LA SOCIETA' PER LA PACE - 1887 - Borgo a Mozzano (LU)
La Società per la pace e la giustizia internazionale fu fondata nel 1887 da
Ernesto Teodoro Moneta, che aveva preso parte, appena quindicenne, alle Cinque
Giornate di Milano, che era divenuto in seguito garibaldino, che aveva
partecipato come ufficiale alla Terza Guerra d'Indipendenza e che nel 1907 fu
insignito del Nobel per la Pace.
A Borgo a Mozzano, comune della provincia di Lucca, nel 1891 il sindaco,
avv. Pietro Pellegrini, dette vita all’ “Associazione mandamentale per la Pace
e l’Arbitrato”.
Avv. Pietro Pellegrini |
Di questa iniziativa sono conservate un gran numero di carte (disordinate), in forma di
appunti, sulla “guerra e la pace”, la bozza dell’invito per la costituzione
dell’associazione, elenchi di aderenti all’iniziativa e due lettere
indirizzate a Pietro Pellegrini,
l’una di rinuncia e l’altra di adesione all’iniziativa.
Ottobre 1895. La Guerra e la Pace [Appunti]
Or sono pochi anni, un movimento
generoso invitava i popoli ad affermarsi nel modo il più solenne a favore della
pace con petizioni, comizi, associazioni, pubblicazioni d’ogni genere. Il movimento
si palesò effimero, [illeggibile] che rispondesse ad un bisogno ed a un desiderio
universale. L’opinione generale disse e dice che la guerra sempre fu fra gli
uomini, ed utopia è il ritenere di poterla evitare: la stampa lodò il
movimento con tal sorriso di
scetticismo che terminò di schiacciare ogni velleità popolare di trionfo
dell’idea. Eppure gli uomini più eminenti ritengono ed augurano possibile la
pace. E la pace sarà.
x
Che cosa si chiedeva in quei comizi,
in quelle petizioni contro la guerra? La pace. Ma come? Ecco dove stà il
problema. Ciascuno ha il proprio ideale, ciascuno suggerisce un artificio più o
meno ingegnoso per attuarla, niuno concorda nella opinione altrui, mentre tutti
concordano e vogliono l’identico fine. La parola sintesi suprema, reale, che
incarni il concetto nella sua vera e natural forma
non fu pronunziata in quei comizi; ed essi passarono come nebbia al vento. Un
partito – quello dei nuovi venuti – rimase fuori del movimento, pur volendo
anch’esso la pace. Essi disser nulla vogliamo a comune coi borghesi, da quella
organizzazione di sfacelo non si può sperare la vita nuova, ma anzi questo è dal dissolvimento di quella
organizzazione che deve emanare la pace si otterrà noi che presto saremo
padroni del mondo e l’otterremo senza cercarla: noi che di patria borghese non
abbiamo velleità, ci amiamo come uomini adunque siamo nati,
adunque [illeggibile] ; noi non abbiamo più motivo di guerra.
La formula piacque tanto a loro che
l’adottarono unanimi: spiacque ai patriotti che gridarono anatema alla orribile
eresia degli spregiatori del grande ideale della patria.
È quella la formula vera, sintesi
suprema del reale umano avvenibile?
………………………………………………………………………………………….
………………………………………………………………………………………….
(Documentazione parziale)
La Pace [Appunti]
I Comitati per la Pace non hanno
potuto raggiungere il loro fine principale, che era quello di rendere popolare
il loro principio. In essi si è molto discusso e bene, ma sempre
accademicamente, opponendo idee, sistemi, opinioni, sempre rispettabili, ma non
si è trovata una formula, un concetto pratico che potesse che potesse
impressionare la pubblica opinione e farsi strada mediante l’entusiasmo e il
pieno convincimento. I socialisti che si erano tenuti estranei a quelle
concioni perché promosse dal partito liberale-borghese, sentirono in pari tempo
di non poter disprezzare il fine, anzi quasi quasi erano gelosi che altri
prendesse a dirigere un movimento che corrispondeva pienamente ai loro
intendimenti. In tale stato dissero “Non fa duopo di comitati: noi vogliamo il
bene degli uomini tutti senza distinzione di nazionalità o di stato: noi siamo
un paqrtito essenzialmente umano, siamo fratelli su tutta la terra: tra noi la
guerra è impossibile, e non la faremo mai, la lasciamo in balia dei borghesi”.
