lettere d’amore del1877 ed atto d’annullamento
rotale del matrimonio “rato e non
cosumato”.
Teodolinda Stefanini della Croce, appartenente a un nobile
casato pisano, è la giovane fidanzata di Giacomo Cristofanini, membro di una
eminente famiglia di Borgo a Mozzano (prov. di Lucca). L’amore della giovane è
pienamente espresso nelle lettere indirizzate al futuro sposo, amore sempre
temperato dalla fortissima educazione religiosa: “ …. Signore, sono dunque amata,
e posso amare, certa di fare la vostra Volontà: Grazie mio Dio di benefizio si
grande!....”
Negli scritti
compare anche una continua preoccupazione per le condizioni di Giacomo: “….Tu
mi assicuri che stai meglio, e che ti dai premura per vincerti; bravo Giacomo
coraggio avanti con fermezza, ed energia, e la tua Linda (così si firma) sarà tanto contenta!..”,
condizioni di carattere psicologico, ma in una missiva al futuro cognato sembra
accennare a problemi anche di carattere fisico: “ …faremo ambedue il possibile per
guarire io dai miei molti, lui dai suoi pochi, ma non poco a me penosi perché
esterni, difetti onde esserci così di conforto l’uno, all’altro… ”
Le lettere conservate scritte da Linda (così si firma) sono del
1877 e il matrimonio è celebrato nel gennaio del 1878, come si evince dalla
lettera della sorella Ildegarde e dalla “pernozze”, scritta per l’occasione.
Il documento della Sacra Congregazione del Concilio porta la
data del 1880 ed è promosso certamente dalla sposa, presumibilmente per il non
superamento dei problemi psico/fisici dello sposo, cui era fatto cenno nelle
lettere, che hanno portato al matrimonio non consumato.
A seguito del processo canonico richiesto dalla Stefanini, il
Cristofanini si rivolge allo studio del principe Giuseppe Colonna di Roma, ma l’esito
della pronuncia pontificia gli è negativa.
Documenti:
⦁Le nove lettere trascritte sono in numero di 6 di Linda (così sono brevemente
firmate) indirizzate a Giacomo, due scritte sempre da Linda ai futuri suocera e
cognato ed una di Ildegarde
Stefanini alla sorella Teodolinda e al cognato Giacomo, appena sposati.
⦁“Pernozze” riprodotta è indirizzata allo sposo Giacomo e riporta la data del
Gennaio 1878.
⦁Il documento della Sacra Congregazione del
Concilio riprodotto è un atto che fa parte della procedura per la
“dispensatione matrimonii rati et non consumati”, richiesta dalla sposa
Teodolinda.
La Chiesa cattolica, per mano del Pontefice, concede
la dispensa da “matrimonio rato e non consumato” nei casi in cui sia stato
accertato che il matrimonio, malgrado la corretta celebrazione, non sia stato
poi consumato attraverso l'atto coniugale.
Come qualsiasi
tipo di processo sia in ambito ecclesiastico che statale, anche il processo di
nullità del matrimonio canonico ha un obiettivo ben preciso e definito: l’accertamento della verità, per il
cui raggiungimento intervengono più soggetti a vario titolo e funzione,
attraverso un articolato itinerario processuale.
In documento riportato si riferisce
alle prime fasi processuali, che si concluderanno con la decisione del
pontefice.
⦁ Seguono le lettere inviate a Giacomo
Cristofanini dallo studio Giuseppe Colonna (sulla carta sono riportate le
lettere iniziali G. C. sormontate da una corona, che indica l’appartenenza alla
famiglia dei principi romani)
⦁ Infine sono riportati:
- due
biglietti per visitare “I Sacri Palazzi Apostoloci” in data 13 luglio 1880 intestati
a Giacomo Cristofanini e lo stemma di famiglia;
- la fotografia della chiesa del Sacro Cuore,
eretta dal sacerdote Leopoldo Stefanini e da sua sorella Teodolinda.
Amat o Giacomo =
Caro son tua così
= Che per virtù di amore
= I moti del tuo cor
= Risento anch’ io ! . . .
⦁Le nove lettere
Lettera N 1 di Linda a Giacomo“
“
…. Signore, sono dunque amata, e posso amare, certa di fare la vostra Volontà:
Grazie mio Dio di benefizio si grande!.... “o amore davvero, o niente” ecco …
il Motto della tua Sposa…”
= Che per virtù di amore
= I moti del tuo cor
= Risento anch’ io ! . . .
Li 28. Settembre – [18]77.
Nel aprire ala cara tua, mi sono sentita come una
consolazione speciale, e nel cuore ho detto “Signore, sono dunque amata, e
posso amare, certa di fare la vostra Volontà: Grazie mio Dio di benefizio si
grande! Poi leggendo la lettera ho trovato che tu pure hai provato e provi lo
stesso conforto, per lo stesso motivo, oh come ne sono restata gratamente
sorpresa e consolata! Si mio caro Giacomo, noi ci siamo non solamente intesi
subito, ma ci siamo combinati nel provare li stessi sentimenti, e bisogna dire
che i nostri cuori si trovano d’accordo fra loro, prima che ci siamo spiegati a
voce ciò che proviamo! Questo è un buon segno non è vero? Se nell’unione stà la
forza, i nostri cuori che tanto hanno saputo unirsi saranno forti nell’amare, e
ci faranno forti nell’operare, e nel soffrire, come unicamente desidero, e con
fermezza spero.
Sei troppo buono Giacomo, quante volte devo dirtelo? che io
non ho neppure un terzo delle qualità buone che tu mi attribuisci? Ma tu mi
vuoi bene, e l’affetto ti fa sembrare meglio ciò che non è; basta speriamo che
possa coll’aiuto di Dio divenire quale mi credi e tutto sarà rimediato.
Ben ti avevo detto che il nostro affetto doveva aumentarsi! e
come ci sarebbemo amati davvero senza questo? son ben contenta che ciò segua,
ciò mi fa sicurezza e conforto!
Ma dimmi cattivo uomo, come potevi credere che
la tua Linda ti amasse solo per se? e potevi amarla avendole tale stima? Ah! nò!
nò!: “o amore davvero, o niente” ecco la [illeggibile]
ossia il Motto della tua …. Sposa!
E come potrebbe dirsi vero amore amando per noi stessi! nò
ora l’io deve essere affatto bandito fra noi! dobbiamo l’un per l’altro insieme,
amare, operare, soffrire! Amandoti dunque per te stesso
non ho fatto nulla di straordinario, ma ho seguito il mio naturale istinto non
avendo potuto fare diversamente di amare chi merita di essere amato, chi
ha saputo ispirarmi sincero affetto chi si combina tanto di sentimenti e
di idee meco.
Ripeto dunque con tutto l’animo il tuo detto a me tanto
gradito”Amiamoci teneramente, immensamente!” amiamoci sì la tua Linda accetta
l’affettuoso invito, e ti assicura della più sincera, e tenera corrispondenza!
rinnovandoti la promessa di essere tutta tua, con tutta l’espansione dell’animo
suo!
