memorie di Giuseppe da Catania, mercenario a servizio della Repubblica
di Lucca, durante la peste del 1630.
Dal documento “Fazioni [Servizi] seguite sotto il comando di Giuseppe da Catania subordinato alli
nominati in questa, in servizio dell’Ecc.ma Rep.[ubblica] di Lucca ….”
Nota per mano del
prof. Francesco Maria Pellegrini, trascrittore delle memorie del Colonnello
Giuseppe da Catania:
“Ordinanze per la
Peste del 1630.
La peste orientale
[detta anche peste orientale, perché il focolaio iniziale era
situato in Asia] serpeggiava e a Milano fece quella strage che tutti sanno;
pare che si propagasse a Lucca per una Balla di canapa infetta proveniente da
Bologna. I deputati al servizio sanitario si sceglievano fra i senatori e non
potevano rifiutarsi. Vincenzo Galganetti che noi vediamo compartire per due
volte gli ordini al nostro Da Catania nell’8bre del 1630, doveva
morire di contagio nell’anno appresso mentre era Gonfaloniere di Giustizia per
i mesi di maggio e giugno. Da un allegato che riportiamo alla fine di questa
dolorosa relazione possiamo ricavare che il commissario generale sopra la sanità
per la Campagna era Iacopo Provenzali.
Allegato al n° 10.
Pare che il nostro soldato [Giuseppe da Catania] fosse curioso di conoscere le linee
generali di questa moria. Ecco qui una nota delle principali città percorse dal
morbo:
“Nota della morte
delle città di tallia [Italia] al 1° febbr. 1631.
Mila(no) n° 123 mille Fer[r]ara 2 mille 500
Verona n° 5 mille Mantova 18 mille
Pavia 8 mille Modena 9 mille
Bergamo 6 mille Bologna 23 mille
Brescia 9
mille Venezia 134 mille
Torine 10 mille Firenze 13 mille
Cremona 8 mille Lucca 2 mille
Crema 4
mille Pisa 2 mille 500
Piacenza 10 mille Livorno mille 500
Parma ( ) mille
ma per l’esattezza di questa nota è da
osservare, per Lucca, che Paolo Minutoli, contemporaneo, segna 10 mila nella
città e 15 mila nel contado.
IN BREVE:
Gli
appunti del Da Catania, relativi alla peste del 1930, riportano i comandi
ricevuti, le autorità da cui sono emanati, lo svolgimento dell’incarico e
soprattutto il disagio che comporta l’azione e le spese sostenute.
Il
14 giugno il Da Catania riceve l’incarico di recarsi a Porcari per verificare
la guardia posta al controllo medico del confine della Repubblica di Lucca.
Quindi il Colonnello si trasferisce a Porcari, sposta le guardie più vicine al
confine e comanda 8 “soldati di vantaggio”
a vigilare due strade.
Nel
mese di ottobre vi sono altri comandi e in particolare quello relativo al
presidio di Badia di Posseveri e al controllo del lago di Sesto [lago di Bientina
o lago di Sesto, perché
vicino ad esso sorgeva un castello che prese il nome dalla sesta pietra miliare
esistita sulla vicina strada maestra che da Lucca porta nel Valdarno Inferiore.
Lago scomparso con le opera di bonifica effettuate nel 1859] “…che tenessi nota di tutto il pescio che si pigliava nel detto lago, e che
ne dessi conto all’Illmo
offizio tre volte la settimana per un homo a posta, oltra che missi due homini,
in nell’Agho per guardia per vedere tutti li fraudii [inganni] che facevano detti Pescatori, e se
conversavano con i confinanti e di tutto ne dovevano riferire a me et io darne
conto a Lucca per un homo a posta …”
Nel mese di dicembre il Da Catania si trasferì a Badia di
Posseveri dove aveva l’incarico di vigilare “…che quelli homini di detta Badia non praticassero con [avessero rapporti] gli Confinanti e che tenessi modo di sapere a quale Castelli che c’entrava il male e
questo mi stette in qualche spesa; oltra,
che io facessi polizie a quell’ homini che volessero venire a Lucca…”.