I liberali alzarono un grido
sdegnoso contro i profanatori del supremo ideale della patria, lanciarono un
nuovo anatema ai nuovi eretici della società. Ma in quel concetto vi è un idea
che sempre mosse in tutti i tempi e in tutti i luoghi il cuore dei popoli,
l’idea essenzialmente umana, universale, di fratellanza, d’amore, di parità di
condizioni, e di pace. La formula è vaga, è generica, è indeterminata, ma è
quella che per prima aprì la mente umana in faccia alla considerazione del Vero
umano e tradotta in pratica trascinò le popolazioni sotto il cristianesimo,
che, più recentemente sconvolse tutto l’ordinamento sociale, riducendolo da
feudale a borghese. Ora quell’idea, vuole che la società sia umana. In
fondo a quel concetto ci è codesto solo intendimento, il quale non è socialista
affatto, è puramente umano, e prescinde da qualunque forma, è universale. Così
è che ad onta degli ortodossi intransigenti, quel concetto si fa strada tra i
popoli, più di qualunque teoria
meglio escogitata, e simpatizza a tutti i cuori, anche ai non socialisti.
X
Sebbene sia vero che cotesto ideale,
se bene inteso, non offende il sentimento di patria, non distrugge le nazioni,
ma ne accomuna gli abitanti in un sentimento di armonia e di pace, è però pur
vero che la società non è composta di uomini soltanto, ma costa altresì di un arginamento
[organizzazione] che è imprescindibile. Cotesto organamento che, per
la limitazione dei mezzi e le varietà delle condizioni, non può essere
universale, esige modi e mezzi atti alla sua natura per far si che le sue parti
armonizzino; e là l’ideale umano semplice, generico, astratto, sentimentale non ha efficacia. E’ qui
dove l’aspirazione moderna trova incaglio, e abbisogna di una qualche altra
cosa per rendere effettuabile l’idea della Pace. È qui dove le accademie e i
pensatori possono utilmente dedicare i loro sforzi.
Arbitrato [Appunti]
Pace
[?] Ottobre
È opportuno abbandonare il concetto
dei grandi pensatori che promuovono la formazione delle nazioni mediante
il grande principio dell’autonomia popolare, per correre dietro al fantasma
dell’arbitrato?
- Ciò non è un troncare il corso al
pensiero sociale deviandolo al lutto e riportandolo al vecchio concetto
del potere assoluto dello stato?
Utile arbitrato come mezzo
del momento, ma non deve seppellire il principio unico capace di [illeggibile]
…………………………………………………………………………………………
………………………………………………………………………………………….
………………………………………………………………………………………….
Presidenza onoraria: Mordini
Associazione per la pace e l’arbitrato
Nel mandamento
1a Borgo
a Mozzano
2a Barga
3a Bagni
di Lucca
4a Coreglia
5a Pescaglia
Scopo dell’associazione è quello di
indirizzare l’animo della popolazione ai principi del vivere civile non solo
entro il territorio dello Stato, ma sopra tutta la terra, ovunque si trovino
popolazioni
……………………………………………………….
………………………………………………………………………………………….
………………………………………………………………………………………….
………………………………………………………………………………………….
Bozza della lettera d’invito
“Nello intendimento di costituire
una società per la Pace e l’Arbitrato internazionale, invito la S. V. a voler
intervenire ad una adunanza preparatoria che sarà tenuta la mattina del 26
corrente a ore 10 nella sala di questo palazzo comunale.
Aderendo al presente invito la S. V.
farà parte del Comitato promotore.
