I disciplinatori
di Pieve di Controne, frazione del comune di Bagni di Lucca.
La disciplina
veniva operata attraverso la flagellazione ed era un attestato pubblico di
penitenza.
I disciplinatori,
che facevano parte delle due compagnie religiose della parrocchia di Pieve di
Controne, “entravano due a due con la
cappa messa in modo che il dorso rimanesse scoperto. Fatta l’adorazione al
sepolcro …. si disponevano sempre due
a due, lungo la navata centrale [della chiesa].
Il pievano intonava allora il miserere,
al canto del quale cominciava a sfilare la processione ed i disciplinatori a
fare la disciplina……. Lo strumento
usato per la disciplina era formato da cordicelle alle cui estremità erano
delle spille e delle lame. Da principio venivano usate le lame. Quando la carne
si era arrossata e ben tumefatta, venivano usate le spille. Il sangue usciva
abbondante da un corpo così preparato..”
Così è riportato a pg. 40 del libriccino “Pieve
di Controne – note storiche – tip. Togneri di D’Olivo, Borgo a Mozzano,
Dicembre 1971)”, scritto dal Sac. Elio Carlotti, ultimo pievano della
parrocchia.
Nella
chiesa di Pieve di Controne da molti secoli la disciplina veniva praticata il
Giovedì Santo e,
pur essendo stata proibita dal Comune di Bagni di Lucca nel 1824 e
successivamente dall’autorità religiosa nel 1857, continuò con grande concorso
di pubblico fino alla seconda metà del XX° sec.
La
manifestazione dei disciplinatori era molto sentita dalla popolazione e chi nel
giorno del Giovedì Santo non era presente in paese chiedeva notizie o riceveva
comunicazione dalla famiglia o da amici.
Di
seguito si riportano due lettere dell’archivio Marchi.
La prima lettera è per mano di Arcangelo Marchi, che si trova a fare “figurine” in Germania, indirizzata ai genitori. Oltre a dare proprie notizie e chiederne della famiglia e dei paesani vuole sapere s”e ci sono stati i disciplinatori il giovedì santo.
“Cari Genitori – Stuttgard [Stoccarda] li 5 Aprile 1874
Con
sommo piacere ho ricevuto la vostra cara lettera e sento che state tutti bene,
e il simile è di me. In quanto alle camice per ora non ho bisogno ma se capita
qualche occasione siamo in tempo ha ragionare.
E
sento che il zio Domenico non era anche venuto, ma adesso non sarà più così e
spero che l’ avrete veduto.
Ho avuto molto dispiacere nel sentire
che è partita Giuseppina [sorella] e
mi farete il piacere quando scrivete mandarmi la direzione [indirizzo].
Mi
farete sapere se hanno incominciato a rilavorare al campanile [il vecchio
campanile medievale era caduto e veniva edificato una nuova torre campanaria],
e se quelli di Geppino sono partiti, e qualche cosa del zio Domenico e del zio
Pietro, e se ci sono stati i
disciplinatori il giovedì santo, e tutte le novità di costà.
Più
che vi prego di non pensare a me, perché io sono qui in ottima salute e ci sto
volentieri, e mi piace molto questo mestiere.
Mi
saluterete tanto la famiglia Brunicardi, e quelli di Gieppino, Elvira [sorella]
e tutti i suoi figli, la famiglia di Cesare e Pellegrino Marchi, e tutti chi
domanda di me, e Caterina [sorella] e
Giuseppina [sorella] quando gli scrivete.
Resto
con salutarvi caramente, voi Padre, Madre, Fratelli e Sorelle, e e chiedendovi
la Paterna e materna benedizione, e mi segno
Vostro
Aff.mo Figlio
Angelo
Marchi”
La seconda lettera è scritta dal cugino Maurizio Brunicardi a Giuseppe Marchi, futuro sindaco di Bagni Lucca, mentre si trova a fare il militare di leva.
“Mio
Cariss.mo Peppe
Mi
scuserai se non ti ho scritto prima, ma la cagione è stata perché andai a casa
ed è pochi giorni che sono tornato.
Quando
andai alla Pieve andai a casa tua i quali li trovai tutti bene, e mi dissero
che ti salutassi.
Secondariamente
ti dirò che a Controne per il Giovedì
Santo ci furono tre Disciplinatori, che non conobbi.
La
processione al Ponte [Ponte
a Serraglio in Bagni di Lucca]
fu una gran bella cosa, e vidi il tuo
Pietro abbracciato con Tonietta di Cesare tutto il tempo.
Io
come tutti di casa stiamo bene e uniti tutti ti danno un grosso mucchio di
saluti; ma io uniti a questi ti dò un forte bacio firmandomi
Tuo
Aff.mo Cugino
Maurizio
P.S.
Rispondimi
subito non fare come me.”
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