni pronti ad entrare in azione… Mentre io miglioravo le posizioni
asssegnatemi mi giunge l’ordine di consegnare i miei quattro cannoni ad un
gruppo, che non solo non aveva saputo salvare i suoi ma che si era
dimenticato di prendere anche i binocoli dal momento che richiedeva i miei………………..
Sono stato 15 giorni senza pezzi ad aspettare e a contare le granate che mi
hanno gravemente ferito due soldati (riferimento al soldato Lena) …………”
[blog: “la
grande guerra – storie di “caporetto” – lettera del ten. mario marchi, ing. di
lucca, ad un amico -1917”]
ritaglio di giornale (mutilo):
"……. e stimato e amato da tutto il paese.
Possono dire del suo entusiasmo, dei suoi sentimenti, le
poche righe da lui scritte all’amato zio Virgilio, e quelle che l’egregio
tenente d’artiglieria ing. Mario Marchi, indirizzava ad un amico di qui
qualificano l’uomo.
“ Caro zio,
Saprà che il giorno 23 rimasi ferito. Scrissi a casa, ma ho
accennato semplicemente ad una ferita alla mano sinistra. A lei, il compito di
dire nel miglior modo possibile, ai miei cari genitori che la ferita è assai
gravuccia e compiere così quel dovere ch’io non saprei adempiere. Una maledetta
granata dell’odiato nemico mi scoppiò a brevissima distanza e una scheggia mi
fracassò la mano destra. Fui condotto ad un ospedale da campo, dove i medici
de3cisero di tagliarmela, come fecero al polso. È una disgrazia, ma pazienza! La
ferita va bene, io ho abbastanza appetito e non credo di avere avuto nemmeno la
febbre …. Tante cose a a tutti a un bacione a lei dal suo nipote
Fabio”
Così poi scriveva il tenente Marchi:
“In questi giorni una disgrazia mi ha fatto perdere un
ottimo e bravo soldato della mia batteria, l’unico compaesano che avessi
trovato, e cioè il soldato Lena Fabio del Ponte a Serraglio, che è stato ferito
il giorno 23 novembre. Si trovava quella mattina a lavorare al ricovero di un
osservatorio, uno di quei fossi blindati nei quali si trova rifugio in caso di
bombardamento. Dal luogo dove lavorava era venuto presso la batteria. Mentre si
allontanava una granata nemica gli scoppiò vicinissima ed una scheggia gli
sfracellò la mano sinistra. Raccolto immediatamente e curato fu traspor ….”
lettera della crocerossina delia marchi al
fratello ten. mario marchi:
Carissimo Mario,
una notizia che ti può far piacere è che Fabio Lena, dopo
aver tanto sofferto, si trova ora con noi alla Croce Rossa. Leggemmo sul
giornale la notizia e si cercò con la mamma all’ospedale militare, ma la Sg.ra
Pasquini, che era di turno al momento del loro arrivo, fece il possibile per
averlo da noi. Sono andata subito a vederlo e ti dirò che sono rimasta del suo
coraggio veramente ammirevole!
Mi ha parlato di te con vero affetto, mi ha raccontato di
quando ti vide per la prima volta e gli sembrò di riconoscerti, di quando
domandasti se c’erano toscani nella batteria e trovasti lui; ed ora che avevo
avuto la fortuna di essere con lui, ha soggiunto mi è toccato partire ….
Se tu sapessi come ci si sente piccine piccine davanti al
coraggio e al valore di voi soldati!
Anche stamani abbiamo ricevuto la tua posta una cartolina
diretta a me e la lettera per mamma, così vado più contenta all’ospedale,
altrimenti dovrei aspettare fino alle 8 stasera quando torno a casa.
Non avevo ancora visitato l’ospedale militare e ieri quando
andai con mamma tutte le aule dove ho passato i miei anni migliori. Chi avrebbe
detto a noi bimbe e ragazze spensierate che dopo parecchi anni la nostra scuola
avrebbe accolto i nostri feriti?
Ce ne sono molti ora e ne ho riconosciuti alcuni che sono
stati due anni fa al nostro ospedale.
Non stare in pensiero se non vedi nostra posta, noi
scriviamo tutti i giorni ed ora impostiamo la mattina invece della sera, ma
ogni momento ci sono soppressioni e cambiamenti di treni per cui non so ancora
a che ora partono le nostre lettere.
Noi bene. Cosima ti saluta tanto. Ti abbraccio e ti bacio a
lungo la tua
Delia
Lucca 17.12.17
famiglia marchi - 1916
L' Ing. Mario Marchi, Tenente d'artiglieria, la
madre Emma, la sorella Delia, vestita da crocerossina, e il fratello Cesare,
studente ginnasiale.
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