elezioni amministrative del 1946 (le prime
elezioni libere dopo la caduta del fascismo) - appunti del Prof. Augusto Mancini,
rettore dell’università di pisa -
Le prime elezioni dopo la caduta della dittatura
fascista furono quelle amministrative del 1946, indette per sostituire nei
comuni del Sud gli ufficiali alleati e nei comuni del Nord i membri del C.L.N.,
che erano stati preposti al governo del territorio.
Augusto Mancini, docente universitario e primo
Rettore dell’ateneo di Pisa, dopo la Liberazione, fu oltre che eminente
studioso uomo politico, che durante il fascismo subì il carcere e dal 1944 divenne
il punto di riferimento della democrazia lucchese.
Gli appunti riprodotti, appunti non sempre ben
leggibili e riportati uno su di un invito della “Federazione Comunista Pisana”
in occasione di un comizio di Palmiro Togliatti e l’altro su carta intestata
dell’Università, sono stati trovati in una lettera indirizzata a “S.ra Vera Pellegrini Marchi – Borgo
a Mozzano”.
La destinataria della lettera apparteneva a una
eminente famiglia del paese di Borgo a Mozzano. Il padre era stato uno degli
ultimi sindaci antifascisti della provincia di Lucca e il coniuge, ing. Cesare
Marchi, aveva ricoperto la carica di presidente del C.L.N. della media valle
del Serchio. Il prof. Mancini era “amico” di entrambe le famiglie, come
testimonia la fotografia scattata in occasione delle nozze Marchi-Pellegrini,
dove è ritratto sul sagrato della chiesa di Borgo a Mozzano assieme al padre
della sposa.
Vera Pellegrini con i figli Mario ed Enrico - 1946 |
Sagrato della chiesa di Borgo a Mozzano |
Gli appunti inviati dal prof. Mancini dovevano
essere una traccia per i comizi che Vera Pellegrini teneva nei frazioni del
Comune di Borgo a Mozzano dopo la Liberazione.
Appunti su di un invito della “Federazione
Comunista Pisana” e su carta intestata:
Alleanza democratica repubblicana
Il Popolo Italiano torna ad eleggere i propri rappresentanti
nelle pubbliche Amministrazioni e deve farlo con piena libertà e
responsabilità.
Forse i consigli Comunali che oggi si eleggono avranno breve
vita perché dovranno essere rinnovati secondo il nuovo ordinamento dello Stato
che sarà fissato dalla Costituzione.
Ma le imminenti elezioni hanno ad ogni modo un alto
significato morale, e il Popolo deve affermare la sua decisa volontà di
liberarsi dal peso di un passato che lo ha travolto fino alla rovina, colpire i
responsabili, quanto più in alto sono, e cominciare una vita nuova di
libertà di libertà e di ordine, di lavoro e di progresso.
Prima di tutto una concorde affermazione repubblicana, e per
questo non potete tollerare, scegliendo la lista che voterete, incertezze e
riserve. La Repubblica è la condizione essenziale perché la volontà del
popolo, legalmente manifestata, sia d’ora innanzi la base della vita politica e
amministrativa.
Conseguenza diretta l’Autonomia Comunale. È
questo il glorioso programma mazziniano, che altri partiti hanno fatto proprio,
ma che ha la sua marca d’origine che non consente equivoci e appropriazioni
indebite, Repubblica e Autonomia.
Le Amministrazioni Comunali non saranno soggette passivamente
al Governo accentratore, quale fu il Governo Monarchico e Fascista, ma saranno
sotto il controllo della pubblica opinione, che in regime democratico non dovrà
mai servire a piccoli interessi e [illeggibile]
di persone, di clientele o di campanile, ma sarà [da
appunti su carta intestata dell’Università] civile e
politica in base regionale e con finalità [illeggibile].
Elettrici e Elettori, [illeggibile].
la lista di uomini liberi che vi propone l’Alleanza (democratica
repubblicana).
Nelle attuali condizioni della Patria essi non possono
promettervi che una cosa, di servire onestamente il paese, di curarne gli
interessi, [illeggibile] il mandato.
Gli appunti riprendono nel foglio sottostante al segno a matita:
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