Avrei desiderato qualcosa più del breve e freddo tuo detto
“Và un po’ meglio” riguardo alle cose che ti tormentano,
perché ciò mi fa temere che non ci siano belle cose, e questo mi fa afflizione
non poco! Mio Giacomo per quell’amore che mi porti [illeggibile] , fatti
animo, e resisti coraggiosamente, e fermamente, vedrai quanto te ne troverai
bene! io non cesso mai di pregare, e far pregare per ottenere la bella grazia
del tuo miglioramento, ma tu pure coopera da parte tua, non trascurare.
Sento con piacere che stai meglio ma abbiti molto riguardo
perché si è fatto molto freddo ed è stagione da prendere dei malanni, a
non usare le precauzioni necessarie.
Io ora stò benissimo di salute, e anche tranquilla, e dopo
Dio ne sono debitrice a te perché essendo tanto buono con me mi hai
tranquillizzata, e mi hai fatto certa della sincerità del tuo amore, grazie
dunque mille volte grazie.
Ricordati di andare dalle Cappuccine e dal canonico, e vieni
al treno di Mezzogiorno che ti aspetto veh! Non dormire, e vieni. Stasera la Veglia
l’ho fatta teco ma ora mi chiamano a cena, dunque addio a Sabato, accetta tanti
affettuosi saluti dalla tua per sempre Aff.ma Linda
Lettera N 2 di Linda a Giacomo“
“ ….la differenza notevolissima che passa fra
il vivere sol per se stessi, al vivere uniti ad un cuore che amiamo, e
che ci ama! Oh sì grande è questa differenza quanto dal passare dal
Deserto alla Terra-promessa, dal buio della notte, alla bella luce del
Sole!...”
Amato
Giacomo
Cascina 10 Ottobre 77
Fra l’impazienza di sapere le tue nuove, e il timore di non
riceverle, ho passato questa giornata, ma finalmente arrivato l’ultimo Treno ho
ricevuto la carissima tua, dalla quale con tanto piacere ho sentito le buone
notizie del tuo viaggio, e della salute tanto tua, quanto dell’ottima tua
Famiglia: di tutto sia benedetto il Signore!
Dimmi ora mio caro Giacomo, dimmi come potrà la tua povera
Linda rispondere a quanto scrivi? Vedi perché mai tanto confonderla esaltandola
tanto, e tanto te deprimendo?
Non farlo buon Giacomo non farlo, ciò l’affligge [Linda] per due conti; il
primo perché non merita neppure la minima parte degli elogi che tu gli fai, il
secondo perché ben conoscendoti sà che tu non sei davvero quello che tu ti
credi ma molto migliore, perché dunque vuoi mortificarla? Sai bene quanto ti
ama e amandoti non può tollerare che neppure da te tu ti offenda, reputando sua
la tua offesa, più stima dunque, per lo Sposo di Linda, Sig.
Giacomo, Ella lo difende, e non permette, ne permetterà mai che non sia
rispettato.
Piena sincera consolazione sentendo dalla carissima tua che
tu pure dopo aver parlato meco con più confidenza, e più a lungo Lunedì, e ieri
prima di partire, sei stato meglio e mi hai amato più; ciò è seguito a me pure,
e tanto conforto ne ho provato che mi ha un poco temperato l’amarezza della tua
partenza dandomi anche un po’ di coraggio per meglio sopportare lo stare questo
tempo da te lontana. Il vedere che quanto più ci conosciamo e più ci amiamo mi
consola per tutti i rapporti ma specialmente perché rifletto che essendo
questo, la nostra affezione sarà costante, immutabile, e anzi
anche dopo la nostra unione anderà aumentando, e divenendo sempre più grande,
e più scolpita nei nostri cuori, dal vero, e perfetto, Amore. Ben diversa
essendo da quelle affezioni alla Moda leggere, e fugaci, che si
dileguano come polvere al vento. Delle quali ho avuto sempre orrore, e con
tutto il cuore benedico Dio di avermene liberata!
Io ti ringrazio, e ti corrispondo con tutto il cuore, della
tua sempre più grande affezione che mi porti, ma sopra tutto ho tanto gradito
che tu tanto bene comprenda, e senta, la differenza notevolissima che passa fra
il vivere sol per se stessi, al vivere uniti ad un cuore che amiamo, e
che ci ama! Oh sì grande è questa differenza quanto dal passare dal
Deserto alla Terra-promessa, dal buio della notte, alla bella luce del
Sole! Ah! L’io solitario come è triste !!!! (messe a parte le cose dell’anima)
per chi vivere? soli! per chi mai saremo oggetto di vera premura, di vero
interesse? Chi soffrirà, chi godrà con noi? Ah doppio soffrire senza aver chi lo divida, sterile, e
freddo godere! Mio Dio voi che sempre avete letto nel fondo del mio cuore, e
dell’anima mia voi sapete quanto la vostra povera serva soffrisse per questo
motivo! Ah sì o Signore voi lo sapevate, e nel tempo stesso … [illeggibile], che temendo
errare nella scelta, ho voluto rispettare che voi li guardaste nella medesima voi
lo avete fatto pietoso Signore, e concedendomi una persona che mi ama, e mi
teme, che sa amare, davvero, avete appagati i voti della vostra indegna serva,
contro ogni suo merito: grazie di tanto bene, ma deh compite l’opera vostra
concedendomi tutti quegli aiuti, e quelle virtù, che mi mancano, ma che
desidero per corrispondere alla vostra grazia e rendere felice lo Sposo che voi
mi avete dato.
Tu mi assicuri che stai meglio, e che ti dai premura per vincerti;
bravo Giacomo coraggio avanti con fermezza, ed energia, e la tua Linda sarà
tanto contenta! lo riconosci? si vero? all’opera dunque.
Pensa anche a far presto, e bene, ciò che hai da fare
con cotesto Religioso tu m’intendi, ma sii franco, tu sai che Dio ama che lo
serviamo con Letizia bando dunque alle inutili scene, agli stringimenti di
cuore; fiducia, fiducia,: abbandono nel cuore di Gesù e tutto andrà bene. Io
pregherò sempre e farò preghiera per te, specialmente, specialmente in questo
S. ….[illeggibile],
ma coraggio.
Le nostre nuove di salute sono buone, e anche del capo stò
benissimo, come pure di stomaco, stai pure tranquillo poiché ti dico la verità.
Mi dispiace che nonostante la mia premura essendomi alzata più presto per
terminarla stamani 11. non ti arriverà fin a domani; pazienza per
forza!
Quando mi rispondi dimmi più o meno a che a che ora
arriverai Mercoledì, e procura di non affliggermi mancando di venire [illeggibile]! Gradisci
tutti saluti dai miei estensibili alla tua Famiglia, e tu mille affettuosi
dalla tua affettuosa Sposa
Linda
PS. Quando vado in Chiesa la sera mi ricordo esservi stata [illeggibile], e cerco
almeno riparare pregando per te! Oh mio Giacomo quando arriveremo a quel tempo che non
separeremo mai più !!!
Lettera N 3 di Linda a Giacomo
“…. La
vera beltà, non stà nella fragile apparenza, ma nell’Anima che è Eterna! come
te pure mi dicevi giorni sono, non è vero caro Giacomo? E noi non amandoci
follemente ma fondando il nostro Amore, in ciò che è Eterno, Eternamente
ci ameremo!...”
