martedì 28 settembre 2021

“ … e vedo sei giocare al tavolino ...” : Vittorio Emanuele II, Cavour, Garibaldi, Mazzini, Napoleone, il Papa.

“ … e vedo sei giocare al tavolino ...” : Vittorio Emanuele II,

 Cavour, Garibaldi, Mazzini, Napoleone, il Papa

La composizione sotto riportata è opera di Luigi Prosperi, conosciuto come “il Chioccoron” (in dialetto toscano “ duro di comprendonio”), nato nel 1832 a Careggine, comune della Garfagnana in prov. di Lucca. A scuola dimostrò una straordinaria abilità nel comporre versi, ma per le condizioni economiche della famiglia dovette abbandonare presto gli studi. Tuttavia per la sua innata dote, scrisse molte poesie in ottava rima”, che è il metro usato fin dal trecento, forse per la prima volta dal Boccaccio, e in seguito utilizzato dai poeti estemporanei fino ai giorni nostri.

Il Sogno Felice” porta l’autore in cielo, sollevato da un Angelo. In paradiso il Chioccorone vede intorno a un tavolo a giocare Vittorio Emanuele II, Cavour, Garibaldi, Mazzini, Napoleone (III°) e il Papa (Pio IX°), ma a uno squillo di tromba S. Pietro fa entrare un battaglione di militari italiani guidati dal Tenente Colonnello De Cristoforis,

L’Italia aveva iniziato a penetrare nel corno d’Africa dal 1882, ma trovò l’ opposizione degli Abissini, governati dal Negus Giovanni IV°, e il battaglione fatto entrare da S. Pietro è quello sconfitto a Dogali nel 1887, comandato dal suddetto Tenente Colonnello, caduto eroicamente nella battaglia.

Alla notizia della sconfitta subita dalle truppe italiane in terra d’Africa alcuni personaggi intervengono:

- Garibaldi: “ … A me spetta questi vendicare, io domerò dell’Africa il fellone (Negus) …”

- Vittorio Emanuele II°: “… Dispacceremo al General Cialdini che lui si mova contro il Re Giovanni ...

- Cavour: “ ... dove è andato il mio cervello? Io che voleo il confin degli Italiani. Si mandano a morir fra gli Africani ...

La poesia termina dopo il ritorno del poeta nel suo letto sulla terra e le scuse rivolte al lettore: “ … Perdonate signori l’ardimento se errore feci mi sia perdonato, se non dotò natura il mio talento, lo studio in fanciullezza mi è mancato; così darò la fine all’argomento lasciandovi il mio nome ed il casato: il qual mi firmo colla mente umana, son Prosperi Luigi in Garfagnana.

I versi salaci e irriverenti verso le autorità procurarono al poeta denunce e fu addirittura arrestato proprio per la poesia sotto riprodotta.

 

 
 

Nota: la scrittura a matita è per mano del prof. Francesco Pellegrini, formatore dell'archivio della famiglia Pellegrini di Borgo a Mozzano.
 

 
 
 

 

3 commenti:

  1. Mi scusi ho letto tra i ricordi pubblicati le memorie di vita militare di Don Giuseppe Benassi Seminarista era cugino di mio nonno...non ha per caso anche una foto di lui in divisa da Militare?..

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    1. Era figlio di Giacomo e Serafina Giunta che erano gli zii di mio nonno

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  2. Mi interesserebbe averle via email le memorie di questo cugino di mio nonno
    Don Giuseppe Benassi

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