Mi pregio intanto confermarmi della
S. V. Ill.ma
Borgo a Mozzano 14 Luglio 1891
Devotissimo
Avv P. Pellegrini
Ill.mo Signore
Lettera di adesione di Ferruccio
Giorgi (Garibaldino)
Bagni di Lucca
23 agosto 1891
Aderisco e plaudo alla tua nobile
iniziativa per la pace e l’arbitrato. Ragioni di famiglia e d’ufficio mi
impediscono d’intervenire all’adunanza, e proprio me ne dispiace.
Permetti ora che io ti dica non
avere nessuna fiducia nell’aborrita casa degli Asburgo, né credo si adatterà
giammai a restituire le nostre dilette terre col mezzo degli arbitri …. Se le
nostre speranze saranno per altro tempo deluse, mi auguro, di tutto cuore mi
auguro che non tardi il giorno della riscossa - ….. Là sul Danubio le
cose dè tuoi! …. Scusa lo sfogo, e credimi tuo affezionatissimo
amico
Ferruccio Giorgi
Lettera di rifiuto del prof. cav. Paride Colucci Nucchelli
Pescaglia 23
Agosto 1891
Ill:mo Sig
Avvocato
Al cortese invito speditomi ieri, e
alla pregiata sua d’oggi rispondo per dirle che, mentre la ringrazio di nuovo
pel gentile pensiero di essersi rammentato di me, non avendo nessuna fiducia
nell’utilità pratica di coteste manifestazioni, desidero di astenermene.
Accolga i sensi della mia profonda
stima e salutandola cordialmente mi creda
Suo Devotissimo
Prof. Paride Colucci Nucchelli
Verbale dell’apertura dell’adunanza per la costituzione della Società per la Pace e l’Arbitrato Internazionale
Si apre l’adunanza a10 ½
antimeridiane del giorno 20 settembre 1891 – Presiede l’avv.o Pietro
Pellerini presidente del Comitato Promotore.
Il Presidente legge un telegramma
del socio Ferruccio Giorgi e la comunicazione dell’adesione del Sig. [?] Simoni
Comunica un invito del Comitato
centrale di Roma a nominare un rappresentante al Congresso Internazionale.
Parla quindi dello scopo
dell’Associazione che si deve oggi fondare: fa la storia dell’idea, sorta col
progresso civile e la propugna - Enumera i danni materiali e morali della
guerra fin dai periodi preistorici - La guerra nei periodi moderni- Bisogno della
pace fondata sulla ricostituzione delle nazionalità ora presso che raggiunti –
Diritto dei popoli contro gli abusi dello Stato – Difficoltà – Speranza e voti
– Termina invitando i presenti ad aderire -
Minuta della relazione dell’avv. Pietro Pellegrini all’adunanza del 20
settembre 1891
Signori
Ci troviamo qui convenuti per
costituire l’Associazione per la Pace e l’Arbitrato Internazionale. Non manca
invero chi dice esser questa una utopia; ma il numero di coloro che similmente opina
và ogni giorno scemando e noi abbiamo ragione di prestare fede intemerata ai
nostri principi, come quelli che tosto o tardi trionferanno.
Infatti risalendo alle più remote
epoche dell’umanità riscontriamo lotte brutali e sanguinose per il possesso
degli averi di qualsiasi specie, se pur non vuol aggiungersi ancora la lotta
per puro spirito ferino. Però mano mano che l’uomo va sottomettendo a se le
forze della natura [?] a fissarsi sul suolo, a costituir rapporti di comunanza,
di famiglia, di proprietà, e quei rapporti in seguito di tempo li pone e li
regola in modo umano. C’è un lento ma continuo progresso, che va estendendo il
suo influsso benefico nella convivenza fra gli uomini, tantochè ogni epoca
della storia è segnata con caratteri evidenti, spiccatissimi, che si concretano
appunto in grandi serie di rapporti, umanamente compiuti; con corrispondente
limitazione di uso brutale della forza.