Amato Giacomo
Con impazienza attendevo la carissima tua, che mi desse
insieme alle tue notizie, e a quelle della tua famiglia, un po’ di conforto
essendo restata questa notte più delle altre afflitta dalla tua partenza, e
trovandomi smarrita senza il mio Giacomo che più amo, quanto più imparo a
conoscerlo, ed avendolo in questi giorni meglio conosciuto sento che più grande
è in me la stima, e l’affetto per lui, ma insieme maggiormente sento il
dispiacere di essere da lui divisa, e sebbene sia vero che per breve tempo,
pure mi sento malinconica assai e in modo tale da essere notato anche dalle
persone che mi stanno intorno:
basta coraggio e avanti!
Dalla carissima tua ho con mio … [illeggibile]
contento sentito che tu, sempre troppo buono per la tua Linda, provasti piacere
lunedì dopo avergli manifestate le tue afflizioni sentendole ripeterti che non
solo ti amava egualmente, ma anzi più e che con tutta la sincerità dell’animo,
e l’espunzione del cuore ti rinnuonava la promessa di essere tua Sposa amante,
e fedele! Dunque io non m’ingannai quando mi parve vederti commosso? Dunque tu
fosti contento? Oh grazie Signore! Questo essendo il mio maggiore desiderio di
poterti cioè essere motivo di consolazione! Perché dunque dovresti darmi un
merito di ciò che per me è un premio? Tu credi che in me debba esserci un
grand’eroismo perché non mi sgomentano le tue afflizioni, e invece dovrei farmi
forza se non potessi (per impossibile) teco dividere il soffrire, come il
godere [illeggibile]; mio caro Giacomo
no; non lodare la tua Linda per cosa che non gli costa fatica, solo se tu vuoi
contentarla pensa a darti ogni premura per vincerti, costantemente
essendo questo il suo unico desiderio, per bene tuo però, e per tutti i motivi
che tu ben sai, ma non …[illeggibile]…., e
profondamente sentito amore!
In para dunque come ne provi intimo conforto sentendoti
inteso [capito],
e amato! Tu pure senti riempito il voto [vuoto]
desolante del cuore solitario! meglio così! almeno io posso renderti il bene
che tu mi fai, e ora si conosce chiaramente che viviamo l’uno per l’altro, che
c’intendiamo, e che nostri cuori si sono uniti in modo da non dividersi mai più!
Sii tranquillo che la mia fiducia in te và sempre aumentando, e non ci ha
nessun dubbio che non debba sempre essere piena, e perfetta, stimando, e amando
davvero, non è possibile non avere anche sincera fiducia, perciò siine
sicurissimo.
Qualche minuto prima delle 6.10’ guardavo la Luna secondo la
mia promessa e pensavo a te ma ti confesso con molta afflizione perché da me
lontano! qual differenza la luce di sera! Oh passi presto questo tempo di
afflizione, presto quanto il mio amore lo brama!
Oh buon Giacomo! io la tua Stella? sai che se bene, che tale
fossi, ma tu ora meglio mi hai conosciuto e puoi ben capire che non sono luce, ma
tenebre, e non so guidare ma ho bisogno di essere guidata, però per essere
sicuri di essere ben guidati guarderemo la vera Stella del Mare Maria SS.ma
Maria come segno di speranza e come stella polare per i cristiani ] ed essa a
guidarci sicuri al Porto della Bontà Eterna!
Sento con piacere che le vostre nuove di salute sono
buonissime, eguali sono le nostre.
Ricordati di darti con ogni premura a sistemare i tuoi
affari Spirituali, e temporali, ma con sollecitudine, franchezza,
e decisione; io non manco di pregare, e far pregare per te.
Questa notte hai scritto affettuoso, ma breve, spero che
quest’altra, tu scrivi meno, e mi dirai tutte le tue cose con meno fretta, come
pure se poso sperare che tu venga Mercoledì.
Noi a Pisa, se il Signore ce lo permette andremo Lunedì 29.
dopo desinare.
Ti ringrazio dei buoni auguri, e se il Signore me lo
concederà sarò ben contenta di passare lunghi anni unita al mio caro Giacomo!
Non sò ora cosa dirti di ciò che mi accenni essere questa sera in casa mia a
Pisa, perché non intendo cosa tu abbia fatto però aspetto a sgridarti ben bene
quest’altra volta, solo ti dico che tu mi confondi con troppe attenzioni, da me
sempre gradite, ma mai meritate, e che non sarà mai piccolo ricordo
quantunque fosse pure un filo di righe ciò che tu mi doni questa
sera ma sarà sempre grande per me perché
donatomi dal mio Sposo con tanta delicata premura, grazie dunque, specialmente
del tuo pensiero per me.
La sera che tu partiste seppi da Mamma che Babbo gli ancora
detto che sarebbe stato bene aspettare a fare il nostro matrimonio dopo Pasqua!
Pensa come restai: ma non fui tanto sorpresa poiché conosco i miei Polli.
Mamma però aggiunse che non aveva accettata questa proposizione: nonostante
stiamo attenti mio caro Giacomo e facciamo unitamente argine al torrente
pacifico che tenterebbe sommergere i nostri voti, perché so per esperienza
quanto i miei siano … [illeggibile]
degli indugi, appunto quanto io ne sono nemica, dunque ambedue uniti, insieme
alla tua famiglia al Del Pino facciamo ferma resistenza, e non cediamo un palmo
di terreno, altrimenti addio a quest’altr’anno!!!!
Ho letto quel tuo Libretto, ma mi ha fatto pena il vedere
quel povero Giovine pieno di ottime qualità morire di dolore! nell’abbandono! perché
non era bello! Ah stolto! mille volte stolto, chi si lascia guidare da tali
fallaci apparenze! Vedi Giacomo tu fossi stato pure di aspetto brutto come quel
poveretto, ma col tuo animo, e col tuo cuore, e coi tuoi sentimenti ti avrei
egualmente amato! ma davvero sai? Ma se tu fossi stato un Adone di leggiadrissimi
modi, pieno di te stesso, di fumo, di sciocchezze come ordinariamente sono
questi Adoni, tu mi avessi detto che morivi per me, ti mandavo da una
bella Venere, e non mi sarei mai, e poi mai fidata di te! La vera beltà, non
stà nella fragile apparenza, ma nell’Anima che è Eterna! come te pure mi dicevi
giorni sono, non è vero caro Giacomo? E noi non amandoci follemente ma fondando
il nostro Amore, in ciò che è Eterno, Eternamente ci ameremo!
Quando tu parli colla tua buona Madre, colle tue Sorelle,
rammentami a Loro digli tante cose affettuose per me raccomandami alle loro
Orazioni, e fai loro mille saluti.
Spero avrai pensato a ringraziare Alfonso della gradita S.ta
Immagine, come pure della preghiera che fù per noi digli che prosegua che
sempre più cresce il bisogno essendoci sempre più difficoltà quando siamo
vicini a concludere gli affari importanti.