Inoltre viene annotato il rigoroso controllo che deve essere
effettuato sulla “Porcina”, [carne
di maiale cruda o cotta], che il Colonnello doveva “fare passare due o tre volte in nella Fossa
dell’Altopascio [canale
– operazione non chiara] et
a questo mi convenne tenere un homo fidato appresso me e mandarlo
all’Altopascio tre o quattro volte al giorno….” e l’ordine “ che tutte
le Balle di mercantia che passavano dal Turchetto le dovessi purgare col fuoco
di fuora [sulla parte
esterna] et le
fascine che ho pagato di mio, le some sono state n° 44”.
Di
questa ultima operazione viene fatta una descrizione minuziosa: “[h]anno passato 44 some di vetri et a ogni soma mi è bisognato mandare il
mio homo e starci quattro cinque hore per votare dalle loro civiere [recipiente di lamiera, a forma di secchio] e metterle nelle nostre da questi mi è
stato donato quattro inguistare [vaso
panciuto, caraffa] e sei
bicchieri e tre sennori
(stoglie?)….”
Seguono
le memorie di comandi relativi a punizioni da infiggere a soldati
disobbedienti, di rifiuti di comandi impartiti: “li comandai che detti tamburi fussino [fossero] ogni due giorni a casa dove che stavo, mi
risposero che loro ci avevano da buscarsi [procacciarsi]
il pane”, dell’assunzione di uno scrivano per la stesura dei rapporti e
delle spese sostenute in proprio.
TRASCRIZIONE DEL TESTO dal foglio 18 al 24:
[foglio 18] Dall’Illmo
A. Sig. Bastiano Vanni, mi comandò alli 14 giugno 1630 che io andassi quattro
volte la settimana a Porchari [Porcari, comune limitrofo a Lucca]
[foglio 19]
per rivedere una guardia che era posta quivi per servitio della sanità e dal
mio alloggiamento a detta guardia ci sono miglia cinque; Alli 24 Sett. si
trasferii in Porchari lo Sig. Martino Gigli e mi comandò che io residessi in
Porchari e che mettessi la guardia più vicina alli confini e che comandassi 8
soldati di vantaggio [mercenari - militari che non fanno parte
di una nazione o fazione in conflitto e che è motivato a combattere per
ottenere un vantaggio economico personale] per guardare
due strade.
Alli 3 ottobre si trasferì il Sig. Vincenzi Ganganetti [Galganetti]
in detto luogo e mi comandò che comandassi 20 soldati di vantaggio, 14 ne
mandassi alla Badia di Posseveri [Frazione di Altopascio, comune della
Provincia di Lucca, che prende origine dalla abbazia camaldolese di San Pietro
che per secoli operò in questa zona. La presenza dell'abbazia faceva sì che il
paese fosse una tappa dei pellegrini che percorrevano la Via Francigena nel
tratto tra Lucca ed Altopascio]; 6 che stessero
fermi e 8 ne stessi in continuo moto in pattuglia e 6 ne facessi la pattuglia alli
confini di Porchari. Alli 5 8ttbre lo Sig. Vincenti Garganetti si
trasferii un’altra volta alli confini e mi comandò che comandassi 4 soldati e
che me ne andassi a resedere al Palazzo del Sig. Capitano Bernardini nel lago di
Sesto; e mi impose che tenessi nota di tutto il pescio che si pigliava nel
detto lago, e che ne dessi conto all’Illmo offizio tre volte la
settimana per un homo a posta, oltra che missi due homini, in nell’Agho per
guardia per vedere tutti li fraudii [inganni] che facevano
detti Pescatori, e se conversavano con i confinanti e di tutto ne dovevano
riferire a me et io darne conto a Lucca per un homo a posta; oltra mi diede
ordine che dovessi andare ogni due giorni attorno all’Agho come [con]
una Pattuglia per vedere detti Pescatori se osservavano gli ordini di non
conversare con li Confinanti, altro mi comandò che ogni giorno mi trasferissi
al confine di Porcari per mutare la Guardia e dal Palazzo del Sig. Cozimo
Bernardini ci sono miglia 4 in circa [foglio
20] e mi conveniva a detti homini che guardavano la barca per
pagamento dare quattro grossi [moneta] per ciascuno
giorno e questo durò 61 giorni.