Già noi vediamo umanamente regolati
quasi tutti i rapporti tra gli uomini, fino al punto che il commercio privato corre spontaneo ed autonomo da un
capo all’altro della terra. Se un intoppo ei trova si è ai confini degli Stati,
per opera dei governi, e precisamente là dove tutt’oggi è rimasta la guerra per
non avere per anco i popoli saputo
usare ivi della loro autonomia personale liberamente, mediante la quale
ciascuno dovrebbe affermar se stesso, senza disturbo altrui.
Però i molteplici scambi di pensieri
e di azioni, d’affetti e di cose già inducono varie nazioni ad unirsi fra loro
in un intesa che esclude tra esse la guerra.
………………………………………………………………………………………….
………………………………………………………………………………………….
….. oggi la guerra non si fa più
sfacciatamente come prima pel solo volere dei potenti, e quando i governi
chiedono ai popoli danari ed armi, hanno il pudore di dire che tanto chiedono
per mantenere la pace, non per aggredire chicchessia. Un unico caso rimane
tuttavia nel quale i governi ma anche i popoli tengono in amore la guerra, e
tal caso si è quando il giogo straniero opprime ingiustamente.
………………………………………………………………………………………….
………………………………………………………………………………………….
A ciascun momento storico della
guerra corrisponde un ideale relativo. Lasciando da parte l’epoche selvagge
primitive, si ha l’ideale della guerra nella sua più grande comprensiva
universalità nell’epoche barbare, ove i monarchi assoluti e persino repubbliche
patrizie o di classe si proponevano il dominio universo mediante la conquista. Sorte
le nuove religioni sulle ruine del paganesimo, ciascuna d’esse volle il proprio
ideale applicato alla intera umanità con le armi: rinato il principio
cittadino, non più di casta, come in Grecia e in Roma …………………………………………
Nel contrasto fra Chiesa, impero e
città si andarono riunendo i popoli in nazioni, sotto la forma politica di
Stato, e così un nuovo ideale si formò e si impose, si armò e vinse. ………………………………………………………………………………….
………………………………………………………………………………………….
………………………………………………………………………………………….
Più volte un sol uomo potà,
nell’epoche barbare, dominar la terra tutta che in quell’epoca si conosceva, e
nel fatto di quell’uomo s’incarnava: oggi l’ideale è rovesciato, è opposto:
l’ideale d’oggi è la pace.
Lo spirito di fratellanza universale
serpeggia baldo di gioventù e vigoroso tra le schiere dei forti
………………………………………………………………………...
Si fa largo , si fa strada,
progredisce tutti i giorni inesorabilmente, portentosamente e conquista
l’operaio nell’officina, cui le armi troncano la carriera, e l’uomo di Stato
che avvezzo a calcolar la forza irresistibile delle idee, vede quel principio
farsi patrimonio colossale della società. Quell’ideale è già baldanzoso e
potente: e per divenire audace, non gli resta che un ostacolo da vincere,
rimanendo il quale non può far che opera vana: quell’ostacolo non sono gli
eserciti immani, non i governi potenti, ma si è la mancanza di concertazione
precisa, pratica e determinata in una formula da tutti accettata.
………………………………………………………………………………………….
………………………………………………………………………………………….
Qual esser debba questa pratica
forma lo insegna l’evoluzione civile di ogni altro rapporto già umanamente
costituito. Egli è il principio di libertà, è il diritto di autonomia dei
complessi sociali spontaneamente determinanti la lor propria nazionalità; è in
ciò che deve praticamente concretarsi l’ideale umanitario, lasciando allo Stato
unicamente l’autorità di regolarne la manifestazione giuridica in modo legale,
non altro. ………….. i soggetti che nel diritto umanitario (confuso oggi
erroneamente col diritto internazionale) debbono e possono esercitarlo. Quei
soggetti sono le provincie. Si riconosca ad esse il diritto di determinare,
ciascuna indipendentemente, per vera e propria autonomia, la lor propria
nazionalità, e il problema è risoluto.
È questo il grande principio pratico
riformatore sul quale è necessario insistere virilmente, acciò si cambi l’idea
sentimentale astratta in pensiero concreto ed efficace: si impossessi della
coscienza sociale e si imponga.