A lui e al P.[adre]
Giuseppe fai i miei più rispettosi ossequi e chiedi per me la S. Benedizione.
La Donna degli Zii mi ha portato un piccolo berrettino che
dice aver trovato in camera tua, te lo riporterà a Pisa la medesima, e tutti
questi altri conoscenti mi hanno domandato le tue nuove e ti fanno tanti
saluti, distinti ricevili da Mamma e Assunta.
Ringraziandoti del pensiero che tu hai sempre a me rivolto,
assicurandoti di essere affettuosamente corrisposto con tutto l’affetto, con
vero piacere dichiarandomi: per sempre tua Aff.ma Sposa .
Linda
Cascina 25. Ottobre [18]77.
Ore 11. Ant.e [antimeridiane]
Lettera N 3 di Linda a Giacomo
“….Giacomo troppo buono per la tua Linda, e troppo cattiva
per te, come non comprendi, che il dire qualcosa contro di te, è lo stesso che
dirlo contro di lei? …ti Amo ma di vero Amore! di quell’Amor sì vero
sì pio sì forte, che regge a strazzi, a pene, a gioie,
a morte!...”
Carissimo
Giacomo Cacina
24, Ottobre [18]77
Ore
12
Prima di partire per Pisa dopo aver già spedito i miei, e e
i tuoi bagagli mi rimangono alcuni momenti che con tutto il piacere mi affretto
ad impiegarli per te e con te, terminerò poi la presente a Pisa per darti
ancora le nuove del nostro viaggio.
Prima di tutto tante grazie amato Sposo, del gradito e
graziosissimo Ricordo che mi feci portare qua perché impaziente di
averlo presso di me, dove sempre vi starà, essendo non solo una S.ta
Reliquia ma ancora un dono del mio Giacomo, a me tanto [illeggibile] veramente mio,
e gradito anche per il pensiero e per la delicata premura di tutto gradisci i
miei più affettuosi ringraziamenti.
Grata sorpresa mi fece la penultima carissima tua e tanta
consolazione, perché sempre più conobbi che il tuo cuore era unito al mio e
c’intendiamo anche da lontano, mentre ciò che io desiderava, ma non sperava tu
lo faceste scrivendomi più spesso, oh! ha tua Linda comprende e molto apprezza
tante prove del tuo affetto e altro non brama che rendertene giusto
contraccambio, è vero non può fare grandi cose per te, ma può molto amarti, e
di questo siine sempre più convinto.
Feci le tue parti cogli Zii che mi dissero che gli avevi
fatti anche a voce troppi complimenti, e che non gli hai dato nessun incomodo,
come pure dice Mamma, tutti ti fanno tanti saluti.
La tua carissima d’ierisera mi recò tanto conforto che non
so come esprimertelo, non mi dire che io esageri veh! ne vuoi una prova eccola
“Ierisera dopo essere stata in Chiesa, e fuori con diverse persone conoscenti
colle quali feci le depenitenze, tornai a casa con un mal di capo tanto forte
che appena ebbi forza di spogliarmi ed andare a letto, dopo essermi un poco
calmata lessi la tua lettera che avevo allora avuta dalla Posta la lessi,
lo crederai? mi fece l’effetto di un calmante, migliorai subito e
sedutami sul letto potei cenare e, con meraviglia di tutti! Ecco due Domeniche
che il mio Giacomo mi guarisce! e mi calma! grazie di questo beneficio! tu
dunque sarai ancora il mio Medico, e la mia Medicina? oh! sì! sì!
lo sarai, lo sei già stato, e questo pensiero mi conforta immensamente!
Ma come Giacomo troppo buono per la tua Linda, e troppo
cattiva per te, come non comprendi, che il dire qualcosa contro di te, è lo
stesso che dirlo contro di lei? Sei mio intendi? e senza il mio consenso niente
puoi sopra di te, e molto meno contro di te! allora contentami ora! fai
contenta la tua Linda!!! se gli vuoi bene davvero non dire niente contro di te!
lo credi che ella ti ami? Ebbene dimmi cosa diresti tu che mi ami a chi osasse
in faccia tua pregiudicarmi o sparlare contro di me? non lo soffriresti vero? e
allora Sig.e Cattivo perché io dovrei sopportare che lei sparli
contro il mio Sposo? non voglio intende? poiché ciò non è vero niente io che
l’amo più di lei, meglio lo conosco, e più lo stimo,
dunque io e non lei sono Giudice competente ha inteso vero? ma sia per sempre! Lo
so in questo mondo qualcosa tutti abbiamo che a vicenda dobbiamo saperci
compatire e sollevare, ma so ancora che ciò che ha il mio Giacomo è cosa che si
può combattere, e vincere, perché non è cosa che pregiudichi alla bontà del
cuore, alla nobiltà dell’animo, alla rettitudine dei sentimenti, e alla loro
elevatezza no! niente di tutto questo, è una Croce che con la
risoluzione, colla buona volontà, e molto più colla preghiera, assidua,
e coll’amore, e più ancora può essere tolta di mezzo, oh si! il mio Giacomo che
davvero mi ama, non mancherà di fare tutto il necessario per togliere questa
afflizione a se, e a me, e se lo vuole davvero lo farà, lo spero, lo credo, lo
sento, tu vincerai, toglierai da te questa tribolazione perché Dio lo vuole!
e se Dio è con noi, chi sarà contro di Noi? Dici bene ti amo perché
desidero coll’aiuto di Dio praticare la Virtù! e perciò amo chi mi aiuterà a
far questo col buon esempio, e coi suoi consigli, perché sentendomi povera,
e debole spero appoggio, e coraggio, ti amo si perché tu non mi sarai
impedimento al vero bene ma strada a quello, ma non già per
esercizio di sofferenza, nò Cattivo nò!!! non sei mio
mezzo, (ma dopo Dio) mio fine, non esercizio, ma premio, non peso ma appoggio,
e poi che devo dirti? ti Amo ma di vero Amore! di quell’Amor sì vero
sì pio sì forte, che regge a strazzi, a pene, a gioie,
a morte! Non posso più trattenermi ho molta gente che mi aspetta per
dirmi addio, a Pisa terminerò questa mia. Addio intanto Cascina! Addio spero
presto tornarci unita al mio Giacomo! tutta sua! e per sempre! spero rivederti
in compagnia del mio amato Sposo! e con questo lieto pensiero, e con questa
bella speranza contenta ti lascio! Dio ci conceda tutto questo!!! Addio!
Pisa Ore 6 Pome
Dopo breve e felice viaggio eccoci a Pisa e benché poco però
un poco più a te vicina! Di salute si sta tutti bene, io sono un poco stanca di
testa per tanti addii e per tutte le solite cerimonie della partenza, e
dell’arrivo, ma poi sto bene, Vorrei dirti tante cose, e quanto veda la tua
mancanza arrivata appena e quanto maggiormente desideri il tuo ritorno, e tante
altre cose, ma il tempo mi manca, e le persone come al solito da quando s’è in
casa mi tormentano, però scusa se scrivo all’arruffata, ma il mio desiderio
sarebbe molto più e molto meglio!