Dalli 7 8tt.bre
per fino alli 29 Dic. Si comandava 47 soldati il giorno; Dall’Illmo officio
all’8 di Dicembre ebbi scudi 12 e mi convenne nelli 61 giorni che stetti
nel’Agho scrivere all’ Illmo Officio 45 lettere mandarle per un homo
a posta e mi gostava per ciascuna lettera 5 o 6 grossi per volta e di tutte ne
ebbi la risposta perché erano cose appartenenti al Principe. (dell’esercito)
Alli 10 di Dic. lo Illmo Officio mi comandò che
mi trasferissi alla Badia di Posseveri e che vigilassi che quelli homini di
detta Badia non praticassero con [avessero rapporti]
gli Confinanti e che tenessi modo di sapere a quale Castelli che c’entrava il
male e questo mi stette in qualche spesa; oltra, che io facessi polizie a
quell’ homini che volessero venire a Lucca; hebbi ordine che tutta la Porcina [carne
porcina, carne di maiale macellato, cruda o cotta]
che passava in sulle strade della Repubblica che fu il numero di 1800, che li
dovessi fare passare due o tre volte in nella Fossa dell’Altopascio [canale che scola nel lago di Sesto] et a
questo mi convenne tenere un homo fidato appresso me e mandarlo all’Altopascio
tre o quattro volte al giorno, e dal Turchetto [frazione del Comune di
Montecarlo, Provincia di Lucca] dove si comprava detta
Porcina all’Altopascio ci sono miglia due e quando che erano nella fossa ci
voleva una Barcha; e d’alcuni padroni della Porcina fu dato lire ventiquattro e
quattordici soldi a quelli homini che facevano detta servitio come ne ho in
nota appresso di me; et a quelli homini mi è convenuto pagarli del mio e in più
volte ci ho dato scudi [foglio
21] nove; perché ha durato la funzione due mesi e mezzo e ho
in nota quelli che hanno dato quelle £. 24 e soldi e li loro nomi e cognomi e
tutto lo restante che hanno passato quel numero della Porcina ~ ~ ~ ~ ~ e il giorno che l’hanno
passati. Mi fu dato ordine oltra che tutte le Balle di mercantia che passavano
dal Turchetto le dovessi purgare col fuoco di fuora [sulla
parte esterna] et le fascine che ho pagato di mio, le some
sono state n° 44. Anno passato 44 some di vetri et a ogni soma mi è bisognato
mandare il mio homo e starci quattro cinque hore per votare dalle loro civiere
[recipiente di lamiera, a forma di
secchio] e metterle nelle nostre da questi mi è stato donato quattro inguistare
[vaso panciuto, caraffa] e sei
bicchieri e tre sennori (stoglie?)
[ …….. [illeggibile]
……] bisognava mandarci il mio homo e starci due o tre hore tanto che sciorgessero
morto per morto [non comprensibile]
dalli legami, (e volendone io due mazzi di detti ?? che potevano importare [valere]
da dieci bolognini non meli volsero vendere, il mio servitore li portò a casa
senza mia saputa et io quando lo seppi li pagai loro e di questone fui perseguito
avanti l’ Illmo Officio come ne ho lettera appresso di
me) sono passate 50 some [il carico che portato sul dorso da cavalli,
muli, asini] di agli, e cui bisognava purgarli con il fuoco
e sciorre [sciogliere]
di tutti li legami e cui bisognava mandarci un homo fidato e starci due o tre
hore per ciascuna soma et a tutte queste mi è convenuto spendere del mio. L’Illmo
Offizio alli 13 aprile 1631 mi diede scudi 15. La soldatesca che si è comandato
dal 14 di Giugno 1630 fino alli 24 di settembre è stato soldati 6, dalli 24 [foglio 22] di settembre fino
alli 5 ott. [ottobre] soldati 18 di
ottobre fino alli 29 Dicembre soldati 47 di Dicembre pel tutto il mese di marzo
soldati 26 del mese d’agosto per tutto il mese d’agosto soldati 6 e mi è stato
comandato che resedi [risieda]a Porcari e
sto con due case aperte una alla Pieve S.Paolo [frazione del Comune di
Capannori] mio alloggiamento e l’altra dove che sono
stato comandato.