Oggi a ciò si vuol sostituire
l’Arbitrato, e non del tutto a torto, in quanto si intende trovare una forma
che sia attuabile immediatamente, che contemperi e concili le vecchie con le
nuove esigenze, dando tempo allo esplica mento migliore del concetto giuridico.
Però accettando, come mezzo utile al presente, l’Arbitrato, non dobbiamo perder
di vista il concetto vero e legittimo dell’autonomia, né con esso minimamente
confonderlo.
………………………………………………………………………………………….
………………………………………………………………………………………….
Si rammenti bene che l’idea
dell’Arbitrato poggia sopra il concetto del diritto internazionale, il quale ha
già troppo dimostrato la propria impotenza in questo ramo di rapporti sociali,
………….. il principio dell’autonomia invece poggia sui canoni eterni del diritto
umanitario il quale non ancora è affermato dalla scienza, ma già ne sono le
traccie che presto si faranno strada.
………………………………………………………………………………………….
………………………………………………………………………………………….
Il problema della pace oggi si è
risposato a quello del lavoro non a caso né per malizia: è un vero, ormai
riconosciuto dalla scienza, che l’industrialismo e il militarismo sono
incompatibili fra loro. O volere o non volere la moderna società è
essenzialmente industriale: per cui il problema della pace si unisce a quello
del lavoro e la società si trova in opposizione viva e necessaria col governo
armato.
E oggi non si hanno più segreti
conciliaboli o sette, ma pubblicamente, in faccia allo Stato si chiede ragione,
si minaccia rivolta. In Germania i socialisti chiaramente hanno chiaramente
formulato la lor solidarietà con gli uomini d’ogni altra nazione, dichiarando
che non assumerebbero le armi nemmeno quando la patria fosse aggredita: e a
Bruxelles trovò eco quella iniziativa, nel congresso mondiale. Quegli uomini
forti e risoluti, altro modo di risolvere la lotta serbano in petto, e se non
si schiereranno sotto il vessillo
dello Stato,inalbereranno quello dell’Umanità, per opporsi alla forza che
spezza i vincoli di fratellanza universale.
Più mite invero è il nostro
intendimento: ma guai a noi se il governo dei popoli in avvenire si trovasse in
mano ad uomini deboli, che reputatisi savi, fidassero unicamente sulla forza delle
armi. Essi mettendosi in opposizione al nuovo ordine di cose, che è per sorgere
gigante, si troverebbero di fronte ad una potenza non conosciuta daloro perché
nuova nella storia, tale si è l’evoluzione del cittadino che si ricongiunge
all’uomo, abbracciando così l’intera famiglia umanitaria. Che se in un primo
scontro vincessero le armi di Stato, ciò sarebbe a caro prezzo: e forse il
primo olocausto alla nuova idea sarebbe resa da quelli stessi che fossero al
potere………….
………………………………………………………………………………………….
………………………………………………………………………………………….
Il senso politico unicamente
null’altro, può essere quello che facendo strada al nuovo ordine di cose
apparecchi e trasformi il governo delle armi in governo dell’umanità,
permettendo ai popoli che si assestino politicamente sul suolo nativo, nella
stessa guisa che vi si adagiarono di fatto.
Rispettata la spontaneità dei
complessi sociali, non più costretti dal ferro e dal fuoco ad obbedire al
fortunato potente: smessa la prepotenza di Stato di voler dominare e possedere
i popoli, quasi fossero roba sua, anziché essere egli un loro strumento, cessa
ogni causa di guerra, e libero il sangue umano circola per tutto il mondo
pacificamente.
È questo il voto che ardente questa
Associazione manda ai grandi reggitori delle nazioni, acciò vogliano prevenire
e scongiurare ulteriori e più orribili carneficine e ridonare alla famiglia,
alla società i loro membri; alla’uomo la sua libertà, la sua indipendenza e
l’uso delle proprie attitudini al vivere civile.
Un elenco di iscritti alla Società per la Pace e l’Arbitrato Internazionale:
Nessun commento:
Posta un commento