A quest’ora dunque il mio Giacomo avrà terminata la mia [sigla
illeggibile]
e sarà in piena pace, e unione col suo Dio !!! Oh Signore curatelo, stringetelo
a voi! non permettete che il Demonio disturbi mai più una sì bella unione!
Questa mattina ho fatto per te la SSma Comunione, e ho pregato, e
fatto pregare per tutte le tue intenzioni, coraggio coraggio! mio caro! Fiducia
illimitata in quell’amoroso Signore che tanto ci ama! e che ci vuole uniti
perché con più forza unitamente lo amiamo, con più coraggio, e energia lo
serviamo, e anche perché ci siamo l’uno, all’altro di conforto, e di aiuto per
tutta la vita!
Ti ringrazio della bontà colla quale sempre accogli i
sentimenti espressi nelle mie lettere ma non hanno mica i pregi che tu gli
attribuisci! nò davvero; il tuo amore per me ti fà parere tutto bello, ecco
tutto: ma non v’è altro che il linguaggio del cuore che sinceramente ama, ed
anche non pienamente espresso credilo, perché più è quello che sento di quello
che scrivo senza paragone.
Tu davvero mi hai scritto sempre più affettuosamente, e
chiaro vi leggo quanto il tuo affetto sia grandemente aumentato; la tua Linda
con tutto il cuore l’accetta sinceramente lo gradisce, ti corrisponde e ti
ringrazia.
Ti dissi che Babbo avrebbe voluto differire a dopo Pasqua il
nostro Matrimonio [illeggibile]
tu non mi ci hai risposto? Come mai questo silenzio con cosa di tanta
importanza? ciò mi ha un poco meravigliato, non sapendo a cosa attribuirlo.
Se i tuoi affari te lo permettono sai quanto mi faresti
piacere venendo Mercoldì; se poi non puoi pazienza ma Giovedì non mancare,
starei troppo in pena.
Fai tanti saluti da parte anche dei miei Genitori alla Mamma
e Sorella, stai bene, abbiti riguardo, ricordati di combattere e vincere,
di pensare, amare, e pregare per la tua sempre
Aff.ma
Sposa
Linda
Lettera N 5 di Linda alla madre di Giacomo
“… ho bisogno di essere aiutata per fare un passo tanto
importante, e dopo l’aiuto di Dio, sento che l’affetto del mio Sposo per me, e
del mio per lui, e l’affettuosa bontà di lei cara Mamma e della sua buon
...”
Mia Carissima Madre
Pisa
16 Novembre [18]77
Benchè da me desiderati, e graditi i suoi cari caratteri,
non ne dava a lei nessuna colpa non vedendoli da molto tempo, ben sapendo
quanto sia occupata per sorvegliare il buon andamento degli interessi della
Famiglia, e per prodigare alla medesima tutte le cure di ottima Madre. Ero
ancora sicura dal lato dell’affetto vedendomi, con mio vero conforto, sempre
affettuosamente rammentata nelle sue lettere dirette a Giacomo, della quale
memoria a me tanto cara devo ringraziarla; Faccia dunque mia buona Mamma con
tutta confidenza e libertà con me, senza darsi nessun disturbo certa che io non
attribuirei, né attribuirò mai nulla a motivi non affatto giusti, conoscendo
ormai la bontà, del suo cuore, e la rettitudine dell’animo suo.
Il suddetto però non ha davvero impedito con che io abbia ricevuta
la sua carissima con vivo piacere, molto più poi sentendo espressi nella
medesima tanti affettuosi sentimenti, questi mi incoraggiano da un lato, e dall’altro
mi confondono, ben conoscendomi immeritevole, solo mi affido nell’aiuto del
Signore, e nella loro bontà che saprà compatire e sopportare i miei non pochi
difetti. Ho detto che m’incoraggiano, ed è proprio così perché ora
avvicinandomi sempre più all’epoca del nostro Matrimonio sento che ho bisogno
di essere aiutata per fare un passo tanto importante, e dopo l’aiuto di Dio,
sento che l’affetto del mio Sposo per me, e del mio per lui, e l’affettuosa
bontà di lei cara Mamma e della sua buona Famiglia, sono appunto gli aiuti
potenti ed efficaci per farmi animo a compiere un atto così grave e solenne!
Sono anche ben lieta che il vedermi unita al nostro mio Giacomo, sia per
cagionargli tanta consolazione, e sa il signore quanto grande sia il mio
desiderio di corrispondere alle
sue speranze!
Pare anche a me che giacomo stia meglio di spirito e anche
assai sollevato, speriamo che il Signore ci accordi la grazia di vederlo sempre
di andare di bene, in maglio, per vantaggio suo, e comune consolazione, questo
è per me un desiderio ardentissimo, e non manco di far continuamente pregare
per ottenere una grazia tanto bella, perché come ho sempre detto a Giacomo io
non ho altro a desiderarmi lui possedendo tutte le buone qualità per rendere
una Sposa felice, e felice di vera felicità non poetica, e passeggera,
ma seria, e permanente.
Di salute proseguo a star bene, e lo stesso fanno i miei
Genitori e Sorella, che le rendono centuplicati i suoi graditi saluti da
estender4si ancora alle sue Figlie uniti ai miei, con tanti ringraziamenti per
i loro affettuosi desideri, ai quali io mi pure mi trovo unita mando eguale
desiderio di tutte rivederle ed abbracciarle.
Lei poi cara Mamma si abbia molto riguardo in questa
stagione variabile per mantenersi in buona salute, e poterci dare la
consolazione di vederla da noi per il nostro Matrimonio che benedetto dai miei
Genitori, e da Lei, coll’unanime consenso delle volontà di tutti i Parenti, e
dirò colla comune approvazione possiamo sperare abbia ad essere il principio,
di una vita Cristianamente, felice! Non lascio mai di pregare e far pregare per
tutti i nostri bisogni, e loro pure lo facciano sempre per me. Gradisca tanti
affettuosi saluti, voglia bene, e benedica alla sua Aff.ma Figlia
Linda
Lettera N 6 di Linda a Giacomo
“….voglia
la Vergine Immacolata concederci tutte le grazie che ci abbisognano per il
nostro bene temporale ed eterno…”
Carissimo
Giacomo
Pisa 8. Decembre Ore 7 [?]
Ricevo la
carissima tua, e dovendo rispondere subito poco tempo posso impiegarci, avrei
potuto far meglio rispondendoti domani ma tu vuoi prima e io ti contento come
posso.
Sento con vero piacere le buone notizie della tua famiglia,
come pure le tue, approfittatene per fare tutte le cose per le quali tu hai
fatto questa gita, non farla riuscire inutile neppure in parte, ma fai che
abbia pieno risultato, se pure ti premono i tuoi affari spirituali, e temporali,
quando anche tu dovessi trattenerti un giorno di più per fare tutto, non ti
lasciar tentare ma fallo, riflettendo all’importanza che hanno gli affari che
tu hai da sistemare.
Spero che quando tu tornerai mi potrai contentarecoll’informarmi
dei tuoi felici resultati.