Dallo Sig. Gio Tegrini
Commis[sario] della Banda mi fu comandato del mese di
novembre che tutti li soldati che mancavano dovessi fare loro un precetto [comando
o divieto] a nome di sua Sig.a [Signoria]
e tutti quelli che comparivano avanti di me li dovessi condannare 8 giorni di
guardia; mi scuz[s]ai con sua Sig.a
[Signoria]
che non potevo attendere per diverse cure [impegni]
che io avevo et non avevo neanche per chi mandarli a chiamare; perché lo più
vicino tamburo che gli è nella banda sta lontano tre miglia da me; et era
difficile seguire il servizio del Prencipe (?) li comandai che detti tamburi
fussino [fossero] ogni due giorni a casa dove che stavo,
mi risposero che loro ci avevano da buscarsi [procacciarsi]
il pane; tale che non lo potetti mettere in pratica, e si avessi mandato, e si
avessi mandato il comand.to [l’ordine]
per terza persona de soldati ai tamburi chi no l’averebbe anzi ne portati in
tempo chi se l’avrebbe scordato chi averebbe negato di non li avere tanti talechè
il servitio del Principe averebbe avuto a patire. Era di necessario di avere un
cancelliere appresso di me per tenere scrittura di tutto quello che si è
comandato e di tutto quello che si è operato per poterlo mandare innanzi e arieto
[avanti
e indietro] per servitio del Principe. Mandai a chiamare
più e più volte il Cancelliere maggiore e mi disse che per il Principe [foglio 23] era quanto di
??? [illeggibile], ma che lui non
aveva pane da mangiare e mandarlo a chiamare il mese di novembre per aiutarmi a
ricopiare certe scritture ci stette 3 giorni, li diedi da mangiare e quando che
sen’andò ci diedi dui S. Martini [moneta della Rep. di Lucca con
raffigurato S. Martino], tale che mi è convenuto pigliare un
homo e tenerlo appresso di me per tenere scrittura e per poterlo mandare innanzi
e arieto per servizio del Principe e ci ho dato scudi 4 il mese; fra Rorli e
Bacchette [elementi da collegare alla carta]
e carta da scrivere, di 15 mesi qui ci ho speso più di 16 scudi.
Sono stato comandato 45
volte di andare a mettere persone in quarantena quattro o cinque miglia lontane
dalla mia residenza e tutto a mie spese, e di tutte queste cose che sono
scritte qui ne hanno cognizione tutti quelli Illmi Cittadini che si
sono trasferiti qua alli confini e tutti questi Signori di Casa Poggi tutti li
soldati della Banda; dalli 14 di Giugno 1630 fino al mese di novembre 1631 ho
tenuto conto di tutti quei soldati hanno ob[b]edito
e di quelli che hanno disob[b]edito giorno per
giorno e di quelli che hanno misso cambii tale che se le Sig[nor]ie
loro volendo sapere il mio comando celo possono mostrare. Dalli 29 X.bre
per tutto il mese di novembre ho scritto 110 lettere all’ Illmo
Offizio ed ho speso per ciascuna lettera 5 grossi [piccola moneta d’argento]
perché erano cose appartenenti al Principe e di tutte me ne hanno fatto la
risposta. Lo Ill.mo Offizio in tra resposte e commissioni mi ha
scritto lettre 243 143.
Quelli che portavano
le lettere dall’Ago di Sesto a Lucca gli è Domco di Bernardino Passaglia
e Biagio di Antonio della Volpe tutti due di S.ta Margherita [frazione
del Comune di Capannori] [foglio
24] e quelli che mi guidavano per l’Ago con la Barca e quando
mi trasferivo a Porcari gli è Bernardino di Matteo Passaglia di detto Comune e
qualche volta [veniva ancora lui] Benedetto di Pantiano Quilici chiamato
Bresciano di Capannori. Le lettere che ho mandato dalla Badia di Posseveri a
Lucca ce l’ha portate Francesco di Salvestro Giannini di Porcari; e Gio. di Iacopo
di Gragnano abitante in Porcari, l’ hanno che ho tenuto per servitio di queste
cose scritte gli è Salvatore Francescchi della Pieve S.Paolo.
[Nota: Docum. 34 n°12.
Una lettera del sig. Iacopo provenzale Commissario generale sopra la Sanità di
questa Ecc.ma Rep. in campagna dove si vede la stima che ha di detto
Catania pregandolo di abboccarsi con lui per conferirli alcuni particolari per
servizio della Sanità della Ecc.ma Rep.]
Documento:
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