- elezioni politiche del 1865 - Bagni di Lucca (collegio di Borgo a Mozzano)
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“…voto a Mordini.. .. egli è prima di tutto onesto…”
Le elezioni politiche del 1865 si svolsero il 22
ottobre e il 29 ottobre. La capitale del Regno d’Italia era stata spostata da
Torino a Firenze il 3 febbraio di detto anno e all’unità completa del
territorio nazionale mancavano regioni del nord, soggette all’impero
Austro-Ungarico, territori dello Stato Pontificio e in particolare Roma.
Arturo Moni, sindaco del
comune di Bagni di Lucca, in occasione della consultazione del 1865 invia una
lettera ai delegati municipali del territorio, come quella sotto riportata e
indirizzata a Luca Marchi della sezione di Pieve di Controne.
Il sindaco invita
appassionatamente a “dare il voto a Mordini …. Si
tratta ora di andare avanti colla civiltà, o di ritornare
indietro nella barbarie”e a votare contro “i neri e i codini, quelli
che
vorrebbero farci ritornare sotto le unghie dell’Austria ”.
TESTO:
Bagni di Lucca li 27.
Ottobre 1865.
Carissimo Marchi,
è pel bene, è pel decoro
di questo paese che io le derigo (indirizzo)
la presente pregandola di renderne consapevoli gli elettori di Cotesta Sezione
affinché essi siano illuminati sulla scelta che hanno da fare per il Deputato.
E sono sicuro che dai medesimi non vorrà darsi un voto che produrrebbe una
macchia incancellabile, un disonore a questo Comune. Ci pensino bene gli
Elettori. Da per tutto i neri e i codini, (politica - persona rigidamente conservatrice, reazionaria) quelli che vorrebbero farci ritornare
sotto le unghie dell’Austria, hanno avuto una sconfitta, quale sarebbe la
nostra vergogna se ai Bagni di Lucca ottenessero vittoria. Si tratta ora di
andare avanti colla civiltà, o di ritornare indietro nella barbarie. Si tratta
di dare il voto o per la libertà, o per schiavitù; per il nostro bene o il
nostro male. Nessuno uomo onesto, a cui prema il bene e l’onore di questo paese
può esitare un momento a dare il suo voto in favore della libertà,
dell’indipendenza, del nostro bene, del nostro onore, e a dare perciò il voto a
Mordini. Quanto alle qualità di Mordini posso dirle che egli è prima di tutto
onesto, e apprezzato da tutti, perfino dai suoi nemici. Egli ama l’Italia, ama
questo paese e non è vero che egli abbia avversato gl’interessi di questo
Comune; non è vero che ch’egli abbia procurato l trasferimento dei nostri libri
catastali a Barga. Egli anzi ha parlato molto, e con calore a favore di questi
Bagni nelle ultime adunanze del Consiglio Provinciale di Lucca. Tutto questo io
lo so, e ne ho la prova. Io arrossirei di vergogna se il nostro rappresentante
fosse un codino. Non creda che le dica tutto questo per ingrossare il partito
di Mordini; lo dico perché vedo essere una necessità il dare il voto a lui se
vogliamo il nostro bene, la civiltà, il nostro decoro; e lo dico perché è mio
obbligo l’illuminare gli elettori sul voto che hanno a dare, affinché non siano
disonorati in faccia al mondo, e in faccia agli altri Comuni di questo
Collegio, la gran maggioranza assicura l’elezione del Mordini.
Ci pensino dunque
seriamente gli elettori. Si tratta del loro bene, del loro onore. Confido nel
suo buon volere a che gli elettori siano illuminati sul voto.
Mi creda con salutarla [d
cuore
Suo aff.mo
O. Moni
Sig. Luca Marchi
Pieve di Controne
NOTE:
Antonio Mordini (Barga, 1819 –
Montecatini 1902), combatte nella prima guerra d’indipendenza e dopo la fuga a
Gaeta di Leopoldo II, diviene ministro nel governo provvisorio toscano.
Nel 1859, dopo aver partecipato alla guerra
contro l’Austria raggiunge Garibaldi in Sicilia e nel settembre 1860 è nominato
prodittatore dell’isola. Nel 1862 torna in Sicilia per convincere il Generale
dei Mille ad abbandonare il progetto di una spedizione contro lo Stato
pontificio. È eletto deputato nelle elezioni del 1865. Nel 1867 fa parte del
governo Menabrea come ministro dei Lavori pubblici. Dal 1872 al 1876 è prefetto
di Napoli. Nel 1893 è presidente della Commissione finanze. Nel 1896 è nominato
senatore a vita del Regno d’Italia.
Olinto Moni, avvocato, ricoprì in
diversi mandati la carica di sindaco di Bagni di Lucca. Il figlio Arturo nato nel
1867 condusse una vita estremamente ritirata. Frequentò la Facoltà di
Giurisprudenza a Pisa, quella di Matematica a Bologna, studiò infine lingue
orientali antiche (sanscrito, ebraico, aramaico e persiano) alla Sorbona. Fu in
rapporto epistolare con i filosofi Croce e Gentile e si legò d'amicizia con Ernesto
Codignola. Ad Arturo Moni si devono studi sull’opera di Hegel ed in particolare
la traduzione della Scienza della Logica
del filosofo tedesco. La morte sopraggiunse nel 1936.
Luca Marchi
– ved. “Luca Marchi, una figura di emigrante lucchese”
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