Non ho mancato di pregare e far pregare per te la SS.ma
Vergine in questa sua festività per tutti i nostri bisogni, e per te in modo
speciale, voglia la Vergine Immacolata concederci tutte le grazie che ci
abbisognano per il nostro bene temporale ed eterno.
Sempre eguale nell’abbassarti, e nell’elevarmi tu metti
troppa sproporzione fra noi,
forse ve n’è, ma non nelle cose che tu credi voglio dire io
sono certamente meno virtuosa, ma nel sentire, nell’agire sono di modo di fare
assai diverso! Però facciamoci animo ponendo la nostra speranza in quel Signore
che tanto ci ama, e che tutto ordina e dispone per il nostro bene, Egli padrone
dei cuori, e delle volontà non mancherà di disporre i medesimi, di unire le
stesse in modo a noi scuramente vantaggioso.
Mi dici che desideri trovarmi tranquilla tornando? sii sicuro
che lo sono, non ti dar pena per questo, pensando che noi non abbiamo fatto
nulla per capriccio, ne sbadatamente ma abbiamo agito col fine di
fare la volontà di Dio, non possiamo non essere tranquilli, ne convieni? La
perfetta contentezza poi non è di questo mondo lo sai, ma l’avremo nell’altro,
se avremo sofferto le Croci di questo, con rassegnazione, ed amore!
Ti prego darti impegno di sempre moderarti in ciò che tu
sai, ben sapendo che ciò facendo mi dai un vero contento [contentezza].
Stai sollevato, mostrati di buon’animo con la tua buona Mamma, e Sorelle,
consolandole col farti vedere migliorato, e contento, dì loro tante cose
affettuose per me unite a mille saluti.
Questa mattina ho dovuto alzarmi prima delle 6. per andare in
Chiesa, e perciò sono piuttosto abbattuta stasera, ma di salute stò benissimo.
Addio a Lunedì, se tu dovessi trattenerti avvisami con una
cartolina per mia quiete, se poi hai fatto quanto ti occorre non mancare di
tornare sai che lo desidero.
Ama, ma di Amore generoso, di Amore
eloquente, di Amore forte, di Amore che sia tale in una parola da
rianimare, confortare, incoraggiare, la tua afflitta e abbattuta ma sempre
Affettuosa
Sposa
Linda
P.S
Gradisci i saluti dei miei
Genitori
estendibili
alla tua famiglia.
Lettera N 7 di Linda a Giacomo
“… ma ciò non ti affligga derivando questo
da sentito affetto, che come dice il Pellico “Amore è sospiro di un cuore
gemente che solo si sente, che brama pietà!!!!” [poesia
di Silvio Pellico, 1837]
Pisa 23 Decembre Novembre Ore 8. Pom.e
Amato Sposo
Mentre cominciavo a temere non vedendo tue lettere, ho
ricevuto la carissima tua dalla quale ho sentito con vero piacere le tue buone
notizie come pure quelle della Mamma e famiglia.
Oggi io pure stò bene, ma iersera dovei mettermi a letto con
un forte dolore di testa effetto delle diverse emozioni da me provate! questa
mattina mi son trattenuta un po’ più a letto e ora sono perfettamente guarita.
Tu ti dimenticaste di prevenire il Cappellano perché non
cominciasse le Denunzie [atto da affiggere prima della
celebrazione del matrimonio], e questa mattina ci ha denunziato
trovandosi Mamma in Chiesa, cosa che l’ha molto disturbata, e mi ci è voluto
del buono a calmarla credendo ella che noi si fosse consapevoli di questa cosa
e non si fosse presentata, finalmente mi è riuscito persuaderla, ed s’è u po’
calmata.
Ho trovata in S. Apollonia [chiesa di Pisa]
l’Adelina la quale mi ha mostrato meraviglia che tu sia già partito, e anche
senza dir loro nulla, la medesima mi ha detto che verrà domani da me con suo
Marito.
Questa sera sentendo cantare il Re Deum appunto il
giorno della nostra prima Denunzia e lo stesso giorno che come si spera frà un
mese saremo uniti, mi ha fatto consolazione sembrandomi un buon presagio, e un
felice augurio.
Oh sì! speriamo che il Signore ci concederà tutti quegli
aiuti, e quelle grazie necessarie per condurre una vita tranquilla, e felice,
per quanto si può esserlo in questo misero mondo! Io pure sono restata contenta
dopo il primo passo da noi fatto, ma come te sono rimasta un po’ smarrita
essendoci dovuti subito dividere e anche per diversi giorni; procura almeno che
questo tempo sia da te utilmente impegnato, tu m’intendi, mantieni fedelmente
le tue promesse, e quando torni siano stati fatti da te tutti i passi necessari
già fra noi stabiliti.
Ti son grata del tuo affetto che mi è tanto necessario per
darmi coraggio, a fare il passo tanto importante al quale ci andiamo
avvicinando, ti confesso che ne ho veramente bisogno!
Non temere di non essere corrisposto alla fiducia, e spero
non avrai mai a pentirtene.
Sebbene io pure pensi che questa sarà l’ultima volta che
saremo lungamente divisi, pure l’esserlo ora e specialmente in queste Feste non
posso nasconderti che assai mi affligge, e però sentendomi un po’ abbattuta
forse te ne avvedrai anche in queste mie, ma ciò non ti affligga derivando
questo da sentito affetto, che come dice il Pellico “Amore è sospiro di un
cuore gemente che solo si sente, che brama pietà!!!! [poesia
di Silvio Pellico, 1837]
Mi conforta però il sentire che tu tieni presente, prosegui
a farlo e prega per me in queste S. Feste, che io pure non mancherò di farlo, e
farlo pure per te, o meglio per noi e per i nostri presenti e futuri bisogni.
Come tu bene osservi ti auguro per la prima volta, ma di
cuore in queste S. Feste tutta quella grazia e felicità Spirituale e Temporale
che il tuo cuore può desiderare, e specialmente una buona, ed amante Sposa, che
possa esserti fedele, fidata, affettuosa compagna per tutto il corso della tua
vita, dividendo teco le gioie, e i dolori, e assistendoti in tutti i tuoi
bisogni. Sei contento mio buon Giacomo di questo felice augurio? credo di si
vero? Ebbene speriamo che Gesù Bambino mi conceda tutto ciò che mi manca per
potere divenire tale come disopra te l’ho augurata.
Vorrei ancora trattenermi teco, e lo farei ben volentieri,
ma son giorni d’impacci e il tempo fugge, e voglio vedere se mi riesce
rispondere un verso a Mamma, però accetta il mio desiderio. Dimmi presto quando
tu torni precisamente e dammi le tue nuove.
Gradisci i felici auguri dai miei Genitori e [nome
illeggibile]
ed Emilia, e mia sorella, uniti a mille affettuosi saluti dalla tua per sempre
invariabilmente affettuosa Sposa
Linda
P S. “4 Decembre ore 10, Ant.e Per tua quiete ti do anche
stamattina le mie nuove le quali sono buone, e anche di spirito mi trovo quieta
e traquilla. Coraggio, il signore ci assisterà lo sento ogni giorno di più! Ecco
un giorno meno di un Mese ad essere pienamente contenti, e per sempre uniti!
vero mio Giacomo? ci pensi? la tua Linda ci pensa, e prega il Signore a
renderla tale da esserti di consolazione! Addio
Lettera N 8 di Linda a futuro cognato
“…Se avrò qualcosa da
sopportare nel modo di fare, e nel naturale di Giacomo, è purtroppo vero che
lui pure dovrà molto più soffrire e tollerare da me, ……., cosicché dovremo
mettere a vicenda in pratica le parole di S. Paolo “Portate a vicenda il vostro
peso, e così adempirete la legge di Cristo” …… faremo ambedue il possibile per guarire
io dai miei molti, lui dai suoi pochi, ma non poco a me penosi perché esterni,
difetti onde esserci così di conforto l’uno, all’altro…..”
Pregiatissimo Sig.e Alfonso e
Carissimo futuro Cognato
Il piacere provato nel ricevere per la prima volta una
pregiatissima sua è stato grande, ma non è piccola neppure la confusione che
provo, dovendo rispondere alla medesima. Perché come non restare confusa
vedendomi attribuire da Lei tante qualità, che dovrei avere, ma che realmente
non ho? Come supplire a questa mia vera povertà? L’unica cosa che posso fare è
il manifestargliela ingenuamente, affinché da Lei conosciuta possa colle sue S.
Orazioni rifornirmi, ottenendomi dal Signore tutte quelle virtù, e qualità che
devono ornare una Sposa Cristiana, perché possa essere ancora di vera consolazione,
non solo allo Sposo, ma anche a tutta la sua degna, e rispettabile Famiglia.
Benché ne sia rimasta confusa perché immeritevole, la
ringrazio tanto della bontà che ha per me, e sono veramente lieta, sentendolo
così contento del nostro prossimo Matrimonio, essendomi questo di felice
augurio.
Se avrò qualcosa da sopportare nel modo di fare, e nel
naturale di Giacomo, è purtroppo vero che lui pure dovrà molto più soffrire e
tollerare da me, di naturale accidente, e molto sensibile, cosicché dovremo
mettere a vicenda in pratica le parole di S. Paolo “Portate a vicenda il vostro
peso, e così adempirete la legge di Cristo”
È vero che ho desiderio, e speranza fondata nell’aiuto di
Dio, che faremo ambedue il possibile per guarire io dai miei molti, lui dai
suoi pochi, ma non poco a me penosi perché esterni, difetti onde esserci così
di conforto l’uno, all’altro.
Ancora per questo però fido tanto nell’aiuto delle sue
preghiere ferventi, e nei suoi sani, santi, e tanto da me, e credo anche da
Giacomo, desiderati, e apprezzati consigli.
Vorrei dirle quanto mi ha confortato e appagato quel suo
periodo dove parla della nostra S. Religione, e dei conforti che in ogni
circostanza della vita ci arreca, vorrei insomma rispondere un po’ meglio alla missiva
sua ma con mio dispiacere il tempo mi manca essendo in questi giorni affollata da
tante e diverse occupazioni che mi tolgono tempo e quiete. Però mi perdonerà se
mando scritto in più volte, e con la massima fretta ho dovuto fare poco e male;
dopo passato questo periodo di tempo, spero avere un po’ di calma, e allora
avrò anche il bene di potermi e a voce, e in scritto trattenermi più lungamente
seco, per trarne sempre vantaggio, e conforto spirituale.
Chiedendo la S. Benedizione e nuovamente raccomandandomi
alle sue S. preghiere le faccio tanti rispettosi ossequi anche per parte dei
miei Genitori e mi dichiaro con la più distinta stima sua futura
Aff.ma Cognata
Teodolinda
Pisa 5 Gennaio [18]78.
Lettera N 9 di Ildegarde alla sorella Linda el cognato Giacomo
“…Pur
troppo il tuo nuovo stato per qualche tempo ti darà pensiero e ti compatisco
avendolo provato ancor io ed è veramente un distacco troppo forte, ma col tempo
e quando si trova uno affezionato e buono, come sono certa che lo sarà Giacomo,…..
Io pure sono contenta di avere un Cognato di ottime qualità religioso e
affezionato a tutti noi come sei tu …..”
Carissima Sorella
Pisa 25 Gennaio 1878
Riceviamo in questo momento la desiderata tua, che essendo
passata da qualche minuto l’ora della posta, eravamo tutti agitati, ma la cara
tua ci ha resi tranquilli e contenti sentendo il buon viaggio avuto e l’ottima accoglienza
trovata in codesta Locanda come pure il tuo ottimo stato di salute che ripeto
stavamo tutti in pensiero; ringraziamo dunque di vero cuore Iddio che ci ha
dato la grazia che tutto vada a seconda dei nostri desideri, quando sono cose
che chi si portano da esse riescono sempre bene e senza contrarietà di nessuno,
non è vero? Pur troppo il tuo nuovo stato per qualche tempo ti darà pensiero e
ti compatisco avendolo provato ancor io ed è veramente un distacco troppo
forte, ma col tempo e quando si trova uno affezionato e buono, come sono certa
che lo sarà Giacomo, e colla fortuna che hai avuto te di continuare a stare fra
mezzo ai Genitori il distacco è tanto minore e presto ci farai l’abitudine e
spero sarai contenta e felice, come io te lo auguro di vero cuore; ma quando
dobbiamo uscire di casa oh allora muta aspetto in tutto e per tutto credilo
pure.
Di salute si sta tutti bene compreso Babbo e Mamma che non
ti so dire il piacere che hanno provato nel sentire che ti trovi contenta,
speriamo che questi due giorni proseguano ad essere buoni onde possiate
passeggiare e godere qualcosa, dunque divertiti. Stai contenta e tranquilla che
tutti si prega per te, ma non mancare di tornare il giorno fissato perché
essendo Remigio partito ora, mi si raccomanda che Lunedì meno che non sia una
festiva giornata vada indispensabilmente, però mi dispiacerebbe troppo di
partire senza rivederti e di lasciare i nostri genitori soli, dunque pensa.
Assunta sta bene, ma è in una grande afflizione, quantunque
mi provi a tenerla sollevata, pure ottengo poco e mi dice che non vede il
momento che tu torni.
Ieri partì la Sig. Maria e il Sig. Alfonzo in ottima salute,
quando vedrò la Sig. Adelina non mancherò di fargli i tuoi ringraziamenti
Altro non ti dico che tu stia bene e contenta. Ricevi i
saluti di Babbo, Mamma, Assunta, Emilia, Remigio, Amalia, queste donne che
uniti ai miei li passerai a Giacomo mentre mi dico di vero cuore
Tua Aff.ma Sorella
Ildegarde
Ildegarde
Carissimo Cognato
Con vero piacere per la prima volta ho letto i tuoi caratteri
e godo nel sentire che ti trovi tanto contento del tuo nuovo stato e delle
buone qualità di Linda che dici di averle trovato; ti ringrazio dunque dello
grande affetto che le porti e desidero che questo affetto non vorrà venir mai
meno, ma che anzi accresca sempre in ambedue e così sarete eternamente felici,
che io di vero cuore ve lo auguro; desidero che il Signore [illeggibile] sopra di voi
le sue celesti benedizioni e vi dia coraggio di resistere a quelle spine che si
va incontro pur troppo nello stato matrimoniale.
Io pure sono contenta di avere un Cognato di ottime qualità
religioso e affezionato a tutti noi come sei tu e sono certa che renderai
felice la mia sorella Linda
State contenti e felici che noi tutti si sta bene, ma però
non si vede il momento di rivedervi.
Assunta ha già mandato la partecipazione che desideravi, e
insieme a questa mia riceverai i sonetti dei tuoi cari.
Gradisci i saluti di tutti e mi dico
Tua Aff.ma Cognata
Ildegarde
⦁“Pernozze”
⦁Il documento della Sacra Congregazione del Concilio
" Nella seduta generale della Sacra Congregazione del Concilio
del giorno 29 Maggio 1880 è stata proposta la causa dal titolo Pisana dispensa
da matrimonio tra Giacomo Cristofanini e Teodolinda Stefanini sotto la
consueta formula di domanda: = Se sia da rivolgersi all’Ill.mo [Pontefice] per
la dispensa nel caso di matrimonio formalmente valido [rato] e non consumato =;
risultò la risposta = affermativa =. In ragione di una nuova udienza attraverso
il difensore d’ufficio del matrimonio, la domanda è stata nuovamente proposta
nella riunione plenaria del 24 Luglio 1880, nella quale fra le altre questioni
è stata esaminata la richiesta dell’uomo di una dilazione, gli Emi[nentissimi]
Padri concessero questo desiderio, della domanda = Se si debba accettare o respingere
questo è stato deciso = rinviando la decisione.
Ciò si trova nella posizione dal titolo Pisana Dispensationis Matrimonii, esistente nella Segreteria della
Sacra Congregazione del Concilio nel fascicolo della posizione del 14 Giugno
1880. In fede e dato in Roma presso la Segreteria suddetta nel giorno 20 Agosto
1880.
⦁ Le lettere inviate a Giacomo
Cristofanini dallo studio del principe Giuseppe Colonna da Roma
Ill.mo
Signore
Sig.
Cristofanini
A seconda della fatta promessa sono alla presente a
significarle che gli Emi.ti P.P. del Concilio hanno decretato circa
la sua vertenza dilata, ossia quello che si bramava, ed io godo che la
piccola mia opera abbia coadiuvato ad ottenere, per ora, l’intento.
Nuovamente la prego a non tralasciare di comandarmi per
qualunque altra cosa possa occorrerle, ciò che trovo a sommo piacere.
Riceva gli ossequi di tutti i miei e con sensi della più
sentita stima, mi dichiaro della S.V. Illma
Roma 26 luglio 1880
[illeggibile]
Servo
G
Colonna
Ill.mo
Signore
Sig.
Giacomo Cristofanini
Borgo
a Mozzano
Riscontro la sua preg.ma del 14 corrente col vaglia di Lire
centodieci per le spese da me indicatele, e godo avanti tutto poterle
significare essermi riuscito far contentare la famiglia dell’Em?? Prefetto con
sole Lire sessanta, ciò che non sembrami vero essendo cose straordinarissime, e
ne ho goduto per la S.V.
Qui acclusa ne troverà la ricevuta, quindi aggiungendo le
Lire 10 del Prescritto, ove è incluso un piccolo diritto di Agenzia di Lire 6,
più Lire 2 al Portiere della Congregazione, sono Lire Settantadue di mio
rimborso sulle sudte favoritemi, restano così a sua disposizione
Lire Ventotto.
Senza dubbio non può prima di Novembre esservi nulla di
nuovo circa la sentenza della sua causa, ma sarà opportunissimo che Ella
trovisi pronto con qualche scrittura alla riapertura degli Uffici che
chiudendosi il 4 del pros.[simo] ottobre, vanno a
riaprirsi al 13 Novembre.
La mia famiglia ha tanto gradito i suoi cordiali saluti, e
le torna distinti ossequi, come pure fanno i miei Impiegati Martinelli Cimara;
Le sarò gratissimo di un riscontro anco per cartolina
postale a mia quiete per l’acclusa ricevuta, e pronto sempre a servirla con
stima ho il piacere di ripetermi
Della S. V. Ill.ma
Roma 22 7bre 1880.
[illeggibile]
Servo
G
Colonna
Ill.mo
S.
Cristofanini
Borgo
a Mozzano
Rispondo colla presente alle Sue Pre.me del 27 u: d:
Settembre e 19 corr: preceduta dal Suo telegramma del 14
In mani di [illeggibile] Verga
consegnai, come Ella desiderava, il plico rimessomi, e può credere come
aggiunti, il meglio il meglio che per me si poteva, le più calde premure in
favore del buon diritto della S.V. al che adeguatamente rispose quel degno
Prelato.
Soltanto Esso avrebbe desiderato già da prima aver ricevuto
quanto. Ella gli faceva in quel plico temere essere troppo prossima la riunione
della intera Congregazione che sarà nei primi del mese di Decembre.
Ad ogni modo, feci ogni migliore ufficio presso il medesimo
per la S. V.
Sia certo che
appena vi sarà a comunicarle
qualche cosa, lo farò con tutta sollecitudine, e tornandole gli assegni di mia
famiglia e dè miei Impiegati, mi creda affettuosamente
Roma 27 novembre 1880
[illeggibile]
Servo
Gius.[eppe]
Colonna
Gent.mo
Sig. e
Roma
21 – 12 – [18] 80
Ho fatto sospirare un pochino alla S.V. [Signoria
Vostra] questa mia, ma ho fatto del mio meglio presso
Monsignor Verga a suo favore.
Il risultato però è nullo perché nulla si poteva fare. La
conclusione è stata favorevole alla fu sua consorte e non si attende che la
firma del Papa.
Ella è però sempre in condizione migliore perché è
autorizzato a far valere tutti i suoi diritti sugli interessi pregiudicati.
Verrà forse a favorirla ancora la nuova legge testé proposta sul divorzio.
Quando questa non avesse luogo no so come presso il tribunale civile se la
caverebbe quella che voleva e non voleva fare sua moglie. Resta che Ella se la
intenda col confessore per ogni procedimento ulteriore sugli interessi. Se ad
altro valgo eccomi tutto. Gradisca i miei auguri e mi abbia
Della SV. Devot.mo
Servo
[firma
illeggibile]
Busta di lettera del principe G. Colonna a Giacomo Cristofanini di
Borgo a Mozzano
Data :Roma 18 dicembre 1881 – la busta probabilmente conteneva
i documenti relativa alla causa.
⦁ Ulteriori documenti:
Chiesa del Sacro Cuore a Latignano, frazione del
comune di Casnina (PI), fatta edificare
dal sacerdote Leopoldo Stefanini della
Croce e sua sorella Teodolinda.
N° 2 biglietti per visitare i “Sacri Palazzi
Apostolici” intestai a Giacomo Cristofanini datati 13 luglio 1880, periodo in
cui si svolgeva il processo della Sacra Rota.
Stemma della famiglia Cristofanini di Borgo a Mozzano (LU)
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